Una petizione lanciata in rete per salvare le gallerie della Cittadella coinvolte dalla costruzione di un parcheggio interrato

L’iniziativa dell’associazione piemontesista “Gioventura Piemontèisa”

Fonte : “Gioventura Piemontèisa”

 

Vogliono spianare tutto con le carte “in regola”!

«A Torino (Turin), in Piemonte per costruire un parcheggio si distruggono le opere sotterranee di quella che fu una delle cittadelle più importanti d’Europa (Sec. XVI). Si chiede che venga modificato il progetto e vincolato il sottosuolo della Cittadella».

Questo è il testo di presentazione della petizione lanciata in rete ieri sera, dopo ripetuti solleciti ricevuti dal Piemonte e dall’estero.

La censura continua, ma qualche spiraglio si apre sull’informazione più libera (in queste ore ne hanno parlato Il Bicerin, Lo Spiffero, GRP e Cronaca Qui) e, soprattutto, è partito un passaparola che ha già coinvolto migliaia e migliaia di persone.

La gente rimane esterrefatta di fronte a una notizia tenuta accuratamente nascosta e che ha dell’incredibile: il Comune, con l’avallo complice della Soprintendenza, non esita a cancellare importanti aree archeologiche – preziose per la nostra storia e la nostra identità e, quando rese visitabili, pure interessanti sotto l’aspetto turistico – per procedere alla speculazione del solito parcheggio interrato.

La parte sotterranea della Cittadella di Torino, definita altissimo esempio di architettura militare, modello di riferimento in tutta Europa e ammirata da tre generazioni di ingegneri militari, che ancora si sta rivelando in tutto il suo splendore, sta per essere definitivamente compromessa soltanto perché qualcuno possa trarre vantaggio dalla sua scomparsa.

Il reticolo di gallerie che si snoda sotto l’area della Cittadella e che collega il Maschio con il forte Ël Pastiss sta per essere spezzato, snaturato, devastato, mentre ci si trova di fronte all’occasione irripetibile di restituire a Torino e al Piemonte un bene culturale unico al mondo. Questo atteggiamento ha del criminale.

Oggi pomeriggio in Consiglio Comunale due interrogazioni con richiesta di spiegazioni urgenti, presentate dai Consiglieri Fabrizio Ricca  e Vittorio Bertola, sono state intampate dalla Giunta, che ha risposto che la Soprintendenza ha già belle che esaminato le opere venute alla luce (“in cinque giorni compreso il ponte”, ironizza Bertola) e autorizzato il loro abbattimento.

Quindi, vi piaccia o no, si “tira diritto” – come sempre in questi casi. Il Comune si nasconde dietro la Soprintendenza, per la quale “tutto va bene” (atteggiamento scandaloso che ci convince una volta di più dell’inutilità e della nocività di questo ente in Piemonte). C’è chi ci guadagna e, intanto, chi ci perde (con tutte le autorizzazioni e i pezzi di carta a posto) siamo solo noi.

Distruggeranno imperterriti – magari durante un fine settimana estivo – anche la polveriera e le restanti gallerie che saranno rinvenute tra poco? Metteranno nuovamente i cittadini davanti al fatto compiuto? L’informazione avrà il coraggio di “informare”? Agiranno di nascosto una notte, come per l’abbattimento degli alberi a Porta Nuova?

L’unica cosa certa è che, come nell’assedio del 1706, la vittoria in questo nuovo assedio nemico che sta subendo Torino dipende anche da noi Piemontesi vecchi e nuovi e dal nostro coraggio. 

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Articolo pubblicato il 05/06/2015