Le strade maestre per battere l' ISIS

Le guidelines dei consiglieri di Obama per risolvere definitivamente il conflitto in Medioriente

Dopo la recente strage di San Bernardino negli Stati Uniti, dove 14 persone sono state uccise da 2 residenti americani originari del Pakistan, sembra che Obama si sia svegliato, accorgendosi improvvisamente che gli “ USA sono in guerra”, come da egli stesso dichiarato in un recente discorso alla nazione.

 

Ma non poteva accorgersene prima ?

Si potrebbe anche dire che, finchè gli Stati Uniti non sono attaccati in casa loro, se ne rimangono in disparte ad osservare o, al massimo, a dirigere le operazioni di contrasto al terrorismo, cercando di non intervenire militarmente via terra nei teatri di guerra dove l' ISIS opera ( Iraq, Siria, Yemen, Libia) per non “ americanizzare” il conflitto. Le operazioni degli USA al comando della coalizione di diversi Stati che combattono l' ISIS ( o Daesh) si sono infatti limitate, fino ad ora, ad incursioni dall' alto con aerei o droni, a fornire materiale bellico agli alleati, e all' addestramento dei combattenti degli Stati impegnati nel conflitto, ma con scarsissimi risultati fino ad adesso.

 

Il miglioramento di strategia degli USA è avvenuto solo pochi giorni fa, e sono cominciate a circolare, in vari siti americani accreditati come osservatori qualificati, le strade da percorrere per risolvere il conflitto in maniera più convinta di quanto fatto fino ad ora ( molto poco). Intanto però, per vie evidentemente poco note e per ovvi motivi di segretezza, guarda caso da pochi giorni, da quando cioè Obama si è “ svegliato”, è stato concluso un accordo tra i due governi in Libia ( Tobruk e Tripoli) per formare un governo nazionale unico.

 

Diamo atto agli Stati Uniti di essere ancora la superpotenza dominante e leader della libertà nel mondo civilizzato, ma il ritardo con cui sono intervenuti nel contrasto verso l' ISIS è preoccupante, soprattutto in confronto alla Russia che, in solo un mese dal suo intervento in Medio Oriente, ha ottenuto risultati ben più importanti che non gli Stati Uniti in 2 anni di operazioni militari o pseudomilitari.

 

Un sospetto si aggira inquietandoci già da diverso tempo: come mai gli USA non hanno prima d' ora mai distrutto i pozzi petroliferi nel territorio conquistato dall' ISIS e le colonne di TIR carichi di petrolio, ben evidenti dall' alto, fissi sul territorio per definizione e, parlando dei pozzi petroliferi, ben inquadrabili, facilmente colpibili dagli aerei o con missili senza intervento a terra e con pochissimo spargimento di sangue?

 

Appare evidente quindi la strategia equivoca ed ondivaga degli USA: quella di tenersi buono l' ISIS in funzione anti Assad in Siria e quella di non scontentare l' Arabia Saudita che ha finanziato ISIS per gli stessi motivi, essendo un alleato strategico degli USA nell' area ed uno Stato sunnita, che si contrappone agli sciti del governo di Assad. Questo sospetto era stato già da noi elaborato in un articolo su Civico20news in data 4 gennaio 2015, dal titolo: “ L' ISIS ed il comportamento contraddittorio degli USA a riguardo ”.

 

Non abbiamo la sfera di cristallo, ma per prevedere cosa sarebbe poi successo nel 2015 il Libia e Siria non c' era bisogno dell' intelligence USA né di nessun' altra nazione per illuminarci, bastava guardare realisticamente i fatti che si stavano svolgendo al di là del Mediterraneo e trarre le conclusioni di come combattere questa minaccia chiamata ISIS.

 

Ora alcuni esperti del governo americano suggeriscono le strade principali – o guidelines - per combattere realmente l' ISIS, svegliandosi dal torpore di una politica troppo asservita ai propri interessi geopolitici e finanziari, ed anche, in ultima analisi, accondiscentente ad Israele che non vuole la spina nel fianco di uno Stato come la Siria che è alleato con l' Iran, un acerrimo e tradizionale oppositore di Israele.

 

Le tre strade di contrasto all' ISIS – o guidelines - sarebbero le seguenti, secondo questi nuovi consiglieri di Obama, che sono sempre “ colombe” piuttosto di “ falchi”, come nella miglior tradizione di un premio Nobel per la pace come appunto è Obama :

 

 

Costruire un'offerta comune con i nostri alleati

 

In ultima analisi, la sconfitta di Daesh sarà raggiunta solo quando si riconoscono i numeri insignificanti di persone dell' ISIS, molto inferiori a quelli che costituiscono il suo fascino. Dobbiamo prima capire come Daesh offre un significato e una narrazione eroica per i giovani foreign fighters, delusi da qualsiasi altra cosa la vita ha da offrire.

 

La maggior parte dei musulmani si oppongono a Daesh. I governi occidentali possono, e devono, cercare di contrastare l'aumento del sentimento populista anti-musulmano, sottolineando la differenza tra islam e islamismo. Ma il compito di persuadere le potenziali reclute che Daesh non è veramente aderente all' Islam è un traguardo che può essere raggiunto solo con altri musulmani.

 

Per fare questo, abbiamo bisogno di contronarrative e piattaforme di linguaggio, cioè modi alternativi mediatici per i giovani musulmani che aspirano ad essere eroici e impegnati.

 

Qualsiasi coinvolgimento da parte dei governi occidentali in questi sforzi nella regione potrebbe essere controproducente. Ma i governi e le imprese possono collaborare per affrontare alcune delle ragioni per cui la narrativa eroica Daesh attualmente trova un ampio pubblico a livello regionale e globale. Viviamo in un mondo di disuguaglianze, non solo di ricchezza ma anche di opportunità; i giovani devono affrontare alti tassi di disoccupazione, spesso in Paesi con élite corrotte e istituzioni deboli. Daesh ha sfruttato ciò per amplificare il risentimento e la disillusione, offrendo emozioni e una causa anti-establishment.

 

Affrontare questi problemi con nuovi modelli di governance è molto più difficile che con le bombe . Né ciò sarà sufficiente da solo a sconfiggere Daesh, ma entrambi possono essere necessari come parte di un quadro più ampio, in cui molte parti interessate hanno un ruolo da svolgere.

 

 

L'unità tra gli alleati

 

Gli Stati devono aprire la strada. Daesh non sarà sconfitto mentre infuria la guerra civile in Siria, e la guerra civile continuerà ad imperversare in Siria fino a quando i poteri che potrebbero finire ( come il regime di Assad) non sono d'accordo su ciò che il finale di partita dovrebbe essere. Daesh punta su protagonisti del calibro di Russia, Stati Uniti, Turchia, Iran e Arabia Saudita che non sono in grado di mettere da parte le loro differenze e pragmaticamente trovare una soluzione politica che tutti preferirebbero allo status quo. Finora, questo calcolo sembra fondato per manifesta impotenza diplomatica nell' area mediorientale da parte degli Stati che si oppongono ad ISIS.

 

Daesh ha anche bisogno di essere soffocata economicamente e socialmente, anche per evitare che rinasca sotto altra forma.

 

Misure economiche coordinate

 

Daesh può proporre una teologia medievale assetata di sangue, ma viene gestito come una sofisticata società moderna. Ha una struttura altamente adattabile di gestione, un chiaro valore di proposizione sociale ed economico, e un ufficio marketing sofisticato che è abile a utilizzare le nuove tecnologie per confezionare il suo fascino e raggiungere potenziali clienti. Come qualsiasi altra società moderna, si basa su catene di fornitura internazionali, sui flussi finanziari e le piattaforme di comunicazione.

 

Alcuni protagonisti del settore privato stanno già facendo la loro parte per ridurre queste linee essenziali di mantenimento dell'ISIS. Ma molto di più si potrebbe fare. Daesh trae il suo reddito non solo dal saccheggio, dal traffico di persone e con l'estorsione delle popolazioni locali, ma anche attraverso le attività di business più organizzate in settori quali la produzione agricola, il petrolio e la raffinazione dello stesso. Rompere le catene di fornitura e consegna richiederebbe un'alleanza ad ampio raggio delle multinazionali nella regione, molte delle quali sono comprensibilmente preoccupate di farsi coinvolgere nel conflito e prive di una piattaforma per la collaborazione coordinata.

 

La maggior parte delle aziende vedono il terrorismo come una questione di gestione del rischio tattico, piuttosto che una questione di collaborazione strategica. Eppure, tutte le imprese hanno un interesse comune in un ambiente operativo stabile. Il mondo ha bisogno di nuovi meccanismi di attori del settore privato a cooperare con le forze armate e le agenzie di intelligence, per comprendere e contrastare le minacce alla sicurezza internazionale.

 

Tale strategia, ci permettiamo di sottolineare, sembra però più legata ad una politica di lungo termine che non una nuova soluzione alle azioni necessarie oggi per risolvere il conflitto Occidente-ISIS. Tutti i punti richiedono molto tempo per poter essere realizzati, posto che ci si riesca come ci auguriamo. Un maligno direbbe che la strategia in 3 punti è solo un modo piuttosto attendista di rimandare al dopo Obama una guerra annunciata ma non svolta, dato che il mandato presidenziale scadrà tra meno di un anno, ed Obama non vede l' ora di togliersi dagli impicci del Medio Oriente. Malignità o realtà ? Al  sagace lettore lasciamo la risposta.

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Articolo pubblicato il 27/12/2015