La dibattuta vicenda dei due Marò pugliesi

Parlare dell’innocenza dei due fucilieri di Marina dà fastidio a chi ci governa

La dibattuta vicenda dei due Marò pugliesi: a Taranto la presentazione del libro “Il segreto dei marò” con l’autore Toni Capuozzo, a Torino a “Paratissima” un’opera offensiva e blasfema di Scordato.

Potete credere per principio a Latorre e Girone quando dicono: “siamo innocenti”. Potete sempre per principio non credergli. Potete considerare le contraddizioni dell’indagine indiana importanti oppure marginali, ma chiedetevi sempre come è possibile che dopo tre anni e mezzo non siano stati ancora rinviati a giudizio.

Il quesito è al centro del libro “Il segreto dei marò” del giornalista Toni Capuozzo, sociologo e conduttore della trasmissione Mediaset “Terra”.

L’autore, ricostruisce gli eventi a cominciare dalla legge che consentì l’impiego di personale militare a bordo di navi mercantili.

Spiega il groviglio giuridico che ha intrappolato due paesi amici, l’Italia e l’India e il peso degli interessi economici e politici che hanno condizionato la vicenda. Infine gli errori di tre governi e cinque ministri degli esteri italiani.

“Siamo un paese in cui forse anche per responsabilità dell’informazione, si sa molto di più di Meredith o della storia tremenda di Yara Gambirasio e però questo giallo che non ha a che vedere solo con la sorte, con la libertà, con la dignità di due militari italiani, ma anche con il prestigio del paese, con il peso che l’Italia ha nell’arena internazionale, a questa storia abbiamo teso ad abituarci considerando normale che due militari italiani siano sotto scacco, l’uno in Italia a curare i postumi di un malanno, l’altro in India”.

E ha aggiunto: “Un paese amico, perché l’India è un paese amico,  ha costruito un dossier accusatorio così fragile, da non essere stato capace nell’arco di tre anni e mezzo non dico di processarli, ma neppure di rinviarli a giudizio. Sono innocenti, non sono stati loro. Li hanno attribuito un omicidio, un reato non commesso da loro, avvenuto più di 5 ore dopo.

È ovvio che parlare dell’innocenza dei due fucilieri di Marina, dà fastidio a chi ci governa, alla classe politica in genere e anche alla grande informazione – secondo Capuozzo.

A Torino gli fa eco Maurizio Marrone, capogruppo di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, in comune e in regione,  che denuncia: “Triste e consolidata tradizione, quella di rinvenire puntualmente con estrema facilità all'interno dei festival culturali torinesi patrocinati dal Comune di Torino e dalla Regione Piemonte immondizia ideologica di pseudo artisti, costretti dalla evidente mancanza di talento creativo ad inseguire la notorietà con infantili provocazioni, non per questo però meno offensive per la sensibilità di tanti cittadini ed intollerabili: questa volta tocca a Paratissima con un' "opera" che decide di attaccare e ridicolizzare i Marò Latorre e Girone”.

E attacca: “Questo scempio accade nella stessa città dove avevo ottenuto dal Sindaco Fassino l'esposizione di uno striscione dalla facciata di Palazzo Civico che auspicava il ritorno dei Marò, ma non a caso i cosiddetti artisti autori di questa porcheria appartengono ad un laboratorio creativo italo-albanese-argentino, che riflette sui temi dell'integrazione, dell'accoglienza e dell'identità culturale attraverso l'uso di nuovi linguaggi espressivi, che non riescono ad allestire una mostra senza il costante patrocinio del Comune di Torino e della sua amministrazione di centrosinistra!”

Marrone conclude che esigerà le scuse pubbliche del sindaco Fassino ai Marò, alle loro famiglie e a tutti gli Italiani offesi da questa immondizia con comunicazioni urgenti in Consiglio Comunale.

Ma precisamente cosa ha scritto sotto l’opera l’autore Scordato? viene riportato qui di seguito:

MARO’nna de LATORRE pendente della giustizia e MARO’nna del VII GIRONE infernale.

Invecchiano , si ammalano e piangono sangue lontane dalla loro patria e dai loro altari e dall’abbraccio dei loro (immorali) fedeli…..Una è trasvolata (temporaneamente) in un santuario pugliese. L’altra arde d’invidia.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 10/11/2015