Pene più certe e più severe per furti in abitazione e rapine

Via libera della Camera al Ddl sul Processo penale

Il Viceministro della Giustizia Enrico Costa, che in questi mesi ha svolto una costante attività di monitoraggio dei dati sulla delittuosità nei vari distretti della Provincia di Cuneo, si compiace per l'esito positivo scaturito dall'impegno, culminato a luglio, con la promozione a Saluzzo del convegno dal titolo: “Un diritto sacrosanto: sentirci sicuri in casa nostra. Proposte concrete: certezza della pena; attività di prevenzione; sostegno alle forze dell’ordine”.

«Si tratta - ha illustrato Costa - di norme che ci eravamo impegnati ad approvare, che rappresentano una risposta concreta a un problema particolarmente sentito in Provincia di Cuneo dove, nei primi 5 mesi del 2015 sono state oltre 1300 le case svaligiate, il 15,8% in più rispetto allo stesso periodo del 2014 (praticamente, il 20% dei delitti denunciati nella Granda sono furti in appartamento). L’allarme sociale provocato da questi delitti, e non mi stancherò mai di ripeterlo, ha un impatto pesantissimo sul benessere delle nostre comunità. È evidente che, se in Italia, come ha rilevato il Censis, il fenomeno ha subìto un incremento addirittura del 127% in 10 anni, è necessario mettere in atto misure più efficaci. Le nuove norme, che ora passano all’esame del Senato, potranno essere utili».

Il testo approvato dalla Camera prevede un innalzamento della pena minima per il furto in abitazione, che viene portata a 3 anni di reclusione (oggi è 1 anno). La pena massima è mantenuta a 6 anni.

Nel caso di aggravanti, la pena minima sale da 3 a 4 anni, mantenendosi a 10 nel massimo.

Innalzamento della pena minima anche per il delitto di rapina, attualmente punito con la reclusione da 3 a 10 anni: il minimo sale a 4 anni.

La rapina aggravata è invece punita nel minimo con 5 anni di reclusione, anziché con gli attuali 4 anni e sei mesi. La pena massima è mantenuta a 20 anni.

Molto importante la modifica normativa che stabilisce come l’eventuale presenza di circostanze attenuanti non possa essere ritenuta equivalente o prevalente rispetto alle aggravanti del furto. Si tratta di un’ipotesi di divieto di bilanciamento con l’obiettivo di evitare abbassamenti di pena non adeguati alla gravità dei fatti.

«Le sanzioni comminate - ci ha riferito Enrico Costa in conclusione - non potranno così più subire sostanziosi abbattimenti per effetto di meccanismi processuali e circostanze attenuanti. Ciò vuol dire garantire pene effettive per i responsabili e, di conseguenza, non vanificare il lavoro delle forze dell’ordine. Un’esigenza ancor più sentita nella nostra Provincia, dove i responsabili dei delitti sono individuati, grazie all’eccellente lavoro degli inquirenti, ben nel 17% dei casi, a fronte del 6% della media nazionale».

 

 

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Articolo pubblicato il 29/09/2015