L' Avvocato del diavolo

Vizi privati e pubbliche virtù italiche

Ahi serva Italia, di dolore ostello,

nave sanza nocchiere in gran tempesta,

non donna di provincie, ma bordello !

 

6 ° Canto del Purgatorio – Invettiva di Dante all' Italia e a Firenze

 

Certo che, leggendo la parte iniziale di questo canto del Purgatorio di Dante, il noto poeta fiorentino che ha messo in luce ed esposto in versi impareggiabili il carattere ed i sempiterni vizi degli italiani, sembra che il tempo trascorso dal Medioevo ad oggi non sia affatto passato.


Sempre in bilico, ieri come oggi, tra il potentato economico simil-imperiale, rappresentato dalla Germania, e quello del papato, rappresentato dalle leggi spirituali nonchè temporali della Chiesa cattolica romana che in Italia è sempre molto importante, le classi politiche italiane, centrali e locali, si dibattono anche oggi tra mille problematiche quasi mai incentrate sulla loro risoluzione con il buon senso, ma concentrate sulla mera sopravvivenza di coloro che ne fanno parte.


Tant'è che anche oggi ciò che succede in Italia non viene capito dalla gente delle altre nazioni o, meglio, non viene tenuto in nessuna considerazione da loro data la frammentazione tra i vari partiti e partitini simili tra di loro, e dove il linguaggio politico tende a rendere oscuri alcuni  concetti della democrazia, da quando cioè, con la DC del secondo dopoguerra, s' incominciò a parlare  di " Convergenze parallele" e di " Preambolo". Roba da puri intenditori di maneggi tra le varie correnti e correntine della " Balena bianca", il partito di maggioranza, ed i loro alleati di quei momenti.

 

Ieri come oggi, alla dolorosa rappresentazione da parte del poeta di una società in cui sono banditi i supremi ideali dell’ordinato vivere civile, si aggiunge l’invocazione, quasi disperata, ad un soccorso divino, l' unico forse ancora in grado di mettere a posto un popolo indisciplinato e riottoso, frammentato a macchia di leopardo tra le varie città così diverse l' una dall' altra. 

 

Intanto, se il nostro gran parlare dappertutto, come nei talk show televisivi, nelle interviste a destra e a manca, nelle comparsate di tutti i nostri politici sui media potesse essere monetizzato, l' Italia sicuramente sarebbe il Paese di gran lunga più ricco in Europa. Ma, purtroppo, il gran movimento di mascelle che emettono aria fritta non è stato ancora collegato ad una macchina che muova un congegno in grado di produrre energia, vitale per alimentare le nostre scarse finanze.

 

L' Italia, come ci hanno ricordato recentemente l' OCSE e l' ISTAT, è ferma da quindici anni, l' economia non cresce e ogni occasione di realizzare qualche progresso viene regolarmente elusa dalla politica del “ No”.

 

A Roma, capitale di un' Italia parolaia e fuori controllo, dove i politici locali non sono in grado nemmeno di organizzare e gestire i servizi pubblici fondamentali necessari alla cittadinanza, come la raccolta dei rifiuti, la manutenzione delle strade ed i trasporti pubblici nemmeno degni di una città del terzo mondo, la situazione della capitale continua ad essere drammatica.

 

Ultimamente si è fatto gran parlare della candidatura della città eterna alle Olimpiadi del 2024 come se avessimo già in tasca la manifestazione (*), ma tutto si è risolto con un nulla di fatto ed una gran perdita di tempo dovuti alla politica del “ No” rappresentata magistralmente dalla sindaca Raggi.

 

Andando avanti di questo passo o, meglio, all' indietro, nemmeno l' Autostrada del Sole sarebbe potuta essere realizzata già negli anni ' 60 del secolo scorso, e gli italiani sarebbero costretti ad utilizzare ancora oggi l'Aurelia per andare da Nord a Sud, impiegando quasi tre volte il tempo che ci si mette ora in macchina sull' Autostrada del Sole.

 

All' epoca i fondi vennero trovati con un' oculata politica di investimenti pubblici, che hanno non solo migliorato i collegamenti stradali, ma hanno dato lavoro a migliaia di persone. Probabilmente, qualcuno ci ha lucrato sopra illegalmente, ma almeno l' economia si è mossa e le cose concrete sono state realizzate, l' Italia ha conosciuto in quel periodo il famoso “ Boom economico” e andava più che bene, ad onta di tutti quelli che amano solo parlare e odiano i buchi attraverso e sotto le montagne. Tuttavia, a tutti costoro non dispiace passare tranquillamente per i “ buchi”, invece di essere coerenti e usare ecologicamente le mulattiere.

 

Dire che i cospicui investimenti per l' organizzazione delle Olimpiadi (circa 5 miliardi di euro, di cui 2 stanziati da parte del governo italiano e gli altri 3 da sponsor ed enti e istituzioni private) verrebbero sprecati in opere inutili e che agevolerebbero solo i palazzinari che lucrerebbero sul grande evento è un enorme controsenso, perchè dovrebbero essere proprio questi nuovi e “ puliti” politici a gestire tutte le fasi dei lavori, fatto che dimostra che a quel tipo di politica non ci credono nemmeno coloro che la propugnano, non fidandosi nemmeno di sé stessi. In altre parole, se non si inizia mai nulla perchè potrebbe andare male non s' incomincerà mai nulla, e Colombo non avrebbe scoperto l' America, non partendo per timore di qualche falla nelle sue caravelle nel corso di un viaggio lungo, incerto ed avventuroso.

 

A tutto ciò si aggiunga il fatto che esportare all' estero l' immagine di un' Italia rinunciataria perchè soffocata dal malaffare è un brutto colpo per il nostro turismo e per gli investitori esteri, mentre sarebbe necessario effettuare tutte quelle azioni positive per far crescere gli interscambi culturali, turistici e d' affari con tutti gli altri Paesi. Inoltre, invece di progettare Olimpiadi faraoniche come in passato, ad esempio Parigi, una delle città candidate, sta immaginando Olimpiadi low cost, al di sotto di 3 miliardi di euro d' investimento, piuttosto che essere esclusa da questa importante manifestazione. 

 

Come esempio di investimento pubblico risolutivo e ben gestito, ricordiamo il New Deal  o «nuovo corso», cioè il piano di riforme economiche e sociali promosso dal presidente statunitense Franklin Delano Roosevelt tra il 1933 e il 1937, allo scopo di risollevare il Paese dalla grande depressione che aveva travolto gli  USA a partire dal 1929 (il ' Giovedì nero '), fu basato essenzialmente su grandi lavori pubblici sui quali il governo americano investiva e che, dando lavoro a decine di migliaia di persone, risollevò nel giro di pochi anni il Paese dalla grande crisi.

 

Ricordiamo brevemente le Olimpiadi invernali di Torino del 2006 che, gestite benissimo, non diedero la stura a nessuno scandalo e dotarono Torino di una modernissima metropolitana, il cui progetto era fermo da molti anni per mancanza di fondi.

 

Progresso vuol dire semplicemente andare avanti, e stare fermi implica che qualcuno non vuole progredire, mancando ad una delle cose per cui la politica è nata: la gestione della cosa pubblica nella Polis, la città.

 

Potremmo quindi, arrivati a questo punto, coniare un nuovo termine qui da noi: la “ Fermitudine “, cioè l' attitudine a stare fermi, un neologismo che verrà molto amato da coloro che, con fermezza, non esercitano nessuna cultura industriale e nemmeno quella politica. Chi vuole progredire non ha che una scelta: fare le cose facendole bene. In caso contrario la politica non serve a nulla ed è solo un pensiero non concretizzabile e fallimentare, utile solo a mantenere al suo posto una costosissima classe politica.


(*) Dopo la rinuncia della sindaca Raggi a candidare Roma, a contendersi le Olimpiadi 2024 rimangono le città di Los Angeles, Parigi e Budapest. La scelta verrà effettuata a settembre 2017.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 25/09/2016