Piemonte. Centrodestra in affanno: Novara potrà ancora essere “fatale”?

La Lega Nord rompe gli indugi e inizia la campagna elettorale

Il travaglio, se non lo sfacelo del Centrodestra prosegue e Novara potrebbe rappresentare il casus belli, per provocare il rompete le righe, con ognuno che corre per sé e coalizione addio. Questo  è quanto si respira  nell’aria di Torino, mettendo in fila recentissimi segnali.

Ieri il  neo segretario nazionale della Lega Nord Piemont Riccardo Molinari, affiancato dal segretario provinciale Alessandro Benvenuto e il capogruppo in consiglio comunale Fabrizio Ricca,  hanno presentato il piano d’azione del partito. Sabato a Torino e Novara apriranno formalmente la campagna elettorale per le elezioni amministrative che, in Piemonte vedono protagoniste le due città, oltre a numerosi centri minori.

Molinari, che non dimentichiamo è la longa manus di Salvini in Piemonte, ripercorre, con padronanza la cronaca degli ultimi mesi. La Lega era ed è formalmente intenzionata ad assecondare la logica del candidato di coalizione, iniziando da colui che avrebbe potuto portare maggiori suffragi all’intera coalizione.

A Novara il candidato prescelto  è stato Alessandro Canelli, attuale consigliere comunale della Lega nord, mentre a Torino la designazione spetta a Forza Italia. Dopo mesi di stallo, la situazione è la seguente. 

Salvini a Novara ha già presentato ufficialmente Canelli, ma settori di Forza Italia e Fratelli d’Italia non perdono occasione per azzoppare il candidato sindaco, senza poi organizzare momenti unitari di colazione.

A Torino, dopo molti indugi Berlusconi designa Osvaldo Napoli, tra lo scetticismo dei più. Subito parte il fuoco di fila da parte di esponenti di Forza Italia, con Gianluca Vignale che chiede a gran voce l’indizione delle primarie di coalizione, ma di fatto tutto é bloccato.

Gli sgarbi piemontesi alla Lega si ripercuoto, a macchia d’olio in altre città importanti, come Roma ove Salvini in questi giorni sta battendo il territorio, per verificare il gradimento di Bertolaso, candidato di Berlusconi, nei quartieri maggiormente segnati dal degrado.

In questo contesto di stasi e d’intese per presentare alleanze e candidature potenziali, Torino continua a soffrire dei problemi che ogni giorno, a prescindere dalle diatribe politiche compaiono incessanti sulle pagine dei giornali e tra le chiacchiere dei cittadini. Così, rotti gli indugi, da sabato prossimo, la Lega mobiliterà iscritti e militanti a presidio dei mercati e delle circoscrizioni con banchetti volti ad illustrare alla cittadinanza gli aspetti salienti del programma leghista.

I mali di Torino vengono identificati nella tassazione comunale con aliquote Imu e Tasi, tra le più elevate d’Italia, il degrado della città ove la mancanza  di sicurezza per i cittadini (Torino relegata al 104esimo livello su 108 città considerate) è ormai un motivo costante. Non di meno preoccupano la disoccupazione che non accenna a ridursi (i giovane su due) e l’inquinamento della aree periferiche.

Saranno anche organizzati presidi notturni in zone ove lo spaccio della droga e la prostituzione la fanno da padrone. Corso Principe Oddone e San Salvario, tra le prime mete.

Nel pomeriggio sono però circolate reazioni molto critiche rispetto alle candidatura Ricca, ed all’iniziativa in genere, da parte dei non pochi militanti che sono rimasti soccombenti, di stretta misura, dall’esito dell’ultimo congresso nazionale del Partito.

Costoro, archiviata l’era Cota, deprecano delusi la “continuità piatta” di “personaggi che non hanno certo primeggiato”, oltre al programma fotocopia, nonostante le promesse di rinnovamento in più occasioni sventolate da Matteo Salvini e dal suo diretto collaboratore Riccardo Molinari.

Molinari auspica comunque  un accordo di coalizione, ma pare che, mentre si aspettano le decisioni romane, la realtà stia prendendo strade opposte. Nei giorni scorsi  Roberto Rosso che a capo di una gruppo centrista di diversa provenienza, invocava, da tempo un’ accesso alle primarie per il centro destra, ha presentato formalmente la sua candidatura, con un programma che prevede, tra l’altro l’installazione di telecamere in ogni condominio del capoluogo, la discesa in strada di mille vigili urbani, lo sgombero dei cambi nomadi, e la tolleranza zero verso i clandestini, oltre a e due linee di metropolitana.

L’appello di Molinari però non si perde, perché a stretto giro, interviene anche il coordinatore regionale di Forza Italia, Gilberto Pichetto che, oltre a condividere l’appello del segretario della Lega  e ad addossare le cause dei ritardi al tavolo romano, così conclude "Forza Italia fino ad oggi ha sempre lavorato pensando prima a dare delle risposte concrete a ciò che ci chiedono i cittadini, perché solo con un programma elettorale credibile un candidato sindaco, al di là delle scelte che verranno fatte, potrà essere vincente".

Dal fronte opposto però, strati significativi del centro destra come Comunione Liberazione, continuano ogni giorno a traslocare alla corte di Fassino.

Il tempo è tiranno e corre veloce. Si rischia, continuando a menar il can per l’aia, che le intese nazionali e le panacee per sopire i rispettivi mal di pancia, giungano molto fuori tempo massimo.

In altri tempi, con una legge elettorale molto differente e quando i candidati sindaci portavano il nome di Amedeo Peyron, Giuseppe Grosso, Giovanni Picco o Valerio Zanone, queste manfrine non erano neppure immaginabili. Degrado dei tempi, dei nocchieri o dei candidati di panna montata?

L’elettore lo sa già alla noia ed esprimerà la sua scelta, al momento opportuno. Tatticismi a prescindere.

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Articolo pubblicato il 25/02/2016