Approvata al Senato la Legge di Stabilità

Fanno comunque discutere le tassazioni sulla casa

Con 171 voti il Senato ha approvato la Legge di Stabilità che però fa discutere in merito ai nuovi provvedimenti introdotti e a una tassazione diversa della casa.

Oggi è anche il giorno in cui il Senato dovrebbe votare la decadenza di Berlusconi. Forza Italia è uscita dalla maggioranza sostenendo che non vi erano le condizioni per votare questa Legge di Stabilità, quindi è passata all’opposizione perché c’è una palese presa in giro sulle tasse.

Queste vi sono eccome e c’è anche una cattiva notizia che si cerca di nascondere. Non solo viene reintrodotta pesantemente la tassa sulla casa, ma viene colpita anche la prima casa attraverso un tributo che si chiama Tasi e che siccome i comuni sceglieranno l’aliquota più alta costerà come la vecchia Imu.

In pratica è stato solo cambiato il nome ad una tassa del 2012 che quest’anno grazie al presidente Berlusconi era stata cancellata. In conclusione rimane l’Imu sulla seconda casa e su tutti gli altri immobili che non siano la prima abitazione, in più si aggiunge la Tasi e la Tari per quanto riguarda i rifiuti, e sarà pagata da chi possiede la prima casa e magari anche dagli inquilini.

Si è fatto il gioco delle tre carte: si mantiene l’Imu, si aggiunge la Tari sui rifiuti, la Tasi sui servizi indivisibili a carico sia dei proprietari che degli inquilini. Quest’ultima componente può avere una aliquota dell’1 per mille che può salire fino a 2 volte e mezzo ed  è chiaro che i comuni sceglieranno per il 2014 l’aliquota più alta che porterà allo stesso gettito della Imu.

Inoltre negli anni successivi potrebbe essere peggio, visto che l’aliquota può salire fino a 6 volte tanto e quindi figuriamoci la stangata.

Nel provvedimento della Legge di Stabilità c’è anche un prelievo di solidarietà per il reddito minimo di cittadinanza a favore di chi non ha un lavoro che così potrebbe sostenersi a carico dei pensionati che guadagnano sopra i 90 mila euro lordi l’anno.

Questo è assurdo perché si prende a qualcuno per dare a qualcun altro ma ve ne sono altre di assurdità già effettuate. Oltre questa e quella sulla casa già enunciate, un mese fa è stata aumentata l’Iva su tutti i prodotti, poi estesa alle  macchinette distributrici di bevande, poi ai prodotti editoriali.

Successivamente sono arrivati  quattro provvedimenti che hanno aumentato le accise sulla benzina, alcool e tabacchi. Ancora dopo la tassa sulle sigarette elettroniche, quindi l’aumento degli acconti Irpef ed Irap. Da un po’ di tempo è in corso un bombardamento fiscale inaccettabile.

È vero che c’è anche qualche concessione sul cuneo fiscale per i redditi più bassi cioè pare 225 euro lordi al mese ma erano stati proposti dal Pdl miliardi di tagli di spesa pubblica documentati non accolti dal governo.

A questi  potevano corrispondere tagli veri della pressione fiscale e non rimettendo la tassa sulla casa, facendo un intervento più radicale sulle tasse sul lavoro, facendo diminuire l’Irap sulle imprese, diminuendo l’Iva.

Oggi infatti protestano oltre a Forza Italia i commercianti, gli artigiani, le grandi e piccole imprese, persino i sindacati. Ma è il giorno anche della votazione sulla decadenza di Berlusconi.

Per chiunque abbia un minimo di senso della democrazia non solo per gli elettori di Berlusconi che sono 9 milioni, c’è da augurarsi che tutti si rendano conto sia nelle istituzioni sia nel paese che non ci sono cittadini di diversa serie.

I  9 milioni di cittadini che hanno scelto Berlusconi come loro rappresentante istituzionale non possono essere trattati come cittadini di seconda serie. Boccia del Pd qualche giorno fa ha detto che si poteva aspettare, cioè che in un paese normale si poteva aspettare ad un ricorso alla Consulta per capire se la legge Severino andava applicata retroattivamente nel caso di Berlusconi.

Non appena l’onorevole Boccia però ha fatto questa dichiarazione così ragionevole è stato attaccato dagli esponenti del suo stesso partito che lo hanno sottoposto ad un fuoco di fila di dichiarazioni ostili. Quindi appena c’è qualcuno che vuole sfilarsi dal plotone di esecuzione viene a sua volta messo in riga per essere fucilato pure lui via comunicato stampa.

Questo dà la misura di un Pd che non vuole guardare le carte, che non vuole guardare i fatti che ha come unico obiettivo di fare in fretta per arrivare al suo congresso dell’8 dicembre con lo scalpo di Silvio Berlusconi.

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 27/11/2013