L’Apprendistato entra nella scuola in Piemonte, prima regione a sottoscriverlo
Fabrizio Manca

Misura volta a promuovere, in maniera innovativa, la formazione dei giovani e a favorire la transizione dal mondo dell’istruzione a quello delle imprese

Anche gli studenti di licei, accademie di belle arti, conservatori musicali, oltre che di istituti tecnici e professionali, potranno essere assunti in apprendistato, acquisendo il doppio status di “studente” e “lavoratore”.

È quanto prevede la normativa sul cosiddetto “Apprendistato nel sistema duale”, introdotta dal decreto legislativo 81 del 2015 (attuativo del Jobs Act) e recepita in Piemonte dal nuovo testo unico che disciplina in modo organico la materia, ereditando le esperienze positive gestite in questi anni dagli atenei (per le attività di alta formazione) e dal sistema di Istruzione e Formazione professionale (per la sperimentazione legata al conseguimento della qualifica e diploma professionale).

 

Prima in Italia, la Regione Piemonte ha firmato un protocollo d’intesa che regolamenta i contenuti formativi e gli aspetti contrattuali dell’apprendistato duale, mettendo insieme i sindacati (Cigl, Cisl e Uil Piemonte), le associazioni imprenditoriali (Confindustria Piemonte, Confartigianato Imprese Piemonte, Confederazione Nazionale Artigianato Piemonte, Casa Artigiani Piemonte, Confcommercio Piemonte, ConfApi Piemonte, Confimi Piemonte, Legacoop Piemonte, Confcooperative Piemonte, Coldiretti Piemonte, CIA Piemonte, Confagricoltura Piemonte, Confesercenti Piemonte, ABI Piemonte), le Università (Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Università degli Studi del Piemonte Orientale, Università degli Studi di Scienze Gastronomiche), e l’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte.

La  Regione Piemonte ha messo a disposizione, a copertura dell’offerta formativa per tutte le tipologie di apprendistato, circa 72 milioni di euro (28,6 milioni di euro provenienti dalla programmazione europea Fse 2014-2020 e circa 43,4 da risorse dello Stato), di questi circa 26 milioni saranno destinati all’apprendistato duale.

Si permette in sostanza ai giovani tra i 15 e i 29 anni di conseguire tutti i titoli di studio previsti dall’ordinamento italiano ed europeo, dalla qualifica professionale al dottorato di ricerca, lavorando, alternando cioè momenti di formazione a scuola e in azienda.

C’è l’apprendistato di 1° livello (Qualifica e diploma professionale, Diploma di istruzione secondaria superiore, Certificato di specializzazione tecnica superiore) e l’apprendistato di alta formazione e ricerca (Diploma di Istruzione Tecnica Superiore, Alta formazione artistica, musicale e coreutica, Laurea triennale o magistrale, Master I e II livello, Dottorato di ricerca).

L’alto apprendistato dà inoltre la possibilità di svolgere attività di ricerca o il praticantato per l’accesso alle professioni ordinistiche.

Per tutti i giovani tra i 18 e i 29 anni, e per i lavoratori beneficiari di un trattamento di disoccupazione, oltre che in mobilità, si conferma lo strumento dell’Apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere per il conseguimento di una qualifica ai fini contrattuali.

“Si tratta di aumentare il ventaglio di possibilità offerto ai nostri giovani, integrando in modo profondo istruzione e formazione da un lato, lavoro dall’altro ed è tempo, ormai, di valorizzare uno strumento contrattuale come l’apprendistato, che in Italia ha conosciuto, finora, molte riforme ma una diffusione limitata, attraverso iniziative e progetti che siano capaci di intercettare le attitudini, orientandole, e di sviluppare competenze utili per l’inserimento nel mondo del lavoro” – ha spiegato Fabrizio Manca, direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte.

La nuova disciplina introduce elementi di semplificazione e riduzione dei costi a carico delle imprese. La maggior parte degli aspetti burocratici (la stesura del piano formativo, ad esempio) saranno infatti svolti non più dall’azienda ma dalla stessa istituzione formativa o universitaria.  Le imprese che assumeranno  in apprendistato godranno poi di una serie di benefici fiscali e contributivi, quali: l’azzeramento dei costi per la formazione svolta a scuola, la diminuzione al 10% di quelli per la formazione interna all'azienda, la riduzione dal 10 al 5% dell'aliquota di contribuzione per le imprese con più di nove dipendenti.

 “La riforma dell’apprendistato contenuta nel Jobs Act – hanno dichiarato le associazioni imprenditoriali del Piemonte -  sia finalizzata  alla formazione ed all'occupazione dei giovani ai quali il datore di lavoro è tenuto ad erogare una specifica formazione in cui si alternano momenti formativi sia all’interno dell’impresa sia all’esterno.”

Questo peculiare contratto di lavoro permette di acquisire una professionalità specifica, ossia il reale apprendimento di un mestiere.

La disciplina di un apprendistato duale costituisce la parte più innovativa del testo presentato, dando concreta attuazione a quanto previsto dal legislatore con il Jobs Act  e rappresenta, nel contempo, una scommessa che il mondo imprenditoriale ha deciso di affrontare perché “crede da sempre nell’integrazione fra l’istruzione, la formazione ed il lavoro” hanno sottolineato le associazioni imprenditoriali.

Infine, hanno auspicato che l’intesa possa contribuire al rilancio dell’apprendistato sul territorio regionale, consentendogli di essere realmente il principale canale di ingresso nel mondo del lavoro dei giovani Under 30”.

 

 

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Articolo pubblicato il 14/02/2016