Russia: sale la tensione con la Nato.

Previsto anche l’invio di soldati italiani.

Una vera e propria provocazione.
Questo, nonostante le dichiarazioni di facciata, pare essere il senso della nuova operazione Nato che partirà a inizio 2017 e riguarderà l’invio di 3-4 mila uomini, tra cui 140 soldati italiani, in Lettonia, al confine con la Russia.
Lo scopo dell’azione, a guida canadese e coadiuvata da varie nazioni occidentali, è quello di rafforzare e difendere le frontiere esterne dell’Alleanza, in special modo delle Repubbliche Baltiche e nella Polonia orientale, dalla “Madre Russia”.
Una mossa che si dichiara difensiva, ma che ha tutta l’aria di voler far salire la tensione al confine Sud-Est europeo.

La notizia è stata rilasciata mediante un’intervista a La Stampa dal segretario generale dell'Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, e confermata dai ministri italiani della Difesa e degli Esteri, Pinotti e Gentiloni: si tratterebbe di un accordo stipulato mesi fa, a luglio, durante il Vertice di Varsavia, quando si era deciso di formare un contingente Nato nell’ambito del progetto di rafforzamento delle frontiere orientali del Patto Atlantico.
E a tal proposito ritornano in mente le parole del Premier Renzi, che in seguito alle minacce di Putin aveva affermato "in Europa avvertono la necessità di una risposta più forte in termini di deterrenza nei confronti della Russia. Non è con le escalation verbali che si risolvono i problemi.”
Detto fatto.

Leggendo l’intervista di Jens Stoltenberg, si capisce il ruolo dell’Italia “Sarete parte di uno dei quattro battaglioni dell’Alleanza schierati nei Paesi baltici. Pochi uomini, presenza “simbolica” in una forza “simbolica” da quattromila unità. Tuttavia, serve a dimostrare che “ci siamo e siamo uniti”, che “abbiamo una difesa forte che garantisce la deterrenza”, mentre “vogliamo tenere aperto il dialogo” col Cremlino. Che chiosa con un significativo“non siamo alla guerra fredda”.
Curioso che per arrivare a conoscenza di certe informazioni circa la nostra sicurezza nazionale si debba ricorrere a un’intervista per mezzo stampa.

La decisione, come prevedibile, non è stata affatto gradita al governo di Mosca, che attraverso il portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova rivendica: “La politica della Nato è distruttiva. L’Alleanza è impegnata nella costruzione di nuove linee di divisione in Europa invece che di profonde e solide relazioni di buon vicinato”. “La Nato mira ad allontanare ancora di più le persone, piuttosto che a lottare contro minacce e sfide comuni”. Quando le è stato chiesto se un eventuale dispiegamento di forze italiane vicino ai confini con la Russia potrebbe avere un impatto negativo sulle relazioni tra Mosca e Roma, la portavoce del ministero degli Esteri russo ha replicato: “Sia Roma a rispondere a Stoltenberg”.

Ovviamente le reazioni delle opposizioni in Italia non si sono fatte attendere: Salvini, sempre vicino alle posizioni di Putin, da facebook sentenzia “Chi fa prove di guerra con la Russia è matto o è in malafede.
Armi e soldati usiamoli contro l'ISIS, non contro chi lo combatte!”
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Grillo twitta “Con M5S al governo NO soldati italiani al confine con la Russia!”
E perfino Enrico Letta avanza dei dubbi sull’opportunità dell’operazione.

Ancora più dura è la presidentessa di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che in una nota scrive “Una idiozia degna della fallimentare politica estera di Barack Obama. È inaccettabile che una decisione così grave sia stata presa dal governo Renzi senza avvertire gli italiani e il Parlamento.  Il governo riferisca immediatamente alla Camera e spieghi i motivi di questa decisione assurda".

 

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Articolo pubblicato il 15/10/2016