Per chi suona la campana
Hodie mihi, cras tibi!

Il ragazzo di Rignano sull’Arno non capisce che comincia a suonare per lui

Un lugubre rintocco si è già fatto sentire nella città di Torino con la sconfitta subita dal vetero compagno Piero Fassino nelle elezioni per il governo della città.

 

Altri tristi rintocchi stanno arrivando all’orecchio di Matteo Renzi da tutte le regioni del nostro paese. Ma l’uomo di Rignano non è in grado di sentirli, perché è troppo impegnato a girare l’Italia allo scopo di convincere gli italiani ad approvare il referendum costituzionale.

 

Dal 29 settembre ha lasciato per ben settantuno volte Palazzo Chigi ed ha raggiunto,  con aerei ed elicotteri di stato, pagati da tutti i cittadini italiani, le località più disparate della penisola e delle isole. E non è possibile stendere un velo pietoso sulla risibile visita fatta ad Obama con una corte di giullari e commedianti degna di un satrapo medioevale.

 

A percepire lugubri rintocchi è stato invece Pier Luigi Bersani quando ha preso atto con amarezza che non solo il comune di Monfalcone, governato da settanta anni dai comunisti, era passato ad un centro destra a trazione leghista, ma che in molti altri comuni italiani stava divampando la ribellione alla politica di accoglienza del governo renziano.

 

Ed è logico ritenere che quei duemila comuni, in cui i sindaci di sinistra hanno fatto accordi con il governo di Renzi, per accogliere immigrati contro il volere degli abitanti, debbano seguire la stessa sorte. Perché i cittadini che si oppongono all’invasione ed alla requisizione dei loro alberghi e delle loro abitazioni avranno prima o poi in mano un’arma formidabile:  quella del voto.

 

Bersani lo ha capito. Matteo Renzi, obnubilato dalla sua arroganza di bullo paesano, non si è ancora reso conto di questa realtà. Lui “se ne frega”, per dirla alla Juncker, del problema dell’immigrazione selvaggia.

 

Si è circondato di individui che la pensano come lui e che “se ne fregano” dei connazionali che si ribellano.

 

Come quello sprovveduto ed irritante Librandi che arriva a sostenere nei talk show che Milano (dove il povero Sala implora l’arrivo dell’esercito) è “la città più sicura del mondo”.

 

Come l’acceso immigrazionista Gerardo Greco, che conduce Agorà su RAI3, e che continua a dire che la tbc non è un problema perché in Italia sono stati riscontrati solo due (DUE!!!) casi di immigrati affetti dalla grave malattia.

 

Come la prefica di Renzi Simona Malpezzi, detta la iena ridens, per il sogghigno irridente con cui accoglie le denunce di stupri e di altre violenze commessi dai suoi amici immigrati.

 

Come tanti sedicenti opinionisti, annidati nelle redazioni dei più grandi (per ora) quotidiani, che si battono ogni giorno per l’accoglienza e non si curano dei paurosi cali di tiratura dei giornali su cui scrivono.

 

Fino ad oggi, con qualche timida eccezione.

 

Stupisce la presa di posizione di un guru di Repubblica, Federico Rampini, che scrive che” bisognerebbe smetterla con una certa narrazione a senso unico dell’immigrazione”.

 

“Vedere solo il bisogno dello straniero, la sua debolezza, insistere solo e unilateralmente sul nostro dovere umanitario di accoglienza, genera squilibri pericolosi. Se insieme con l’aumento degli stranieri, si allarga l’area delle illegalità piccole o grandi, in una parte della popolazione italiana-spesso la parte più debole, quella che vive negli stessi caseggiati degli immigrati, che viaggia sugli stessi treni e autobus- l’immigrazione genera paura.

 

E le reazioni di rigetto sono inevitabili.”

 

E’ quindi molto probabile che la campana suoni presto sia per Matteo Renzi e sia per la cricca di Angelino Alfano.  

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 26/11/2016