Torino, Università, città e futuro: idee e proposte a confronto dei candidati sindaco di Torino

Dieci domande sulla città universitaria al futuro sindaco di Torino e dieci risposte dei candidati Appendino e Fassino

I faccia faccia tra i candidati sindaci sono ormai acqua passata. Sino a Venerdì sera sarà una corsa vorticosa da parte di entrambi verso ogni angolo della città e presso sedi di associazioni ed organismi di varia natura, per comunicare il rispettivo punto di vista e conquistare l’ultimo voto.

Chiara Appendino e Piero Fassino hanno però trovato il tempo e si sono impegnati a rispondere a dieci domande specifiche su un argomento basilare per la formazione dei giovani, sui quali, sino ad ora, non abbiamo notato traccia trai i vari resoconti giornalistici.

L'equipe di pastorale universitaria, coordinata da don Luca Peyron, direttore dell'Ufficio Pastorale degli Universitari della diocesi di Torino, ha messo a punto la scaletta delle domande.

“In questi anni, ci precisa don Luca Peyron abbiamo provato a stare accanto agli studenti in ateneo e nelle parrocchie, con le residenze universitarie cattoliche accogliendone quasi 1500, proponendo loro una formazione universitaria e cristiana con le due facoltà teologiche, Iusto Rebaudengo e l’Università Cattolica presso il Cottolengo.

La parola ai giovani e le risposte ai candidati. A noi non resta che notare che su alcuni punti sarà necessario un confronto più intenso affinché alcune risposte, che potrebbero essere più puntuali, possano diventare azioni davvero incisive. Faremo volentieri e con passione, se ne avremo la possibilità perché interpellati e coinvolti, la nostra parte!”

1. Fuori sede. L’ultimo rapporto ANVUR di fine maggio vede gli atenei del Piemonte e quindi di Torino tra quelli dove “l’incidenza di studenti fuori regione è cresciuta molto rapidamente salendo dal 12% al 26% tra il 2007/2008 e il 2015/2016”. Come, in tre parole/azioni, intendete “custodire” e possibilmente anche aumentare questo patrimonio per la città di Torino e come futuro sindaco della Città Metropolitana?

APPENDINO: Gli studenti fuori sede sono una risorsa preziosa per il territorio perché non solo lo arricchiscono da un punto di vista sociale e culturale ma hanno anche un importante impatto economico in quanto è qui che investono le loro risorse. Il Comune può incoraggiare questo importante flusso creando un ecosistema favorevole alla vita studentesca a 360 gradi.

Ad esempio intervenendo sulla mobilità, sulla residenzialità per gli studenti, sulle agevolazioni per le attività culturali e sulla concessione di spazi destinati allo sviluppo creativo e all’associazionismo. Come altre città universitarie europee occorre predisporre dei servizi di accoglienza per gli studenti fuori sede (italiani e internazionali) e ad esempio agevolazioni per il ToBike.

FASSINO: In questi anni abbiamo lavorato molto per far diventare Torino una città universitaria. Le condizioni che lo hanno reso possibile sono, innanzitutto, avere grandi Università d’eccellenza che grazie ad un’offerta formativa di livello internazionale si è imposta nell’ampia offerta degli Atenei.

La Città di Torino ha contribuito creando le migliori condizioni sia da un punto di vista delle strutture, e i campus ne sono un esempio concreto, e poi con un piano di residenze universitarie in costante crescita. Inoltre contribuisce a questo sistema la Regione Piemonte che riconosce le borse di studio al 100% degli aventi diritto

2. Residenzialità universitaria. Sempre sul tema la nascita di nuove residenze universitarie a scopo di lucro rischia di far salire i prezzi degli alloggi dati in affitto dai privati. Nello stesso tempo residenze con centinaia di studenti rischiano di diventare alveari spersonalizzanti. Sul tema quale posizione assume rispetto al masterplan sulle residenze e sull’apertura di nuove residenze?

APPENDINO: Le due realtà non si escludono a vicenda. Anzi. Le residenze universitarie possono diventare uno spazio estremamente interessante per la vita universitaria all’interno di un modello che si avvicina sempre di più al concetto di Campus. Tuttavia il problema che emerge è che troppo spesso hanno costi insostenibili per gli studenti.

Vanno potenziate e realizzate residenze universitarie pubbliche accessibili e posizionate in punti strategici della città, in modo che rispondano alle reali esigenze degli studenti. Deve essere garantito il diritto all’accessibilità soprattutto agli studenti meno abbienti.

Dall’altro lato la residenzialità privata ha il vantaggio di portare gli studenti in zone più periferiche della città contribuendo a renderla viva anche al di fuori del centro e dei pressi delle varie facoltà.

L’aspetto negativo in questo caso è la forte incidenza degli affitti in nero. Il Comune ha facoltà di agire su entrambi i versanti. Sulle residenze Universitarie inserendole all’interno di un progetto che preveda quanto meno possibile la costruzione di nuovi spazi ma che privilegi la ristrutturazione degli esistenti, e soprattutto concordando prima dell’inizio dei lavori quali saranno i costi a cui verranno affittati i posti letto. Sul versante degli affitti privati invece il Comune può creare contratti ad hoc sulla falsa riga del contratto per studenti attuale che però risultino più vantaggiosi al fine di disincentivare il nero e favorire tariffe calmierate per gli studenti.
Alcune esperienze Interessanti, anche a Torino, hanno visto la valorizzazione delle abitazioni di anziani soli che ospitando giovani universitari a prezzi contenuti hanno avuto l'occasione di unire una piccola integrazione al reddito a uno scambio tra generazioni. Riteniamo inoltre utile aprire un dialogo continuo con gli studenti in modo da valorizzare le proposte di residenzialità universitaria che possono arrivare dal basso e per ascoltare i loro bisogni.

FASSINO: Il Piano ideato da Torino Città Universitaria mette al centro le nuove residenze e i servizi universitari. Si tratta di ambiti di trasformazione e riqualificazione urbana che rappresentano opportunità interessanti dal punto di vista del sistema universitario torinese, anche in virtù della loro posizione strategica all’interno del tessuto urbano – vicina ai poli universitari esistenti, in contesti qualificati dal punto di vista ambientale e facilmente accessibili.

Più in generale, queste aree si inseriscono all’interno dei distretti universitari e contribuiscono ad un più generale processo di caratterizzazione e, in alcuni casi, di riqualificazione di parti significative della città. Dopo la riqualificazione dell’area ex Italgas, i prossimi interventi saranno alla Manifattura Tabacchi, Ex MOI, Mirafiori TNE, Ex Nebiolo, Parco della Salute, solo per citarne alcuni.

3. Multiculturalità e dialogo interreligioso. Tanto gli studenti fuori sede quanto gli studenti residenti hanno sempre di più appartenenze religiose variegate e sfondi culturali diversi. Qual è secondo lei l’atteggiamento corretto che dovrebbero avere gli atenei sul tema della spiritualità e della fede e quali azioni sinergiche possono innestarsi rispetto alla città?

APPENDINO: La Città di Torino ha sviluppato, anche grazie alla positiva esperienza delle Olimpiadi, un luogo istituzionale nel quale tutte le presenze religiose in città possono trovarsi e dialogare nell’interesse generale. Questo è il “Comitato Interfedi”, grazie al quale sono già state attuate molte ottime iniziative interreligiose. Crediamo che tra i soggetti interessati al dialogo con le fedi ci sia sicuramente l’Università e il Politecnico e una prima iniziativa che vorremo attuare sarà di chiedere l’ingresso di un rappresentante di queste due importanti istituzioni cittadine.

Ci sono anche altri esempi di edifici, di proprietà della Città, messi a disposizione di iniziative religiose e di comunità, soprattutto le meno numerose. Crediamo infatti che solo attraverso la conoscenza reciproca del Prossimo si possa instaurare un dialogo proficuo che metta a sistema la “diversità” quale valore.

FASSINO: Torino ha una lunga tradizione di accoglienza e di politiche di integrazione, in questi anni abbiamo contribuito a rendere la Città ancora più accogliente e inclusiva. Tutte le grandi aree urbane hanno al proprio interno cittadini con provenienze diverse e a Torino sono ben 47 le comunità esistenti. La multiculturalità non è un dato che si impone una volta per tutte, ma un percorso condiviso con i cittadini di origine straniera e non e tutti i servizi che interessano la vita di una comunità, A Torino questo lavoro quotidiano è reso possibile grazie a persone straordinarie che quotidianamente perseguono i valori della convivenza interculturale.

4. Eventi e manifestazioni. Con quale criterio si intendono patrocinare e finanziare iniziative rivolte al mondo universitario circa progetti sociali, culturali, di inclusione sociale o altro? La sensazione è che talora i progetti patrocinati abbiano un carico ideologico e non rispettino la sensibilità di molti prediligendo alcuni filoni rispetto ad altri.

APPENDINO: Il mondo universitario può diventare sempre di più il luogo in cui garantire che tutti, fin da giovani, sviluppino una vasta gamma di competenze e trarre il massimo vantaggio dal capitale umano europeo, così da promuovere l'occupabilità, la competitività e la crescita della Città Metropolitana e in Europa.

E’ necessario coinvolgere il mondo universitario per affrontare tre sfide pressanti delle economie moderne: la mancanza di competenze pertinenti per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro, l'insufficiente trasparenza delle competenze e delle qualifiche e la difficoltà di prevedere e anticipare le competenze.

Per fare questo daremo priorità ad eventi e manifestazioni che diano precise raccomandazioni per aiutare un maggior numero di persone ad acquisire le competenze di base necessarie per lavorare e vivere nel XXI secolo, con un'attenzione particolare alla promozione dello spirito e delle competenze imprenditoriali e orientati all'innovazione.

Stimoleremo iniziative di monitoraggio dei percorsi di carriera degli studenti per migliorare le informazioni su come i laureati progrediscano sul mercato del lavoro e proposte intesa a continuare ad analizzare e scambiare le migliori pratiche sui metodi più efficaci per contrastare la fuga di cervelli.

FASSINO Il carico ideologico non è certo un criterio di selezione. Il Comune ha tutto l’interesse di sostenere e patrocinare qualsiasi iniziativa organizzata sul territorio coerente con le finalità sociali e di comunità. Questo è l’orientamento, ricordo poi che il Patrocinio per sua natura non è oneroso, per i finanziamenti si procede tramite bandi. Qualsiasi miglioramento delle procedure mi vede disponibile a discuterne, non ho pregiudizi sul tema.

5. Rapporti con la società civile Torino Città Universitaria. Il protocollo nasce per sostenere il sistema universitario cittadino. A suo parere esso può e deve essere esteso ad altri soggetti della società civile anche in considerazione della terza missione degli atenei?

APPENDINO
Torino Città Universitaria deve essere un progetto che coinvolge quanti più soggetti possibile, dalla società civile agli esercizi commerciali, fino alle imprese, partendo pero in primis dalle rappresentanze studentesche, dato che sono gli studenti i principali protagonisti della città universitaria e al tempo stesso sono stati i meno ascoltati dall'Amministrazione uscente.
La società civile va coinvolta e resa partecipe della sfida, che non è del Comune ma di tutta la città: rendere Torino a misura di studente, sfida che va ben oltre le sedi universitarie e riguarda la mobilità, i tempi, gli spazi e l'offerta culturale della città. La riforma del Terzo settore prevede l’istituzione del servizio civile universale: guarderemo a questa opportunità come un’occasione per i giovani, sia di integrazione al reddito sia di esperienza formativa professionale e umana.

FASSINO: Con la “terza missione” dell’Università si sottolinea l’importanza per gli atenei di assumere un nuovo fondamentale obiettivo accanto a quelli tradizionali dell’alta formazione e della ricerca scientifica: il dialogo con la società. E’ necessario che l’attività fatta all’interno delle nostre Università venga messa in relazione con la società. Un primo fondamentale impegno è quello del trasferimento scientifico, tecnologico e culturale. La formazione universitaria non vive isolata dal contesto, ma deve alimentare sempre più sinergie sia con gli enti pubblici sia con la società civile.

6. Trasporti pubblici. Quali azioni prevede affinché siano agevolata la mobilità degli studenti tenendo presente anche lo spazio della Città Metropolitana di cui sarà sindaco?

APPENDINO: Prima di tutto occorre evitare i pasticci degli ultimi mesi, quando il Comune annunciava accordi con Gtt mentre i controllori multavano gli studenti sui bus per Grugliasco: bisogna rendere stabile e ufficiale la possibilità per gli studenti di spostarsi con il biglietto urbano da e verso il polo e la residenza di Grugliasco, così come da e verso il San Luigi di Orbassano.

Non solo: la Città dovrà investire sull’espansione del bike sharing, per portarlo a tutte le sedi universitarie. Un altra azione è legata al coinvolgimento di Università e Politecnico, e dei loro Mobility Manager, per organizzare i tempi e la logistica della didattica in funzione della riduzione degli spostamenti.

E infine, considerando i tempi di studio e di vita degli studenti, bisognerà prolungare gli orari di tutto il trasporto pubblico, anche nelle periferie, ed aumentare la frequenza delle corse e le giornate di esercizio dei Night Buster.

FASSINO: La mobilità degli studenti è per definizione rappresentata da più mezzi. Per questo l’intermodalità è il modello su cui ci muoviamo. Bike sharing, mezzi pubblici potenziati sulle tratte degli studenti, l’estensione della metropolitana e i titoli di viaggio integrati con le aree suburbane sedi di campus universitari.

7. Delocalizzazione dei plessi universitari. Si parla di campus diffuso rispetto alla dispersione dei dipartimenti in molti luoghi della città. Questo crea non pochi problemi rispetto a studenti che devono saltare da una parte all’altra della città per seguire le lezioni. Quale idea ha rispetto a questo tema ed alla valorizzazione di strutture come ad esempio le ex Manifatture Tabacchi?

APPENDINO
Il "campus diffuso" è una realtà della città, non è il frutto di un disegno, e come tale va accettata e governata, sapendo che l'università sparsa qua e là è sì un problema, ma anche un vantaggio dal momento gli studenti vivono e rendono viva tutta Torino. Da un lato occorre che gli atenei, Università in primis, incrementino la quantità e qualità dei servizi offerti on line, in modo che non ci siano più studenti che devono girare per la città tra firme, code in segreteria e sportelli vari. Noi siamo favorevoli al progetto della ex Manifattura Tabacchi perché può diventare un volano di sviluppo urbanistico, sociale e culturale del territorio.

FASSINO
L’organizzazione della didattica è prerogativa delle Univesrità, ciò nonostante il Comune deve considerare la localizzazione dei servizi e facilitare la vita quotidiana degli studenti. Per l’ex Manifatture Tabacchi esiste un progetto per la creazione di un campus per Scienze Motorie, un luogo che per dimensione e localizzazione può creare un nuovo polo della didattica sullo stile del Campus nell’Ex Area Italgas.

8.Vita universitaria. Quale incidenza ha o potrebbe avere secondo lei sulla città la presenza universitaria soprattutto pensando ai prossimi anni?

APPENDINO: La presenza universitaria ha già un'incidenza importante sulla città. Interi quartieri sono stati di fatto riqualificati dalla presenza di studenti. Certo, in alcuni casi l'incidenza si è trasformata in problemi di rumore notturno, ma questo è dipeso dall'incapacità di leggere e governare i fenomeni, lasciando andare senza una pianificazione i Murazzi, per poi stupirsi della situazione di San Salvario.
In generale però la presenza di studenti, soprattutto quelli internazionali, può svecchiare e sprovincializzare la città, può portare energie e intelligenze nuove, che sta a Torino saper trattenere e valorizzare

FASSINO: La vita universitaria per Torino rappresenta già una realtà importante sia per l’offerta formativa e sia in termini assoluti sul numero di studenti italiani e stranieri. Per il futuro non possiamo che incrementare le presenze, grazie al piano delle residenze universitarie.

9. Aule studio. Vi è una carenza strutturale su questo tema,soprattutto nelle fasce orarie serali e festive. Ha una posizione su questo tema con proposte concrete?

APPENDINO: Più che una posizione avrei una sfida da lanciare: ragioniamo con gli Atenei di come tenere le loro sedi, e quindi le biblioteche e le aule studio che contengono, aperte di sera e nei giorni festivi? L'Edisu sta facendo il suo, ma talvolta non è sufficiente. Però credo che le esigenze degli studenti, che pagano le tasse alle università, non possano essere un problema solo per il Comune, occorre che tutti gli attori ci mettano qualcosa, e da Università e Politecnico mi aspetto che diano il La.

FASSINO: E’ vero, mancano spazi dedicati agli studenti. Sono sottodimensionate rispetto al numero degli studenti, per questo con l’Edisu abbiamo un piano di ampliamento degli spazi e il Comune può estendere gli orari delle biblioteche civiche, oltre a mettere a disposizione gli spazi delle circoscrizioni

10. Giunta e deleghe. Quali competenze tecniche/scientifiche dovrà avere l’assessore alle politiche educative ed a Torino Città Universitaria? Quali altri deleghe prevede per lui/lei?

APPENDINO: Noi abbiamo fatto una scelta assolutamente innovativa nella scelta degli assessori. Poco dopo la mia presentazione come candidato Sindaco abbiamo diffuso una chiamata pubblica per chiedere a coloro che avessero voluto di mettersi a disposizione per servire la Città. In questo modo ho già presentato 9 assessori della mia Giunta quindi possiamo parlare non di un profilo teorico ma di una persona, che è già stata indicata. Si tratta di Marco Giusta che avrà la delega alla gioventù e di Federica Patti che avrà le deleghe alle politiche educative. Sono convinta che i cittadini debbano valutare i candidati sindaco in base ai programmi e anche alle persone.

FASSINO: Nella mia attuale giunta l’Assessore somma le deleghe per tutto il ciclo educativo, a partire dalle scuole d’infanzia fino all’università. Ritengo importante vedere il ciclo formativo in termini complessivi, perché è un percorso che non deve avere fratture da un ciclo e un altro e le politiche devono essere integrate. Oltre al fronte della formazione, è importante la qualità dei luoghi attraverso gli interventi di edilizia scolastica

11. Un ricordo dei tempi universitari. Concludiamo con un episodio simpatico rispetto alla sua esperienza universitaria

APPENDINO: Sono stata anch’io uno studente fuori sede. Ho trascorso cinque anni a Milano e, nell’ultimo periodo, ho viaggiato molto perché lavoravo già. Il primo ricordo che mi viene in mente è stato quando durante il periodo olimpico mi sono presa qualche giorno di stacco dall’università per lavorare per le olimpiadi. Accompagnavo gruppi di lingua tedesca e inglese per far conoscere loro le bellezze di Torino.

FASSINO: La mia iscrizione all’Università coincide con il preponderante affermarsi di un clima culturale e sociale di mobilitazione. Era un periodo di grandissima partecipazione, di passione studentesca e di amicizie che ancora oggi rimangono nella mia vita. Da lì che ha fatto irruzione nella mia vita la passione per la politica, una passione civile che non mi ha mai abbandonato.

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Articolo pubblicato il 16/06/2016