USA - La Fed verso un rialzo dei tassi entro fine anno.

La conferma arriva dalla minute dell'ultima riunione della banca centrale statunitense: "L'economia americana sta crescendo abbastanza vigorosamente".

NEW YORK - La Federal Reserve System (Fed), la banca centrale statunitense, deve alzare i tassi di interesse "relativamente presto". Tradotto: nel mese di dicembre.

Questo ha chiesto la maggioranza dei membri del Fomc, il braccio operativo della Fed riunitosi ai primi di novembre, pochi giorni prima il trionfo di Donald Trump alle elezioni presidenziali.

Decidere subito una nuova stretta monetaria - dopo 12 mesi di tassi invariati - "è una questione di credibilità", è stato sottolineato da molti secondo quanto emerge dalle minute dell'incontro. E la sorpresa del tycoon alla Casa Bianca non dovrebbe cambiare questa posizione.

Se dunque i prossimi dati su pil e mercato del lavoro, gli ultimi del 2016 - confermeranno ancora una volta il buono stato di salute dell'economia americana, nella riunione del 13 e 14 dicembre assisteremo al secondo rialzo del costo del denaro in otto anni. Un nuovo passo verso la 'normalizzazione', dopo gli anni dei tassi zero seguiti alla grande crisi.

Dalle minute della riunione di novembre emerge una Fed che, alla vigilia dell'Election Day, non è del tutto compatta su come procedere, anche sui tempi. Ma è oramai opinione diffusa nel board della banca centrale presieduto da Janet Yellen che l'economia americana stia crescendo abbastanza vigorosamente per arrivare a una nuova stretta monetaria. Con i rischi di breve termine considerati non tali da ritardare una decisione attesa da moltissimo tempo e più volte rinviata.

Wall Street, protagonista di una corsa da record soprattutto dopo la vittoria di Trump, osserva con molta attenzione gli sviluppi, e tira un po' il fiato nella seduta che precede la pausa del Thanksgiving. Ma con il Dow Jones e l'indice S&P500 che restano il primo sopra i 19 mila punti, il secondo oltre i 2.200 punti. Mentre il dollaro vola ai massimi da dieci anni e l'euro che si attesta poco sopra quota 1,05 sul biglietto verde.

Intanto sempre nel Vecchio Continente prosegue il braccio di ferro sulle regole, con il 'falco' Wolfgang Schaeuble, ministro delle finanze tedesco, che lancia un monito alla Commissione Ue: "Se ora dovesse dire 'no', questo non porterebbe a una stabilizzazione dell'Europa".

 

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Articolo pubblicato il 24/11/2016