Regione Piemonte, esce di scena Fulvio Moirano, il potente boss della Sanità

A nemico che parte, ponti d’oro

La telenovela dell’approdo in Sardegna di Fulvio Moirano, il potente boiardo della Sanità Regionale andava avanti da qualche mese. Un influente consigliere della maggioranza, interpretando i malumori non tanto sotterranei dei suoi compagni di cordata nei confronti del direttore generale, in primavera già sussurrava che il nostro era alla ricerca di un lido sicuro. Poi, dopo le prime indiscrezioni e le smentite di fine estate, è tornata alla ribalta la versione definitiva.

Fulvio Moirano dal 17 ottobre ricoprirà la carica di direttore unico dell’ASL della Sardegna. Lì gli sarà consentito di superare la tagliola dei 65 anni di età, invalicabile alla regione Piemonte. Così almeno formalmente la sua fuga viene rivestita da una motivazione personale.

La sua uscita ha riacceso le polemiche non tanto sotterranee che avevano contrapposto le scelte di corso Regina Margherita avversate dai sindaci del Piemonte che in un primi tempo avevano presentato ricorsi al Tar contro il Piano di riordino dell’attività ospedaliera, eccessivamente penalizzante per il loro territorio. Chiamparino  è avvertito.

Anche l’opposizione aveva sollecitato un confronto pubblico "Abbiamo richiesto come Gruppo, annunciava Gilberto Pichetto, capogruppo di FI, che il presidente Chiamparino e l'assessore Saitta riferiscano domani in Aula in merito alla nomina di Fulvio Moirano alla guida dell'Azienda unica regionale (Ats) di Sassari. Crediamo che sia importante che un cambio di questa natura ai vertici della Sanità venga in Aula e non tramite la pubblicazione sui media". 

Seguiva la sollecitazione giunta anche dal M5S, così ieri se n’è finalmente parlato in Consiglio Regionale. Apre le danza l’assessore Saitta comprimario delle scelte poi portate avanti dal braccio armato Moirano.

L’assessore si esprime, con il linguaggio di circostanza; “Desidero esprimere il mio  ringraziamento ed apprezzamento per il grande lavoro fatto dal Direttore Moirano. In tempi straordinariamente brevi sono state assunte scelte che si attendevano da anni, ponendo le basi per l’uscita dal piano di rientro. Scelte complesse e difficili, perché il Piemonte veniva da anni di non governo e di mancanza di programmazione e di controllo. In pochi mesi abbiamo ridisegnato la rete ospedaliera applicando il Patto per la Salute, sono stati realizzati i programmi operativi concordati con il tavolo di monitoraggio di Roma, sono stati riportati sotto controllo i conti delle nostre aziende. Tutto questo è avvenuto grazie alle competenze tecniche di Moirano e alla determinazione con cui si è voluto rompere abitudini consolidate da troppo tempo nella sanità piemontese”. Per poi lanciare qualche avvertimento non troppo cifrato:

“Questo lavoro continuerà e nessuno si illuda che si possa tornare indietro. Lunedì in Giunta approveremo l’avviso pubblico per il bando nazionale, così da poter arrivare in un tempo congruo alla scelta del nuovo Direttore Generale che sarà una figura di alto profilo, che porterà avanti quanto fatto fino ad oggi, ascoltando le amministrazioni e i territori, ma assumendoci la responsabilità delle scelte programmatorie che ci competono” – ha concluso Saitta.

Di parere opposto i consiglieri del M5S. Così  Davide Bono che ha definito la comunicazione di Saitta “surreale, visti anche i tanti mal di pancia della maggioranza su molte riforme. Tra l’altro non abbiamo nemmeno potuto discutere la riforma sanitaria e ospedaliera, prosegue Bono. Sarà interessante conoscere il corrispettivo della liquidazione di Moirano”.

La consigliere del M5S Stefania Batzella ha ribadito come” il Piano della Riforma del sistema ospedaliero non abbia ricevuto il voto del consiglio regionale. Oltre ai tagli operati soprattutto al di fuori di Torino, il direttore regionale non ha mai discusso e accettato le istanze del territorio, ad iniziare dalla soppressione dei punti nascite, significati anche dalla presenza in consiglio comunale di cittadini, associazioni di pazienti e rappresentanti delle istituzioni”. Per poi concludere Non è certo, quella di Moirano un’ eredità positiva da rimpiangere. Vigileremo sui criteri di nomina del nuovo Direttore Generale e, se del caso, chiederemo le dimissioni dell’assessore Saitta”.

Nel pomeriggio una nota del M5S, a firma di Bono e Batzella ripropone e amplifica il pensiero del gruppo, che non ha mai condiviso lo stile sprezzante e autoreferente dell’ormai quasi ex direttore generale.

Da parte della maggioranza, bocche cucite, eccetto un intervento di lode quasi notarile del consigliere Paolo Allemano del PD che forse ha dimenticato gli sfracelli compiti dalla Bresso in  poi all’ospedale di Saluzzo, ridotto da centro d’eccellenza a medicheria.

Disastri in parte compiuti quando lui rivestiva i panni di sindaco della capitale del Marchesato.

Inappuntabile ed astuto l’intervento del capogruppo del PD, Davide Gariglio che vola alto senza quasi citare Moirano, ma lanciando segnali di fumo a Chiamparino .“Finita la fase politica della spartizione dei primariati: crediamo che questa sia una scelta vincente, perché quando si è malati a nessuno interessa il colore politico del medico che ci cura. Chiediamo ora che venga fatta una scelta di alto profilo per rimpiazzare Moirano: molto lavoro è stato fatto, ma molto è ancora da fare. Chiaro che queste dimissioni, conclude Gariglio, ora portano dei problemi di continuità nell’affrontare i processi: dovremo rivedere le regole per evitare che qualcuno vada via a metà del lavoro”.

Altri consiglieri hanno manifestato la presa di distanze nei confronti dei salmi cantati dalla Giunta. La capogruppo della Lega nord Gianna Gancia ha così manifestato la sua contrarietà per” un dibattito che ritengo inutile, in quanto in questi anni, oltre a non essere state prese in considerazione le osservazioni dei consiglieri regionali, le scelte della Sanità, ad iniziare dall’approvazione del Piano di riordino sono avvenute altrove. Qui si procede in ordine sparso, conclude Gianna  Gancia, senza programmazione. Il cittadino diventa un optional”.

Di egual tenore Alessandro Benvenuto “Saitta ha avuto parole di elogio per tutti e si è in pratica detto soddisfatto della situazione attuale. L'unica spiegazione logica a tutto questo è che l'assessore viva in un mondo parallelo. La realtà che vivono i Piemontesi è un'altra e ci dice che la sanità regionale sta facendo acqua da tutte le parti. Un piano di rientro con troppi tagli come quello portato avanti dalla Regione non può che portare a una drastica riduzione dei servizi e a rimetterci sono e saranno i Cittadini, ribadisce il consigliere della Lega Nord":

“Serve che questa amministrazione – ha poi spiegato Gilberto PIchetto, capogruppo di Forza Italia, sia pronta ad affrontare  in modo rapido e capace non solo la ricerca di una nuova professionalità ma anche il passaggio delle consegne e delle responsabilità al nuovo direttore, senza compromettere le funzionalità e l’offerta dei servizi della sanità regionale”.

“Oltre ai motivi professionali, ha concluso il capogruppo di FI,  che hanno spinto Moirano alle dimissioni, sarebbe interessante capire se questa amministrazione non abbia responsabilità sulla lunga scia di congedi che si sono registrati in questi mesi”.

In una nota diffusa a chiusura del dibattimento, Alfredo Monaco, Consigliere Regionale di Rete Civica, sintetizza il suo pensiero: “Riguardo al nuovo incarico che il Direttore Generale della Sanità Fulvio Moirano andrà a ricoprire in Sardegna, condivido le parole del Presidente Sergio Chiamparino. Moirano ha fatto  il suo lavoro, dovendo tenere conto di leggi sottostanti sbagliate, come quella sul piano di rientro, ma le leggi vanno rispettate. Ora si cercherà una persona di alto profilo professionale che sappia dialogare con il territorio. Speriamo, conclude il consigliere,  che in questo ultimo mese la sua autorevolezza non venga minata; abbiamo il tempo per cercare un degno sostituto”.

La Giunta Chiamparino, complice  i pesanti tagli operati dal Governo sulla spesa sanitaria, ha dovuto fronteggiare il pesante deficit ereditato dalla gestioni clientelari e dalla scelte sbagliate di Ghigo, Bresso e in parte anche di Cota. Resta ancora aperta una pendenza con il Governo sui debiti pregressi, per far uscire il Piemonte dal piano di rientro.

Si è pero, forse volutamente dimenticato che la Sanità non è la fabbrica degli spilli, ma c’è in ballo la salute delle persone che, oltre ad esigere l’adeguatezza delle cure, non dovrebbero essere trattate come pacchi postali da sballottare da una sede all’altra, con la piaga delle code, che vanno a infierire soprattutto sugli ultimi.

La Gestione dell’accoppiata Saitta Moirano si è invece distinta nel tratto indisponente e sordo ad ogni logica istanza, forse trascurando d’intervenire dove si sarebbero potuti risparmiare ingenti somme, ma calando l’inesorabile mannaia sui servizi al cittadino. Nella replica dell’assessore e in qualche frase pronunciata da Chiamparino, si è impugnata la spada moralizzattrice nei confronti delle lobby. Purtroppo si è associato quel temine dispregiativo, con le istanze locali e con i primariati.

Ciò suona come diffidenza e disprezzo verso le legittime istanze che sono ripetutamente pervenute al consiglio regionale e contro i professionisti che stanno compiendo onestamente e con zelo, il loro lavoro.

Sui primariati, poi vorremo sapere chi ha inteso colpire la giunta di fronte a casi evidenti e macroscopici avvenuti recentemente.  Saitta si è posto il problema lobby quando, a fronte del declassamento di un importante primariato alle Molinette, invece di consentire la successione naturale, si è calato nelle quarte file per promuovere un pupillo di un capogruppo di maggioranza?

Oppure alla ASL 4, ove si è decapitato il primariato della Nefrologia di Ivrea, per poi ridurre i turni di dialisi, deportando i dializzati in altri ospedali e incrementando le liste d’attesa?

In questi casi che toccano direttamente i malati, ove si posizionano le lobby? Nelle “torbide istanze locali sostenute da cittadini inermi” o nelle sedi del PD?

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Articolo pubblicato il 28/09/2016