La “buona scuola” nella Sicilia del ministro Alfano

Fino a quando il popolo italiano dovrà sopportare?

  Un’insegnante del Liceo Classico in una cittadina della Sicilia occidentale mi scrive per raccontare la sua condizione.

All’inizio dell’anno scolastico, si è trovata in classe 12 (dodici) extracomunitari africani che non parlano e non capiscono la lingua italiana. Aggiunti agli allievi italiani, la classe si è gonfiata a dismisura e l’attività didattica è divenuta impossibile.

Alle sue proteste, il Provveditorato agli Studi ha risposto: non si deve essere razzisti e si deve assolutamente integrare.

Come si possa integrare in un liceo chi non parla la nostra lingua, non l’hanno spiegato!

Nel Liceo dove insegna, ne sono stati aggregati in tutto 50, assegnati, in base all’età, alle varie classi.

Ad esempio, quelli che hanno 18 anni, sono stati inseriti nella terza Liceo Classico, quando non sarebbero idonei neppure per una prima elementare!

Come non bastasse, anche i nuovi insegnanti di ruolo sono di preparazione e di livello infimo.

Questa è la BUONA SCUOLA di Matteo Renzi nella terra di Angelino Alfano.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 24/09/2016