Questi o quelli per me pari sono
L'ex istituto San Raffaele di Coronata (bussalino)

Giovani che vanno, migranti che vengono

Lo scrive sul suo giornale, in caduta libera di copie vendute, il direttore di un quotidiano torinese. Ci dice che nel nostro paese oggi ci sono due “questioni”.

Da un lato la fuga all’estero dei nostri giovani, che avviene “per scelta e convinzione propria” dall’altra l’arrivo di “chi fugge da Africa o Medio Oriente per drammatici eventi collettivi”.

 

E’ tutto chiaro per il direttore. I nostri giovani, laureati o diplomati, emigrano solo per scelta e convinzione.

Non arriva a scrivere sfizio, ma poco ci manca.

 

Preferisce sfasciare il p.c. piuttosto che lasciarsi sfuggire che chi lascia l’Italia lo fa perché gli è impossibile trovare lavoro in un paese che detiene il record europeo di disoccupazione giovanile.

Non sarebbe politically correct ricordarlo e poi Renzi, se vincesse il referendum,  gliela farebbe pagare, emarginandolo dai palinsesti RAI.

 

Bontà sua, il direttore ammette che in Italia è in corso un cambio di popolazione destinato ad avere conseguenze e che la presenza nei centri urbani degli stranieri “sarà sempre più radicata, visibile, decisiva.”

La soluzione? C’è, ma riguarda i migranti. Accelerarne l’integrazione, con la completa concessione dei diritti di cittadinanza.

 

I giovani italiani che fuggono all’estero per lui e per il suo giornale non sono un problema. Chi è andato, è andato è andato… con quel che segue. 

Evidentemente non ha figli costretti ad emigrare.

 

Gli fa eco da Genova il solito prete che ha fondato la prima università per immigrati. L’importante per iscriversi (leggo sul quotidiano “La verità”) è NON ESSERE ITALIANI, perché il campus con 240 posti accoglie solo immigrati.

 

Il prete, don o mons. Martino, fa lo stesso, ha occupato un edificio di tremila metri quadrati, circondato da un grande parco. Le aule sono ben diverse da quelle delle scuole per italiani ed hanno solo quindici posti. Inoltre vi è una mensa, un campo di calcetto e molti spazi dedicati ad altri passatempi.

 

Sono stati ingaggiati ben 32 dipendenti tra insegnanti ed operatori.

Naturalmente è tutto gratuito ed è anzi prevista per i migranti la possibilità di un piccolo stipendio mensile.

 

Chi paga tutte queste spese? Non certo il Vaticano ma, come sempre, per vie ingarbugliate ed ammantate di carità pelosa, il conto verrà pagato dagli italiani.

 

Papa Bergoglio, si farà vivo, e farà pervenire a tutti gli “universitari” del don Martino il solito rosario benedetto.

 

Non importa se sono tutti musulmani.

 

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Articolo pubblicato il 15/10/2016