Torino FC vs SS Lazio 2 -2

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: pareggio al cardiopalma fra i granata e i biancazzurri

In un precedente articolo (clicca qui) scrissi che il Toro era tornato tale.

Nel bene e nel male, scrissi anche, e oggi ne ho, ne abbiamo avuto la prova: una squadra che difende con ordine, attacca, pressa, segna e diverte, ma che per venti  minuti del secondo tempo permette agli avversari di prendere in mano il pallino del gioco, subisce due goal, torna ad attaccare a testa bassa nell’ultimo quarto d’ora e acciuffa il pareggio al novantesimo.

Gioie e dolori: il Toro è tornato tale.

 

Sinisa Mihajlovic manda in campo quella che al momento è da considerarsi la formazione “tipo” (4-3-3): Hart; Zappacosta, Rossettini, Castan, Barreca; Benassi (Cap), Valdifiori, Baselli; Iago Falque, Belotti, Ljajic.

Risponde Simone Inzaghi con una formazione speculare e ne deriva una partita piacevole, ricca di emozioni, dominata dai nostri per tutto il primo tempo, che si portano in vantaggio con una azione da manuale: recupero di Valdiori a centrocampo, lancio in profondità per Zappacosta che crossa alla perfezione per la testa di Iago Falque, che insacca con uno stacco preciso ed angolato.

I biancazzurri per 45 minuti non si rendono praticamente mai pericolosi: il tridente d’attacco è statico ed immobile e solo Keita, unica occasione dei primi ’45 minuti, si trova "facetoface, hearttoheart" con Hart, ma il portierone inglese ipnotizza l’attaccante ispano-senegalese e la palla finisce sul fondo.

 

Poi 20 minuti abbondanti della ripresa dove il Toro non fa il Toro, come sottolineato dal tecnico serbo nel post partita, e la Lazio trova due reti, capitalizzando al massimo le uniche due occasioni create: pareggio del centravanti di Torre Annunziata con una semi rovesciata comunque bella da vedere, e vantaggio di Murgia, lasciato inspiegabilmente solo in area sulla battuta di un corner, che insacca di testa.

 

Mancano pochi minuti al termine e il Toro gioca con cinque attaccanti, vuole pareggiare e ci riesce: rigore trasformato con classe e freddezza da Ljajic, che si procura il penalty con un tiro che impatta sul braccio di Parolo.

 

Finisce in pareggio, tutto sommato giusto, una partita che si poteva vincere tranquillamente.

Una partita sporcata da un calo di tensione che poteva costare caro e salato.

 

L’unico appunto che mi permetto di fare all’allenatore, riguarda la tempistica dei cambi: il centrocampo era in apnea dopo un quarto d’ora del secondo tempo  e Benassi e Baselli andavano sostituiti in anticipo.

 

Nulla da eccepire, anzi, sulle cinque punte schierate nel finale: significano semplicemente voglia di vincere, voglia di fare risultato. I like it.

Finalmente un mister che rischia e per vincere le tenta tutte, finalmente uno che ci regala il sogno della speranza, del mon mollare mai e soprattutto un mister che se ne frega delle telecamere, degli arbitri, del quarto uomo, e abbraccia Belotti in piena rimessa di palla  e lo incoraggia.

Semplicemente bellissimo. Semplicemente da Toro.

 

Il pubblico ha capito ed apprezzato.

E proprio ai presenti quest’oggi allo Stadio Grande Torino, va un applauso grosso così: un pubblico che ha incitato la squadra per tutta la partita, anche e soprattutto quando il risultato era a sfavore.

Come giustamente sottolineato da Miha, il merito del pareggio è anche loro, nostro.

 

F V <3 G 

 

 

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Articolo pubblicato il 23/10/2016