Torino - Ospedale Regina Margherita contro i maltrattamenti sui minori

Liliana Carbone per Civico20News

L’ambulatorio “Bambi” dell’ospedale Regina Margherita è “la casa” di quei bambini che tra le quattro mura di casa sono oggetto di violenza, maltrattamenti e abusi. Proprio in questo ambulatorio dedicato, le piccole vittime trovano le cure e le attenzioni di cui hanno bisogno, e non si tratta di un supporto soltanto psicologico, attraverso strumentazioni all’avanguardia e metodologie evolute, come quelle usate per le altre patologie pediatriche gravi. Perché percosse, lividi, ematomi e lesioni sono i segni di una infanzia rubata che saltano all’occhio dei medici che devono intervenire in fretta, medicando oppure, quando la situazione è ancora più grave, intervenendo in sala operatoria.

Sono drammatici i numeri delle violenze suoi minori che vengono registrati all’ospedale infantile di Torino. Fino a 180 casi ogni anno di cui il 60% sono considerati “casi sospetti fondati” che richiedono per questo una segnalazione alla magistratura.

L’indagine sull’attività diagnostica e di cura dei bambini vittime di maltrattamenti e abusi, dal 2011 al 2015, conta 524 casi di maltrattamento trattati. Ne59% dei casi i minori maltrattati e abusati sono bambine (311 casi), nel 41% si tratta di bambini (213 casi).  

L’età media si attesta sui 7 anni, nel particolare, nel 39% si tratta di un’età compresa tra 1 e 5 anni; nel 35% tra gli 11 e i 18 e nel 19% tra i 6 e i 10 anni. Nemmeno i neonati vengono risparmiati da violenze e abusi: si contano infatti 39 casi di maltrattamento e abusi nel primo anno di vita (7%). 

Le tipologie di maltrattamento trattate sono state principalmente quelle fisiche (52%) e di abuso sessuale(44%); seguono la violenza assistita (5%), trascuratezza grave (4%) e abuso psicoemozionale (4%).

 

L’ETA’ DELLE VITTIME NON HA LIMITI

 

“L’età dei piccoli indifesi non ha limiti. Esistono casi di maltrattamenti anche al di sotto dell’anno”. Sono le parole sconcertate del dottor Antonio Urbino, responsabile dell’ambulatorio Bambi dell’ospedale infantile Regina Margherita. Un servizio, il Bambi, che nasce nel 2002 come ambulatorio dedicato all’abuso e al maltrattamento all’infanzia e che opera nell’ambito della struttura complessa di pediatria d’urgenza dell’ospedale infantile avvalendosi di un’equipe multidisciplinare comprendente pediatri, medici legali, psicologi e infermieri e, in consulenza, della collaborazione di vari specialisti.

“Il Bambi è un punto di riferimento per l’intera regione Piemonte e Valle d’Aosta” spiega il dottor Urbino. “I casi di maltrattamento e abuso che arrivano a noi sono tanti, circa 180 ogni anno. Seppur i casi sono in crescita, rispetto al passato la capacità di individuarli è aumentata e migliorata grazie alla formazione su tutti i livelli. Un punto in più nella partita contro la violenza suoi minori”.

Come detto abusi e maltrattamenti possono interessare anche bambini con età inferiore all’anno. Due tra le forme di violenza che li riguardano sono la “shaken baby syndrome”, ovvero la sindrome del bambino scosso, e il “chemical abuse”, l’anomala e aberrante somministrazione di sostanze farmacologiche e chimiche al bambino, che colpiscono proprio i bimbi in tenerissima età.

“La “shaken baby syndrome” è la sindrome del bambino scosso, assistiamo a 2-3 casi l’anno – interviene Urbino -. Il neonato viene strattonato, scosso violentemente al punto da causargli emorragie cerebrali e danni neurologici, fino alla morte nel 20% dei casi. Come negli altri casi, anche qui è importantissima la precocità della diagnosi di maltrattamento, che ci permette di interrompere meccanismi dannosi dal punto di vista fisico e psicologico sul bambino, prevenendone le gravi conseguenze che ne possono derivare in futuro. Resta fondamentale anche l’immediata tutela dell’integrità fisica e della sicurezza del minore attraverso interventi in urgenza”.

Il Bambi intercetta quotidianamente diversi tipi di violenza.

“Il maltrattamento fisico, la trascuratezza grave, l’abuso sessuale, la sindrome di Munchausen per procura (quando un genitore, quasi sempre la madre, induce un’apparente malattia nel figlio), l’abuso psicoemozionale, la violenza assistita e il bambino conteso – conclude il dottor Urbino -. Il maltrattamento si rileva in tutte le fasce di età e spesso è contemporaneamente presente in forme diverse, il cosiddetto maltrattamento multiplo che raggiunge circa il 30% delle vittime intercettate”.

 

OLTRE 3 MILA CASI DI VIOLENZA, UNA RETE OSPEDALIERA PER IL CONTRASTO

 

Il fenomeno - oltre 3mila casi di bambini in Italia in 5 anni - è in crescita e ha conseguenze mediche e sociali. Secondo gli esperti non soltanto deve essere riconosciuto ma anche indagato e diagnosticato. Ed è l’appello che cinque eccellenze ospedaliere in Piemonte, Puglia, Toscana, Veneto e Lombardia, riunite nella prima rete nazionale di eccellenze ospedaliere per il contrasto della violenza sui bambini, tra cui il Regina Margherita di Torino, hanno lanciato ieri alla biblioteca Giovanni Spadolini del Senato della Repubblica a Roma, presentando il nuovo dossier promosso da Terre des Hommes. Perché maltrattamenti e abusi sui bambini oggi rappresentano una vera e propria questione di salute pubblica.

I cinque ospedali hanno presentato quattro raccomandazioni per l’efficace prevenzione e contrasto del fenomeno: oltre a chiedere che ogni regione disponga di un Centro ospedaliero pediatrico specializzato nel maltrattamento (punto uno), dotato di équipe multidisciplinari e attrezzature che permettano una diagnosi differenziale completa (punto due), la nuova rete auspica che la diagnostica del “child abuse” diventi materia universitaria (punto tre) e che il maltrattamento sui bambini venga inserito nel Piano nazionale di prevenzione sanitaria (punto quattro).

 

                                                                           Liliana Carbone 

 

 

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Articolo pubblicato il 25/11/2016