TANDEM TRA FINZIONE E REALTÀ: Streghe al cinema – seconda parte

Affrontiamo questa volta l'argomento a suon di film horror e di paura... tremate, le streghe sono tornate!

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LE STREGHE - SECONDA PARTE 

Sempre in parallelo col mio collega Milo Julini, dopo l'articolo della scorsa settimana più "blando" e divertito sull'argomento "streghe", cercheremo di affrontarlo questa settimana proponendo film più seri, drammatici e molte volte anche a forti tinte paurose o addirittura horror.

Streghe, stregoni, stregonerie. Miti e leggende basati sulle religioni pagane più strettamente legati alla natura e alla terra, ovviamente osteggiati e tacciati dalle altre religioni di eresia e diaboliche pratiche legate a efferati delitti e riti basati su una presunta connessione col maligno.

Personaggi e stili di vita così ambigui non potevano esercitare il loro fascino sul mondo del cinema, come in "Haxan", film del 1922 che è forse il primo esempio di "film/documentario" neo-femminista che si occupa delle evoluzione della stregoneria attraverso i secoli; non a caso portato successivamente in Italia proprio col titolo di "La stregoneria attraverso i secoli".


Audace film dal taglio espressionista con forti scene di nudo integrale (vedi le inquietanti scene dei "Sabba" delle streghe) nonchè con degli ottimi (per l'epoca) effetti speciali con tanto di uso di modellini realizzati in scala per "il volo sulla scopa"; il film è anche una forte critica al Cristianesimo e il suo plotone di monaci atti all'annientamento delle pratiche stregonesche, ponendo le atroci torture inquisitori in luce ben peggiore rispetto ai rituali delle streghe.

Ovviamente sollevando all'epoca un vespaio di critiche e improperi, specie dai cristiani più esagitati, visti come i veri "cattivi" della storia; "Haxan" si può considerare il precursore di tutta una serie di film con tematica e estetica che sono ancora oggi dei punti solidi per il genere.


Sarà infatti nel 1960 che il nostro compatriota Mario Bava esordirà al cinema con il suo indimenticabile "La maschera del demonio", ormai incontestabilmente assorto a "capolavoro cult" e a detta di molti quello che resterà il miglior film del grandioso regista italiano, nonostante la sua filmografia conti altri titoli eccellenti come "Cani arrabbiati", "Operazione paura" o "Terrore nello spazio"... soltanto per citarne alcuni.

La strega in questo caso è stata condannata secoli prima a essere sepolta viva con indosso (appunto) la crudele "maschera del demonio", una visiera di ferro al cui interno dei pungoli appuntiti vanno a conficcarsi direttamente nel viso della donna.


Ma ovviamente la strega sarà maldestramente "risvegliata" da due malcapitati che per caso si ritrovano nella sua tomba, riportandola in vita dopo 200 anni alla ricerca di un corpo in cui reincarnarsi.

Corpo che ritrova e cattura interpretato dalla bellissima Barbara Steele, attrice inglese che grazie al film divenne un'icona del genere per arrivare poi ad essere diretta in dozzine di pellicole da registi del calibro di Fellini, Fulci, Corman, Louis Malle, David Cronenberg, Jonathan Demme e perfino Joe Dante, il quale la pretese e ottenne per il suo altro piccolo cult di esordio "Piranha".

Magnficamente fotografato in un bianco e nero ancora oggi pregno di magia gotica, il film di Bava vive e respira grazie alla fantasia del medesimo di mettere in scena una storia dal fascino secolare in mezzo a scenografie veramente suggestive create a bassissimo costo; una manna ispiratrice quindi per ogni aspirante cineasta che aspira a produrre il suo piccolo film pur essendo a corto di mezzi; dove è il vero talento e l'estro creativo del regista che deve fare la differenza.

E parlando di geni creativi e innovatori non possiamo come al solito (quando si parla di horror) fare a meno di citare il grande George A. Romero, il quale, reduce dal successo mondiale del suo esordio con "La notte dei morti viventi", porterà al cinema nel 1972 il film "La stagione della strega".

Un film dove in realtà la stregoneria è solo un pretesto per fare a pezzi (metaforicamente e non soltanto) la classe medio-borghese americana, categoria alla quale la protagonista Jan White appartiene sentendosene prigioniera senza via d'uscita; palese in questo caso la scena iniziale con il suo incubo di essere portata per un collare e rinchiusa in un cortile come un qualsiasi animale domestico.


E' solo quando incontra una piccola congrega di streghe e inizia a leggere sull'argomento che la donna si ravviva, cominciando una relazione extra-coniugale e sentendosi più rinvigorita e sicura della sua persona.

Ma ovviamente nessun vantaggio arriva gratis e in questo caso il prezzo sarà la perdita della figlia e successivamente quella del marito, per poi capire infine di essere rimasta esattamente la stessa persona che era all'inizio.

Un altro film originale di Romero che purtroppo fece flop al botteghino, grazie forse anche a un pubblico che si aspettava qualcosa di più truculento dopo il suo primo epico film sugli zombie.


Tornando di nuovo in Italia e parlando di un altro famosissimo regista horror, possiamo citare il film "Suspiria", altro splendido film del nostro connazionale Dario Argento.

Nel film una congrega di streghe si cela in una scuola di danza tormentando maleficamente le alunne che la frequentano, a detta stessa del regista un palese riferimento all'adorazione delle stesse per il ballo, come ad esempio avviene durante i loro Sabba in cui la danza e il canto sono un modo rituale per entrare in contatto con gli spiriti.


Visivamente ispirato come al solito per i film di Argento, che qui magistralmente immerge le atmosfere "scolaresche" dell'ambientazione fortificando i "colori primari" blu, rossi e verdi; cristallizzando gli archetipi di paura nell'estetica già proposta precedentemente da Bava e Fulci, ma facendoli suoi e adattando il tutto ai propri registri narrativi e modus operandi stilistico visivi.

Il film ottenne un ottimo incasso anche a seguito della fama internazionale di "Profondo rosso" di pochi anni prima, altro grandioso film horror a base di visioni psichiche su efferati delitti e traumi infantili.


Arrivando agli anni 2000, menzione merita poi il famosissimo "The Blair Witch Project", film sin troppo indipendente che narra le vicende di questo trio di amici+amica alla ricerca delle tracce della famosa "Strega di Blair".

La vera genialità del film consiste onestamente nell'essere stato uno dei primi a sfruttare la "viralità" mediatica di Internet, realizzando una campagna marketing accattivante e decisamente ben più curata e finanziata del film stesso, a conti fatti.


Non che comunque il film sia "da disprezzare", riuscendo anche a creare una buona tensione narrativa e visiva in certi frangenti, basandosi su una storia trita e ritrta ma tuttosommato sempre godibile e inserita più che bene all'interno del film.

Partendo dal ritrovamento dei nastri "delle vittime", il film ci sballotta (anche troppo in certe inquadrature) trascinandoci dai loro primi giorni in questo boschetto del Maryland e paesini limitrofi, fino all'inevitabile scontro finale contro la strega cattiva che, ahimè, non ci sarà mai dato vedere in carne ed ossa.

Parlando di streghe più "moderne", ci tocca allora citare il terrificante "Drag Me to Hell" del 2009, più che riuscito ritorno all'horror di un veterano del genere come Sam Raimi, pluri-acclamato inventore della saga de "La casa" ("Evil Dead" in lingua originale) e autore dei primi 3 capitoli della saga multimilionaria di SpiderMan.

In "Drag me to hell" la strega è semplicemente in cerca di vendetta, dopo essere stata maltrattata da un'impiegata bancaria che diventerà la vittima predestinata della sua spietata maledizione.


Maledizione che le scaglierà contro niente poco meno che il demone Lamia, il quale la terrorizzerà per tre giorni prima di reclamare la sua anima trascinandola all'inferno.

Narrativamente forse non originalissimo, dato che somiglia molto al famoso "Occhio del male" di Stephen King (da cui Tom Holland tirò fuori un buon film omonimo nel 1996), dove la maledizione era scagliata sull'avvocato, il giudice e il poliziotto che si coprivano a vicenda in tribunale per la morte di una povera zingara.

Ma visivamente ovviamente siamo diverse spanne sopra valendo più che solo per la mano alla regia di Raimi il prezzo del biglietto, in una miscela ben congegnata e sfruttata di effetti speciali modernissimi e sequenze horror vecchio stile, costruite sapientemente con la giusta suspance e il crescendo emotivo necessario.


Uno dei film più riusciti recentemente proposti al cinema dal buon vecchio Raimi, insomma, dopo il flop commerciale del terzo Spiderman e del suo ultimo "Il grande e potente Oz".

Passando a un altro horror statunitense e restando in tema streghe, bisognerà sicuramente anche parlare del particolarissimo "Le streghe di Salem" ("The Lords of Salem" in realtà nell'originale) diretto da Rob Zombie, regista/musicista che già dal suo nome d'arte fa capire la sua passione per i film di paura grondanti sangue e pregni di violenza; sempre però attorno a un'ottima sceneggiatura di base e mai soltanto fine a sè stessa per il mero gusto horror porn.

Il ruolo della "strega" è qui interpretato dalla sua magnifica consorte Sheri Moon Zombie, già psicopatica conclamata nei precedenti "La casa dei 1000 corpi" e "La casa del diavolo", omaggi ai vecchi slasher riproposti però in chiave moderna sempre diretti dal marito.


La bella Moon è infatti una deejay di successo che per sua sfortuna (oppure no?) è destinata a diventare il fulcro di un rito satanico incentrato sullo sterminio di una congrega di streghe avvenuto anni prima, per il quale saranno infatti gli eredi dei loro persecutori a pagarne le spese.

Un ottimo horror che unisce sapientemente l'amore per la musica da una parte e quello per gli horror vecchio stile che uniscono a meraviglia l'elemento "psicologico" a quello "demoniaco" nella personale discesa all'inferno della protagonista, inconsapevole "strega madre" di una congrega di vecchie signore che infatti la isolano sempre più dalla realtà per portare a compimento il loro rituale.


Arrivando finalmente al 2015, è apparso a sorpresa nelle sale "The Witch", interessante esordio alla regia di tale Robert Eggers; altro nome di cui personalmente seguirò senz'altro i futuri sviluppi.

Partendo alla premessa di una famiglia del 1600 scacciata dalla propria comunità per le farneticazioni religiose del padre, il regista costruisce un sapiente horror psicologico tutto incentrato sulle figure dei familiari costretti all'esilio in questa piccola casetta sperduta nel bosco.

Bosco che è ovviamente dimora di una congrega spietata di streghe, le quali rapiscono prima il neonato di famiglia per poi riuscire lentamente e letteralmente a mettere uno contro l'altro l'intero nucleo familiare.

Nucleo familiare che si sgretola per le piccole e meschine vergogne personali di ogni componente, dalla gelosia della madre per la figlia più giovane e più bella; l'attrazione incestuosa che il fratello prova per la stessa; infine ma non di meno poi la assoluta incapacità comunicativa del padre.

Padre infatti che rappresenta la religione in tutto e per tutto, l'esaltazione fanatica di una disciplina che non ammette repliche e non lascia spazio alla ragione.


Ragione che ben sappiamo, quando è messa a riposo genera i suoi mostri, atroci figure in sembianze umane ma dalla mente sconvolta dalle proprie personali follie, fobie e fisime miserevoli che sono capaci di distruggere ben più che una semplice piccola famiglia; ma anche una intera società e nazione.


SPERIAMO ASSIEME AL MIO "COLLEGA IN TANDEM" DI AVERE AMPIAMENTE PARLATO DEL TEMA "STREGHE", ARGOMENTO IMMENSO CHE METTE IN DUBBIO LE NOSTRE CERTEZZE SULLA NATURA E SULLA RELIGIONE, NONCHE' SULLA "NOSTRA NATURA" E LA "NATURA" DELLA NOSTRA RELIGIONE; SE MI PASSATE IL PICCOLO GIOCO DI PAROLE. UN ARGOMENTO CHE COMUNQUE PER SERIETA' NON SI PUO LIQUIDARE IN POCHE PAROLE ALL'URLO DI "DAGLI ALLA STREGA", MA VA CAPITO E APPROFONDITO E ANALIZZATO PER CAPIRE DOVE INIZIA UN FENOMENO (QUELLO DELLA STREGONERIA) E DOVE IN REALTA' FINISCE LA RELIGIONE, RELIGIONE CHE TANTO FACILMENTE PUO' SFOCIARE IN FANATISMO COME AHINOI CI TOCCA VEDERE IN TERRIBILI IMMAGINI DI ATTENTATI OGNI GIORNO, RICORDANDO CHE OGGIE E' PER L'APPUNTO L'11 SETTEMBRE.

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Articolo pubblicato il 11/09/2016