Speciale Kick Ass 1 e 2: Il fumetto

A un certo punto della nostra vita, tutti avremmo voluto essere un supereroe

 

“A un certo punto della nostra vita, tutti avremmo voluto essere un supereroe”. Da questo preludio comincia Kick-Ass. La storia parla di un adolescente comune che decide di diventare un supereroe mascherato: non per vendetta, o per l’acquisizione di qualche strano potere, ma per emulare i supereroi dei fumetti. Sin dalle prime pagine notiamo la ricerca di una buona dose di realismo. Essa si nota non soltanto nella vicenda che spinge Dave Lizewski a diventare Kick Ass, ma anche nelle vicissitudini seguenti che mostrano la sostanziale differenza tra un comune essere umano e un “cazzutissimo” supereroe fumettistico. Ma nonostante questo il giovane Dave non si arrende, continuando a pattugliare le strade in difesa dei più deboli. Ad un certo punto incontrerà altri tre eroi mascherati di cui due decisamente più preparati di lui: e in quel momento inizia a svolgersi il vero intreccio della storia di Kick Ass.

 

L’opera creata da Mark Millar e disegnata da John Romita JR riesce a catturare il lettore grazie al già citato realismo di fondo, alle battute frenetiche e all’azione nuda e cruda(splatter). I disegni di Romita JR sono volutamente rozzi per enfatizzare la crudezza delle azioni. I dialoghi scritti da Millar riescono a centrare le emozioni di un adolescente Nerd e l’atteggiamento dei malviventi. Il primo Kick Ass merita un accenno nella storia del fumetto moderno per l’originalità dei contenuti e per la visione fortemente contemporanea del mondo. Il film (come vedremo nello speciale dedicato alla trasposizione cinematografica) riesce soltanto in parte a mantenere lo spirito del fumetto, inserendo alcuni classici cliché del buonismo statunitense.

 

 

Kick Ass 2

A differenza del primo, il secondo Kick Ass esce dai canoni realistici per rientrare in una classica storia dalle tinte surrealistiche: lotta tra bande, personaggi invincibili e via discorrendo. Ma nonostante questo la lettura continua a rimanere piacevole. La novità principale che distingue questo episodio dal precedente riguarda la creazione di una squadra di supereroi che tenterà di combattere il crimine in maniera più profonda oltre a compiere molte azioni di volontariato. Questa squadra sarà composta da persone comuni che per un motivo o per l’altro (chi non ritrova più il figlio, chi ha perso un parente in un omicidio ecc.) parteciperanno a questa lotta contro i malviventi. Nel frattempo un altro importante personaggio (non citato per evitare spoiler) creerà a sua volta una squadra mascherata, ma con intenti tutt’altro che buoni. Lo scontro tra queste due squadre sarà uno dei punti centrali della trama. Un altro risvolto fondamentale sarà rappresentato dai repentini cambiamenti nella vita di Hit Girl (uno dei due supereroi addestrati del primo Kick Ass).

I disegni di Romita JR diventano più precisi per dare maggior risalto ad un cast certamente più folto rispetto al precedente Kick Ass. Allo stesso tempo Millar riesce a restituire una maggiore introspezione psicologica dei personaggi rispetto al passato. Le scene di violenza diminuiscono ma diventano più incisive e politicamente scorrette.

La trasposizione cinematografica (anch’essa presente in uno speciale a parte) riesce a recuperare tutti i punti persi dal precedente film, rimanendo più fedele al fumetto e in certi casi cercando di arricchirlo. Una trasposizione che merita di essere vista nonostante la mancanza di alcune scene particolarmente forti presenti nel fumetto.

Quindi, concludendo, cosa possiamo dire sul fumetto di Kick Ass? Sicuramente è un opera che va letta per via della sua eccentricità rispetto ai classici fumetti supereroistici. Se cercate un fumetto diverso, comico e politicamente scorretto Kick Ass fa per voi.

Infine va ricordato che l’opera non è conclusa ma continuerà in Kick Ass 3 e avrà uno spin-off incentrato su Hit Girl.

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Articolo pubblicato il 06/09/2013