Secondo Rapporto sul Secondo Welfare in Italia 2015

Biblioteca Nazionale di Torino 27 novembre 2015

Questo rapporto sul Secondo Welfare, a cura di Franca Maino e Maurizio Ferrera del Centro Einaudi di Torino, conclude simbolicamente il secondo biennio di ricerche avviando così il terzo ciclo. Il progetto “Percorsi di Secondo Welfare” partito a maggio 2011 ha l’obiettivo di ampliare e approfondire il dibattito sulle trasformazioni dello stato sociale in Italia, con particolare attenzione alle misure e alle iniziative di secondo welfare realizzate attraverso l’uso di risorse non pubbliche provenienti da imprese, fondazioni, associazioni e altri enti del Terzo Settore.

Il lavoro presentato è un work in progress che si riallaccia, con un nuovo ciclo di apprendimento, al primo rapporto presentato nel 2013. I dati che emergono, evidenziano delle sorprese positive: il Secondo Welfare che monitora i servizi sociali alla popolazione italiana, che, ricordiamo, inglobano anche la cultura, si sta consolidando.

Si sta rafforzando sia come concetto in quanto categoria interpretativa sempre più utilizzata nel pubblico e anche nel privato, sia come prassi per le molte iniziative che, nate come esperimenti, si sono stabilizzate, con i principali attori che hanno confermato e/o rafforzato il loro impegno; inoltre  il flusso di risorse non pubbliche si è fatto più regolare e affidabile.

Il consolidamento è avvenuto grazie ai volani esterni quali Garanzia Giovani, Jobs Act, Legge di stabilità 2016, nuova Carta Acquisti, lotta alla povertà, interventi nel Welfare aziendale. I volani esterni sono anche rappresentati da una pluralità di attori: Assicurazioni, Fondi integrativi, Fondazioni, Enti filantropici, Imprese sociali, organizzazioni di volontariato. Fondamentali le collaborazioni sinergiche estese ad attori pubblici. Fattore forse più significativo è l’aumento dei cosiddetti “nuovi bisogni”: la vulnerabilità economico sociale, le nuove povertà, i carichi familiari.

Esempi di volani interni sono gli  incastri virtuosi che arrivano dalla bilateralità dei territori, specialmente nell’area sanitaria, dai Social Impact Bond del Partenariato pubblico-privato e dagli Empori Solidali.

Siamo in presenza di un messaggio di conferma del consolidamento malgrado la crisi ancora perdurante e quindi di un possibile allargamento in futuro della protezione sociale. A conferma ci sono dati reali: la contrattazione di 2° livello con le imprese è aumentata del 21,7% dal 2012 al primo semestre 2015. Il Welfare aziendale continua ad ampliarsi nelle aree sanità, asili, scuole. Per quanto riguarda lo specifico settore della sanità sono oltre 100 le società di Mutuo Soccorso che offrono coperture integrative ad oltre un milione di italiani.

L’intero settore del No Profit gode di grande vitalità, sono oltre 300.000 le organizzazioni del settore, il 28% in più nel periodo 2001-2011, con quasi 6 milioni di persone attive. I principali protagonisti continuano ad essere le Fondazioni di origine bancaria con un patrimonio contabile di oltre 41 miliardi di euro ed erogazioni per 912 milioni di euro, con un trend di crescita degli interventi finanziari.

Rispetto al 1° Welfare assistiamo ad un continuo spostamento in avanti delle frontiere dei bisogni, spesso con esigenze nuove e imprevedibili, con trasformazioni economico sociali e culturali sempre più rapide. Ma tasse e contributi potrebbero non essere sufficienti a mantenere in futuro gli attuali livelli di protezione sociale: in tal caso su quali opzioni potremo contare? Purtroppo da un recente sondaggio, solo il 35% degli italiani sarebbe disponibile a pagare di più per mantenere gli attuali livelli.

Anche se oggi il futuro non sembra così rassicurante, il 2° Welfare ha comunque fatto crescere nei territori risposte innovative in grado di mitigare gli effetti della crisi, generando una nuvola di interventi a sostegno delle fasce più deboli. Oltre alle reti familiari, maggiore importanza hanno oggi le reti degli organismi del Terzo Settore e dell’economia sociale. Per la povertà alimentare gli Empori solidali aiutano 60.000 famiglie, mentre le iniziative ecclesiali hanno 1169 progetti per la povertà economica e 856 progetti “8X1000” attivati nel periodo 2012 – 1° semestre 2015.

Guardando al futuro, il 2° Welfare potrebbe incontrare degli ostacoli sia esogeni che endogeni quali: scarsa comunicazione, poca consapevolezza della propria potenzialità come motore di crescita, difficoltà a “fare sistema”, presenza di ostacoli normativi.

Le proposte conseguenti per controbilanciare questo scenario sono: rafforzamento della finanza sociale, estensione delle reti, trasferimento di conoscenze e di “best practice”, riforma del Terzo Settore, completamento delle riforme in agenda da tempo, revisione del TUIR e introduzione del voucher universale.


Per approfondimenti: www.secondowelfare.it

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Articolo pubblicato il 28/11/2015