Il lago di Arignano ed un antico mulino, a breve distanza da Torino, situati in luoghi la cui bellezza va preservata

Nascosto fra le colline, compreso tra i comuni di Arignano e Marentino vi è un luogo in cui è possibile fare un tuffo nel passato. Ci si trova infatti  in un angolo tranquillo dove è possibile sperimentare gradevoli e facili escursioni immersi nella Natura, con la possibilità di passeggiare tranquilli lungo le rive di un lago a poca distanza da Torino. Si tratta di un invaso creato artificialmente, noto come “Lago  di Arignano” in cui si può anche ammirare un isolotto che attualmente rappresenta una oasi faunistica di notevole pregio.

LAGOll lago  venne  progettato e realizzato negli anni Quaranta dell'Ottocento dal conte Paolo Remigio Costa, che, preoccupato per la grave siccità di quegli anni, immaginò il bacino in sarebbero state fatte confluire le acque di numerosi rivi per creare una sicura e comoda riserva d’acqua. Non tutti i proprietari terrieri della zona furono subito d’accordo, vi furono lunghe discussioni fra favorevoli e contrari, ma alla fine il conte la spuntò e il 5 febbraio del 1839, ottenne la Regia Patente per dare inizio all’opera che ancora oggi, grazie ad una oculata manutenzione, è ancora possibile ammirare.

L’opera venne realizzata in tempi relativamente rapidi creando una diga di sbarramento della vallata situata fra  Arignano ad est, Marentino ad ovest e l'ex-comune di Avuglione a nord. Il lago  si rivelò fin da subito provvidenziale per l’economia dei luoghi circostanti, favorendo d’estate l’adeguato supporto idrico ai terreni, mentre d’inverno si trasformava in una notevole riserva di ghiaccio immesso, nella stagione calda, nei locali destinati alla conservazione dei cibi della famiglia Costa.  

Prossimo alla sponda occidentale,  con il l’abbondante massa di terra scavata per creare l’invaso,era stato realizzato un isolotto, su cui un tempo approdavano piccole barchette per il diletto della famiglia Costa. Oggi sull’isolotto vi sono alberi di grandi dimensioni che è possibile osservare solo da riva, poiché è vi è il divieto di raggiungerlo, essendo la navigazione e la balneazione proibite. Con la decadenza della famiglia Costa cominciò il declino del lago che cambiò più volte di proprietà fino a che, al culmine dell’abbandono, nel 1980, venne svuotato, ma nel 2005 venne nuovamente riempito e oggi è di nuovo possibile godere della bellezza del paesaggio, rimasto sostanzialmente integro.

DUEPer evitare che un simile patrimonio possa subire modificazioni tali da snaturarlo, Sabato 24.09.2016 si è tenuto un importante incontro con l’intento di salvaguardare un bene tanto prezioso, affinché ne possano usufruire come oggi è possibile fare, anche le generazioni future. Ospitati dai proprietari del vecchio mulino del lago, che gentilmente hanno offerto la possibilità di usufruire del loro incantevole prato antistante l'antica costruzione, il prof Marco De Vecchi, agronomo, ha spiegato quanto è stato fatto per realizzare tale obbiettivo.affiancato dalla dottoressa Francesca Saglio, da alcuni esponenti della Regione Piemonte e del Comune di Torino ha spiegato quanto è stato fatto per realizzare tale obbiettivo.

"La salvaguardia e la tutela del proprio paesaggio - ha spiegato il professore - è prevista da una serie di  norme legate alla pianificazione; è possibile infatti utilizzare  percorsi che coinvolgono il cittadino, per segnalare ciò che chiunque ritenga di pregio, di interesse comune, che sia degno insomma di essere conservato nelle condizioni originali a beneficio delle generazioni future. Una legge, la 42 del Codice dei Beni Culturali  del paese, all'articolo 136 contempla  la possibilità di segnalare gli elementi del paesaggio meritevoli di interesse".


PUB 3"L'articolo successivo, il 137, fornisce le indicazioni su quali siano le condizioni perché determinati luoghi rientrino nei vincoli paesaggistici. Così, siccome la legge lo consente, si è voluto provare a indirizzare alcune richieste condivise dalle comunità locali. Con queste abbiamo inviato alla apposita commissione  alcune semplici lettere facendo riferimento a quanto prevede la legge territoriale, corroborando queste richieste con una serie di indicazioni dal punto di vista degli elementi di pregio delle diverse realtà. Si sono cimentati tre paesi nella provincia di Asti che oggi hanno concluso il loro iter burocratico, iniziato nel 2010, quando in Regione c'era ancora la Bresso e al governo il ministro Bondi. Ci sono voluti quattro anni. Lo sottolineo  perché, ora che abbiamo inviato la richiesta per la tutela del lago dovremo prepararci ad una lunga attesa".

"Quando la lettera giungerà alla commissione, questa dovrà valutare la richiesta; io mi pregio di far parte della commissione che giudica le domande ricevute - continua De Vecchi - quindi la vedrò di certo ed essendo  ben consapevole del valore di questa zona paesaggistica, non potrò fare altro che illustrare ancora più in dettaglio quelli che sono gli elementi di pregio di questo luogo. Ho pertanto la speranza che questa venga accolta e che ci si possa ritrovare qui fra quattro anni a festeggiare  l'ottenuta salvaguardia del lago di Arignano".

BIIC"Una volta verificata la bontà della richiesta e del valore del paesaggio, se la domanda verrà accettata, ritenuta valida e fondata, verrà pubblicata sul bollettino della Regione Piemonte e, nel momento in cui ha luogo l'applicazione,  la tutela diverrà immediata. Ci vorranno poi altri 90 giorni per eventuali osservazioni; ovviamente chiunque potrà fare qualsivoglia osservazione e, se non ci sono contestazioni, l'iter si concluderà con l'approvazione della richiesta e il sito avrà il riconoscimento. La dichiarazione prevede norme di gestione del territorio che sono ben precise; ovviamente variano da luogo a luogo e dovranno essere rispettate,  in una visione  che non potrà che essere lungimirante".

"Per potersi sincerar della bontà della richiesta e del valore del paesaggio dopo essere ritenuta valida e fondata,  verrà pubblicata sul bollettino della Regione Piemonte e il momento in cui avrà luogo l'applicazione, la tutela sarà  immediata. Saranno poi necessari  poi altri 90 giorni per eventuali osservazioni poichè, ovviamente, chiunque potrà fare osservazioni, ma  se non ci saranno contestazioni l'iter si concluderà con l'approvazione della richiesta e il sito avrà il riconoscimento. La dichiarazione prevede il rispetto di norme di gestione del territorio ben precise; ovviamente queste variano da luogo a luogo, in una visione lungimirante nella gestione del territorio ".

La dottoressa Francesca Saglio ha sottolineato invece l'importanza dell'identità storica del lago, ancora oggi attuale. "E' vero che era stato costruito, ed intensamente voluto dai Costa - ha affermato" - e poi era stato lasciato cadere in disuso, però le amministrazioni locali,  decidendo di dargli nuova vita, hanno ricreato quel nucleo storico e sociale che si era precedentemente costituito. Quindi di tutto ciò che avevano realizzato i Costa, il lago ne  era una parte integrante, un elemento  del loro territorio".

"Ovviamente  tutto questo è stato inserito nella dichiarazione. Questo può aver creato una richiesta
eterogenea perchè vi sono stati inclusi numerosi aspetti diversi, elemento questo che forse mancava nelle altre dichiarazioni. Il punto dell'identità è però effettivamente più complesso, perché la società è in continua mutazione; ci sono immigrazioni, variazioni di domicilio,  è difficile mantenere un legame nel tempo con i luoghi in cui si vive o si è vissuto. Quindi è un processo che sicuramente va costruito, sicuramente non è immediato questo sentirsi in qualche modo identificati nella richiesta e nei suoi contenuti  perché queste identità è un qualcosa che facilmente si incrina, si sgretola poi si deve nuovamente ricostruire, con dinamiche complicate, da cui deriva comunque un impulso ulteriore alla aggregazione delle realtà locali".

ERTEGiovanni Donato, storico dell'Arte e funzionario della Soprintendenza  per i beni Storici e Artistici del Piemonte ha parlato da autentico innamorato del territorio in questione. Si è chiesto, in funzione di quanto detto in precedenza:  "Se non per il lago di Arignano, per chi andrebbe chiesta la tutela ambientale?",  ricordando che vi sono strutture di pertinenza del lago che ne accrescono il pregio, come la diga ottocentesca in  terra,  la cui validità è stata comprovata dalla sua perfetta tenuta, gli impianti idraulici, il complesso del mulino in cui eravamo ospiti, con tutta la sua bellezza. Ancora ha decantato le cascine storiche che lo circondano,   la bellissima armonia dei colli degradano verso la placida superficie dell'acqua.

Un brindisi finale ha suggellato l'invio della richiesta, in quello che è stato avvertito da tutti i presenti come un momento storico, con la consapevolezza di essere di fronte ad una bellissima realtà ottocentesca, ancora oggi straordinaria, consci del fatto che si trova  alle porte di Torino. Una zona umida sostanzialmente a rischio, un angolo che deve restere nelle attuali condizioni che rispecchiano come poteva essere la vita campestre  nell'ottocento nella tranquilla campagna, oggi risanata e divenuta oasi faunistica per il piacere ed il benessere della nostra e delle generazioni che verranno.

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Articolo pubblicato il 29/09/2016