Carignano: evento culturale

La pittrice Renata Ferrari e lo scrittore Rodolfo Alessandro Neri presentano "Anima e Corpo", un Evento dedicato alla reincarnazione

A Carignano un pomeriggio dedicato alla reincarnazione in compagnia della pittrice Renata Ferrari di Almese e dello scrittore Rodolfo Alessandro Neri  

Due artisti, una pittrice e uno scrittore uniranno i loro studi e le loro competenze in un pomeriggio in cui, nel Comune di Carignano,  l'11 Dicembre alle ore 16.30,  avrà luogo l'evento dal titolo:  "Corpo e Anima:  La scrittura incontra la pittura sul significato della vita", organizzato grazie alla disponibilità della responsabile dell'Assessorato alla Cultura, dottoressa Miranda Ferraudo, validamente coadiuvata dalla dottoressa Marisa Pesce e da Elio Rabbione, già Direttore del Corriere dell'Arte di Torino e curatore della mostra.

Si tratta di un appuntamento che rappresenta un momento di confronto avvincente sulla vita e sul suo significato. L'eterna domanda: "Chi sono?, Da dove sono arrivato? Dove Vado?", non potrà non incuriosire gli appassionati, rifacendosi  ad una tematica di cui ancor oggi non si smette di discutere e sul quale sono state avanzate le più svariate ipotesi fin dai tempi più remoti dai più grandi filosofi della storia. Si discuterà di una tematica tutt'ora di interesse basilare per l'uomo ed il suo destino, che resta comunque avvolto, nonostante la miriade di studi sull'argomento, un impenetrabile mistero.

L'incontro sarà innanzitutto un'opportunità per ammirare le opere di Renata Ferrari. Queste saranno esposte nella sala mostre del Comune, a partire dalle ore 16.30. La mostra, dal titolo "Corpiinvisione - VisionediCorpi" coglierà di sorpresa il visitatore per la perfezione con cui la plasticità del corpo viene realizzata e resa al pubblico dall'artista in atteggiamenti e gestualità perfettamente rappresentati con rara maestria, nel pieno vigore della gioventù più matura. I personaggi sembrano modelli reali intenti a posare, appaiono come figure che si aprono a chi guarda nella loro più naturale intimità, immersi in una atmosfera di sogno, ospiti di una dimensione magica di cui vogliono renderci partecipi.

Renata Ferrari crea le opere nel suo studio ad Almese, cittadina che si incontra risalendo da Torino diretti verso la Val di Susa,  costeggiando il torrente Messa 

alla sinistra della Dora Riparia. Il suo territorio è esteso dalla pianura alle pendici delle Prealpi, fino a raggiungere i monti Musinè e Curt. Compiere una gita nelle vallate da cui è circondata la cittadina, costituisce un valido antidoto alla frenesia e allo stress cittadino ed è un buon pretesto per visitare l'atelier di una pittrice che, oltre ad aver appreso differenti  e varie tecniche pittoriche,  ha sempre dedicato molto tempo alla sperimentazione in studi di pittori affermati migliorando la propria tecnica e dando prova di una evoluzione continua, come è possibile evincere dal suo curriculum di cui, in questa sede è possibile estrapolarne solo un breve sunto.

Renata Ferrari espone dal 2005 alla Promotrice delle Belle Arti di Torino, è socia del “Salotto dell’Arte”-To, e partecipa a numerose Collettive e Concorsi. Fra i concorsi più recenti ricordo la segnalazione  al Premio Nazionale d’Arte-Città di Alba 2007, 3° classificata al Premio Internazionale “Arte Città Amica”- Torino 2008. Ancora ha ricevuto il  Merito Artistico al Premio Internazionale “Boè”- Palermo 2008 , il  Trofeo di Capodanno – Beinasco (To) 2009.  E' stata segnalata inoltre al Premio Internazionale Italia Arte 2009 (To) ed ha ricevuto  il Merito Artistico al Concorso Nazionale “I Colori dell’Arte” (To) 2009 Infine, sempre nel 2009, ha ricevuto il Premio della Critica al Concorso Nazionale “La Spadarina, a  Piacenza. Fra i premi più recenti, le sono  stati conferiti nel 2012  il Premio della Critica “Ottobre Arte in Orbassano” (To) ed il Premio Caravaggio 2012 “OverArt” – Trofeo alla Creatività – Palermo. 

Tema costante e privilegiato della sua pittura è da sempre l'attenzione rivolta  alla  figura umana, sia maschile che femminile. L'artista  pone l'attenzione al disegno ed alla composizione. Entrambi sono curati con zelo quasi accademico, capace di conferire  ai soggetti i caratteri personali della propria individualità.  Il suo sapiente utilizzo della luce, di norma  radente o laterale, le permette di ottenere effetti plastici di modellazione tipici della scultura con suggestioni e misteriose atmosfere.

Renata Ferrari, con altre quattro pittrici, ha fondato un raffinato sodalizio cui è stato dato il nome di "Artemisia", in omaggio ad una grande artista vissuta nella prima metà del seicento, una donna  capace di assumere  posizioni anticonformiste e rivoluzionarie in quei tempi, capace di affermare la sua indipendenza, come donna, ancor prima che come artista. Un sodalizio che comunque non prevede sovrapposizioni, pur nell'ottica di lavoro collettivo. Le pittrici sono accomunate da un Maestro milanese, Luigi Lomanto, scelto da ognuna di loro per proseguire nel cammino formativo con la volontà di raggiungere stadi di perfezionamento sempre crescenti.

Lo spettatore non può che rimanere coinvolto di fronte alla bellezza ed alla magia di queste figure che osserva dal vivo; Renata Ferrari fa riaffiorare nelle sue opere la coscienza del corpo giovane e sano, a cui lo spettatore,oltre che con ammirazione guarda con invidia, pensando all'inevitabile decadimento del fisico cui, inevitabilmente va incontro. 

Si è di fronte ad un linguaggio pittorico in cui non vi sono evidenti astrazioni. In ogni quadro è ritratta la vita, una vita prorompente ed energica rappresentata dalla poderosa muscolatura maschile e dalla dolcezza delle curve femminili, entrambe nel momento migliore del'esistenza, il momento in cui la salute e la bellezza sono perfette. Un attimo prima che queste comincino a declinare. Nei quadri della Ferrari è rappresentato il mistero della vita.

I corpi perfetti delle persone di fronte a cui ci si trova sembrano appunto porsi le eterne domande relative alla nostra esistenza: "Chi sono?  Che ci faccio qui? Che sarà di me?". E proprio il giorno dell'inaugurazione della mostra coincide con la conferenza in cui un autore torinese, Rodolfo Alessandro Neri, presenterà il suo libro: " Il cranio, il cristallo e la Luna Piena" (Ester Ed.) in cui tale argomento viene affrontato con uno sguardo alle teorie dei Rosacroce, un gruppo filosofico che ha elaborato  importanti e valide teorie  su questo tema.   

Queste  prevedono che la nostra vita terrena sia una sorta di apprendistato per effettuare una crescita spirituale che contempla il dover ritornare, vita dopo vita, nel mondo fisico in altri corpi ed in altre zone per proseguire l'apprendimento e continuare ad evolvere. Quella che a noi occidentali sembra una teoria fantasiosa, per una buona metà del mondo, quello  orientale con il concetto del Karma, ne è la prova inconfutabile.  

Giampiero Leo, già assessore Regionale alla Cultura e Presidente dell'Associazione per il Tibet e i Diritti Umani, ha voluto nella sua presentazione che impreziosisce il lavoro di Neri, lasciare al lettore il formarsi della sua opinione riguardo un argomento che viene trattato di rado nella nostra letteratura, la reincarnazione, non accettata da noi occidentali, ma vero e proprio argomento di fede per gli orientali, che vedono in questa la possibilità di riscatto e crescita spirituale dell'essere umano.   

Il credo della reincarnazione per spiegare la vita, dunque, il suo significato sottile,  il perché certe situazioni vengano vissute dall’uno e non dall’altro è il cardine di questo avvincente romanzo. Con gentilezza, poesia, ma anche estrema fermezza, Neri occidentalizza un tema tanto caro agli orientali, appunto quello della reincarnazione. Neri, autore e traduttore, responsabile  della Collana Alchemica per la casa editrice Psiche 2 di Torino, trasforma l’Alchimia, la religione orientale e la filosofia in ingredienti avvincenti per un romanzo. Sono gli episodi quotidiani, tangibili e concreti a dare spazio alla reincarnazione, come leva del creato.

La trasmigrazione dell’anima plana sulla vita quotidiana in modo semplice e spontaneo, come un’ape sul fiore, come scrive Riccardo Marchina nella prefazione. Nel suo testo la morte scompare, quasi per paradosso si fa secondaria, marginale, anche se uno degli attori principali del racconto, anzi forse il vero protagonista, è proprio un teschio ritrovato, simbolo più consueto del distacco e del trapasso.  Per Neri, è come se la stanchezza di un periodo di decadenza lasci spazi al risveglio di un nuovo inizio, rappresentato proprio da una vita successiva.

In queste pagine, fitte di vicende private che si intersecano alla storia, quella narrata sui libri, prevale il desiderio di trovare una spiegazione all’esistenza. Nel corso della conferenza si cercherà di sviscerare  quale sia la risposta alle numerose domande che, da sempre gli uomini  si pongono riguardo il corpo fisico, magistralmente illustrato da Renata Ferrari e al viaggio che l'anima compie al termine della sua permanenza terrena, una volta liberatasi dall'involucro in cui era contenuta.  

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Articolo pubblicato il 25/11/2015