Quel Preside di Vigone (TO)…

Civico20 intervista il Professor Pier Franco Quaglieni

Nell’ambito della visita Pastorale all’Unità Pastorale 47 che comprende la parrocchia di Vigone e zone limitrofe sin verso la diocesi di Pinerolo, che si svolge dal 28 ottobre sin al 20 novembre, l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, come da consuetudine incontra cittadini di ogni età, impegnati in diverse attività culturali, sociali e lavorative, tra cui allievi e studenti delle scuole per porgere un saluto e rendersi conto delle realtà operanti sul territorio.


A prescindere, è bene precisare, dalla frequentazione delle persone che incontra, alle liturgie ed adesione ai precetti della Chiesa cattolica.

In questa circostanza, tra le scuole in agenda, c’era pure l’Istituto comprensivo di Vignone. Senonché, con lettera motivata, il Preside Lorenzo Varaldo senza interpellare il consiglio d’istituto ed i genitori degli alunni, ha negato l’assenso considerando quale “ingerenza” la sola presenza del vescovo nei locali scolastici.

Per riferirci al caso in esame, non va dimenticato che la presenza cattolica a Vigone e dintorni è significativa. La Chiesa è altresì impegnata in attività assistenziali per anziani e disagiati e di formazione ed intrattenimento per i giovani. Di fatto una supplenza rispetto alle carenze dello Stato nelle sue articolazioni territoriali.

Sino ad ora, solamente la Chiesa valdese ha difeso la decisione del Preside, mentre i genitori degli alunni hanno protestato.

Sul comportamento tenuto da quel preside, noncurante delle prese di posizione del Consiglio d’Istituto e le proteste delle famiglie delle alunni, abbiamo intervistato il Professor Pier Franco Quaglieni, docente di lungo corso e Direttore Generale del Centro Pannunzio di Torino, benemerita associazione del Libero Pensiero.

Il Professor Quaglieni che gentilmente ha risposto alle nostre domande è stato anche autore della voce “Laicità” del dizionario del Liberalismo.

Professor Quaglieni, ha ragione il preside ?
No, sbaglia. La laicità che vorrebbe difendere è sempre inclusiva, mai discriminatrice verso nessuno. La laicità é la cultura del dialogo, diceva un filosofo laico come Guido Calogero.

Vietare al vescovo un contatto con gli studenti é un atto discriminatorio che non convince, specie quando il preside si erige a tutela di una presunta neutralità politico - religiosa della scuola a vantaggio degli allievi.

La scuola non è neutra, non può esserlo, ma in effetti pensare ad una turris heburnea neutra senza contaminazioni con l'esterno é un’utopia. La scuola pubblica e' invece luogo di confronto tra idee
diverse, anche contrastanti. La diversità delle idee fa crescere le idee, diceva Gobetti.

Comunque non sono decisioni che possa prendere il preside perché, piaccia o non piaccia, sopravvivono a fatica gli organi collegiali che vanno consultati, in primo il consiglio d'istituto che in materia
extracurricolare ha  l’ultima parola.

I valdesi hanno appoggiato il preside. Cosa ne pensa ?
Appare come una polemica strumentale perché il pastore valdese ha riconosciuto che laico non significa indifferente al fatto religioso. Ma è' un'altra utopia pensare ad una sorta di storia delle religioni
neutra .

È' solo il confronto tra diverse confessioni che consente di capire, di accettare, di rifiutare, di crescere. La scuola può avere un ruolo, ma il problema oggi è che la scuola è divenuta marginale nei
processi educativi. Alcuni valdesi non hanno ancora colto lo spirito del Papa attuale che è andato nel loro tempio a chiedere perdono per le gravi colpe passate.

Come definirebbe questa storia ?
Innanzi tutto io sono solidale con i due sindaci che hanno colto il senso del rapporto tra scuola e religioni. È ' un'insorgenza di giacobinismo laicista fuori posto anche se ammantato abilmente di
neutralità politico- religiosa della scuola.

Bobbio distingueva tra laicismo e laicità, vedendo il primo come il possibile, eventuale contrario della seconda, per il suo fideismo antireligioso.

Il mio maestro Alessandro Passerin d’Entrevés metteva in guardia dai paladini di certo laicismo manicheo e intollerante.

Ma forse Bobbio e Passerin sono figure oggi sconosciute.
Nel laicissimo liceo d'Azeglio di Torino il cardinale Saldarini venne accolto senza problemi e impartì persino la benedizione a "a chi la desidera".

Qualche anno dopo un preside di quel liceo riattivò i messaggi via radio alle classi in uso nel ventennio per leggere un passo di Calamandrei usato a scopo di propaganda politica.

Un gesto inutile, nella speranza di far qualcosa che gli avrebbe magari procurato i favori dei giornali. Chissà perché, leggendo del preside che vieta all'arcivescovo l'ingresso a scuola, mi è tornato alla mente quello strano personaggio che declamava Calamandrei e che dovette lasciare, dopo poco, il posto di preside a persona più capace ed avveduta .

Ci stiamo avvicinando al Natale. Non ritiene, Professor Quaglieni che questa vicenda, almeno nell’opinione pubblica possa essere associata alle decisioni di Presidi e direttori didattici che, in contrasto con la tradizione ed il sentire delle famiglie, hanno bandito presepi e recite natalizie per non offendere il sentire degli alunni mussulmani?

Certamente, se il preside  fosse coerente, dovrebbe anche vietare in prossimità del Natale anche il presepe a scuola. Non so se ci siano allievi musulmani in quella scuola . Se così fosse, avrebbe il terreno spianato per mandare a regime una sorta di ateismo di stato che fa tanto pensare a quello sovietico.

Il Centro Pannunzio ha da poco ricordato il 150 anniversario della nascita di Benedetto Croce, con un convegno di altissimo livello e contenuto. Come avrebbero commentato quest’episodio Croce ed i veri maestri di Laicità che dal 1968 hanno rivestito la Presidenza del Centro da lei diretto?

Il centro Pannunzio laico, laicissimo, sta dalla parte di mons. Nosiglia. La  scuola cattolica sa confrontarsi, collabora anche con noi, superando il settarismo che è il vero nemico della cultura e dell'intelligenza.

E' facile citare l'opera più nota di Croce ," Perché non possiamo non dirci cristiani ", ma ho forti dubbi che il preside abbia letto Croce e il suo  notissimo saggio.

Appartiene a quella generazione di allievi dei  presunti superatori di Croce in nome di Gramsci o magari della Semiologia di Eco. Appartiene di diritto  a quella categoria  di anti crociani inconsapevoli che rifiutarono il nostro invito al convegno crociano, dicendosi non interessati a Croce. Io li definii, aprendo il convegno, troppo sbrigativamente , professorini. Chiedo scusa, forse dovevo anche citare i dirigenti scolastici ,espressione che  nel suo grigiore burocratico assai bene rappresenta la scuola odierna .

Grazie Professor Quaglieni

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Articolo pubblicato il 30/10/2016