Sinistra e immigrazione

In attesa del contrordine compagne

 In attesa del “contrordine compagni”, oggi le suffragette, che Matteo Renzi inserisce nei vari talk show (sempre meno seguiti) affermano, con tonalità isteriche il loro desiderio di accogliere un numero sempre maggiore di immigrati.

Le parole d’ordine che affiorano di continuo, come un mantra dalle loro labbra, sono sempre le stesse: accoglienza, solidarietà, soccorso per i deboli, lavoro e case per chi giunge da lontano.

Ma questo buonismo diffuso a piena mani diventa aggressione, intolleranza ed anche violenza verbale per chi manifesta opinioni  non condivise ed in particolare per chi propone di porre termine all’invasione oggi in atto nel nostro paese.

Immancabile in quel caso l’accusa di insensibilità d’animo, xenofobia ed anche razzismo.

 Peccato che questo buonismo di matrice cattocomunista, tutta questa frenesia di accogliere chiunque si presenti alle nostre frontiere, per mare o per terra, e di farne al più presto un concittadino, sia un sentimento peloso ed interessato.

Perche’ nasconde un malcelato disegno politico della sinistra che è quello di ACCOGLIERE PER SFRUTTARE.

I modi adottati dalle sinistre per usufruire dell’accoglienza sono variabili.

In primo luogo va posto il SISTEMA COOP. L’immigrazione assicura mano d’opera a buon mercato da impiegare nelle aziende edili e nel commercio. Salvatore Buzzi, abile presidente di una delle coop di Poletti, ha esternato che il commercio degli immigrati rende molto più di quello della droga.

Perché, come accade nella Torino di Fassino, i ricchi fondi stanziati dalle istituzioni per i centri di accoglienza e per i campi rom vengono in gran parte drenati dai gestori e finiscono nelle tasche dei dirigenti delle coop e delle onlus, molte delle quali ecclesiastiche.

Non meno importante per i post comunisti è lo sfruttamento dell’immigrato per SCOPI ELETTORALI.

In tutto il paese emergono vistose irregolarità in tornate elettorali, falsificate dalla partecipazione delle più diverse etnie straniere, abilmente manipolate. Sono coinvolte elezioni a molti livelli: primarie, comunali, provinciali, regionali. Non ancora quelle nazionali, perché grazie a Napolitano, non si tengono nel nostro paese da oltre quattro anni.

Non mancano gli esempi.

Alle porte di Torino c’è il comune di Borgaro. Per le elezioni comunali il candidato a sindaco della sinistra ha chiesto il voto alla locale associazione Dacia, composta da RUMENI.

Le primarie del PD in Liguria hanno visto la partecipazione di torme di CINESI organizzate dalla candidata Raffaella Paita.

Per le elezioni europee il sindaco dell’isola di Ischia, Ferrandino ha mobilitato una colonia di immigrati ALBANESI.

E’ ovvio che queste comunità etniche, per concedere compatte il loro voto, concordino con il candidato una contropartita, che può essere quella delle concessioni edilizie e delle licenze commerciali.

L’odierno delirio di accogliere delle sinistre e di parte del clero determinerà, in breve tempo, conseguenze ben più gravi. Quando il numero degli immigrati sarà ancora aumentato, ed in molti comuni prevarrà su quello dei nostri connazionali, le comunità straniere si organizzeranno e saranno loro a scegliere e ad eleggere il sindaco.

Che sarà uno di loro.

Saranno nelle loro mani le scuole, gli asili infantili, la case popolari ed i ricoveri per gli anziani e potranno gestire, con la cittadinanza e con il diritto di voto che si concederanno, prima comuni più piccoli, poi, via via, comuni più grandi, imponendo  le loro tradizioni e le loro leggi.

I nostri connazionali, gli italiani, saranno emarginati nella propria terra e per loro si potrà aprire un’epoca di amara SOTTOMISSIONE. Anche il clero, nel caso prevalgano determinate etnie, dovrà pagare il fio della sua imprevidenza.

Avrebbe pertanto una sua logica e sarebbe un primo urgente provvedimento, quello di concentrare tutti gli immigrati nei comuni di alcune regioni del centro Italia, quali l’EMILIA e la TOSCANA, predisposte dalle loro amministrazioni all’accoglienza e pertanto già preparate alla sottomissione.

Evitando, come fa Alfano con i suoi prefetti, di disseminare i profughi a macchia d’olio in paesini che non sono in grado di accoglierli, minacciando la requisizione di alloggi sfitti e di seconde case per la villeggiatura.

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 29/04/2015