Miserevoli astuzie

Referendum sulla modifica della costituzione: una "bomba a orologeria"

 Il "Caro Leader" Matteo Renzi, con una faccia che definire di bronzo è far credito al nobile metallo di eccessivaresilienza e con una capriola mediatica degna di consumati saltimbanchi della politica (a cui peraltro siamo ampiamente abituati!) ha, non si sa quanto di sua sponte, deciso di depotenziare la "bomba  a orologeria" del prossimo referendum sulla modifica della costituzione, il cui successo era stato da lui legato alla propria sopravvivenza quale presidente del Consiglio, confermando che le prossime elezioni politiche si terranno nel 2018, QUALUNQUE sia l'esito del referendum.

Questo brusco e pietoso voltafaccia cosa vuol dire? Vuol dire:

A) che l'ex sindaco di Firenze per primo non crede nella bontà della riforma dal suo Governo proposta, nonostante e oltretutto aver  piazzato ai vertici della televisione pubblica uomini di provata fede, similmente a quanto avviene in Paesi dalla labile democrazia;

B) che non era così sicuro della benevolenza dei suoi "sudditi" e temeva qualche sgambetto (elezioni comunali di Roma e Torino docent!) che lo avrebbe fatto ruzzolare dalla amata poltrona.

Pur senza entrar nel merito del referendum, argomento complesso e più che meritevole di trattazione apposita, giova ricordare che illustri costituzionalisti l'hanno bocciato, in special modo per quella parte, legata alla nuova legge elettorale, chiamata "combinato disposto" che, in estrema sintesi, stravolge completamente il meccanismo elettivo e rischia di concentrare nelle mani del solo Presidente del Consiglio eccessivo potere, tale addirittura da avere influenza sulla Corte Costituzionale!

Altro punto dolente è la nuova composizione del Senato: membri ridotti, è vero, e di molto, ma rappresentati da sindaci e da consiglieri regionali che non avrebbero quindi il tempo materiale di ricoprire adeguatamente nè un incarico nè l'altro!

Il fatto che anche l'A.N.P.I., la potente associazione degli ex partigiani che conta migliaia di iscritti e da sempre "stampella" della sinistra, si sia dichiarata contraria al referendum, totalmente ignorata, tra l'altro, la dice lunga sulla validità delle riforme proposte e sopratutto sulla deriva autoritaria dell'attuale Esecutivo.

Una riforma di tale portata,  infatti, dovrebbe, come molti politici (anche di sinistra!) e costituzionalisti ribadiscono,essere il più possibile condivisa dalle forze politiche e non promossa e redatta  da una maggioranza spuria e raccogliticcia, facente parte di un Governo NON eletto dal popolo e per di più sostenuta, in Parlamento, da figure di dubbia valenza quando non addirittura dichiaratamente inquisite dalla Magistratura!

A modesto parere di chi scrive, la miseramente astuta giravolta si rivelerà il classico "boomerang" e proprio per le ragioni di cui sopra: smentire se stesso è il più grave passo falso che un uomo politico possa fare e quasi sicuro viatico per future batoste elettorali.

 

                                                                                           Leonardo Incorvaia

         

 

         

 

 

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Articolo pubblicato il 26/08/2016