Bambina cieca per cataratta congenita bilaterale riacquista la vista grazie ad un intervento chirurgico eseguito presso l’Ospedale Oftalmico di Torino

L’intervento, di elevata complessità, è stato eseguito dal professor Savino D’Amelio, direttore del Dipartimento di Malattie Oculistiche

Giovedì 15 settembre, presso l’Ospedale Oftalmico di Torino, una bimba di 2 anni e 3 mesi, cieca per cataratta congenita bilaterale, dopo una operazione chirurgica durata quasi 4 ore, ha riacquistato la vista grazie all’asportazione della cataratta e all’impianto bilaterale di due cristallini.

L’intervento di elevata complessità è stato eseguito dal professor Savino D’Amelio, direttore del Dipartimento di Malattie Oculistiche dell’Ospedale Oftalmico di Torino, che ha deciso di operare contemporaneamente i due occhi nella stessa seduta per non creare squilibri della visione binoculare e per evitare i rischi di una doppia anestesia.

Si tratta di un intervento che può essere effettuato soltanto in pochissimi centri al mondo: il professor D’Amelio, presidente dal 2010 al 2013 della SIOP (Società Italiana di Oftalmologia Pediatrica) e autore di una monografia sulla cataratta congenita pediatrica, spiega che questo intervento costituisce una delle tante punte di eccellenza dell’Ospedale Oftalmico. Può essere eseguito con successo soltanto grazie all’utilizzo delle tecnologie più all’avanguardia, alla sinergia tra oculisti competenti in settori sub specialistici dell’oftalmologia, all’impiego di apparecchiature e di una tecnologia d’avanguardia.

Alle ultime elezioni di giugno, il professor D’Amelio ha presentato la Lista “Salviamo l'Oftalmico - Insieme” per evitarne la chiusura, annunciata a febbraio dall’assessorato regionale alla Sanità, quando qualche settimana più tardi l’Associazione Mondiale degli Ospedali Monospecialistici (WAEH) lo ha riconosciuto come centro di eccellenza.

Anche in quest’ occasione il professor D’Amelio ha insistito sull’importanza di mantenere l’Oftalmico nella sua unitarietà che oggi dispone di 5 sale operatorie, dove i vari specialisti possono operare in contemporanea, fornendosi in caso di necessità vicendevoli suggerimenti e consulenze. Evidente quindi la necessità di mantenere questa concentrazione di specialisti di massima competenza oftalmologica, in netto contrasto con la disposizione di chiusura e trasferimento dei servizi in parte alle Molinette e in parte al San Giovanni Bosco.  

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Articolo pubblicato il 19/09/2016