Referendum e messaggi subliminali dal PC

Consigli sul voto che spuntano da Youtube.

Il fatto è accaduto a chi scrive, denunciato su Facebook si è dimostrato non essere un caso isolato e non è una bella cosa.

Ho un vecchio computer, è un po' lento e sovente, nel caso di un video pesante, si blocca per qualche istante e poi riparte.

Sabato stavo ascoltando un brano di Chris Farlowe su Yutube quando lo struggente blues si è arrestato su una nota e su un'immagine. In quel momento, nel monitor ho letto una scritta in stampatello: VOTA SI AL REFERENDUM. Il tempo per intercettarla, poi il video è ripartito e il messaggio è scomparso.

Sono rimasto sbigottito, poi ho capito. L'occhio capta le immagini con una frequenza fino al 2/10 di secondo, visibilmente la scritta si è rivelata in quel momento, quando il PC ha saltellato. È il principio dei messaggi subliminali, storia vecchia, ma evidentemente ancora di moda.

In passato mi era successo di incrociare già due volte dei messaggi riferiti a un altro argomento e celati in una nota serie televisiva, ma ritrovarmi di fronte a una scritta relativa al referendum in un raro brano blues estrapolato dal Web, mi ha colto di sorpresa.

Purtroppo non è fantascienza e per chi avesse dei dubbi, di quanto scrivo me ne assumo la più completa responsabilità. Non vi è faziosità né denuncia verso qualche responsabilità politica legata a questa intrusione scovata sulla rete, ma l'occasione per più di una domanda.

Quanti sono i luoghi e i mezzi a portata di persone capaci di operare tali manipolazioni sul Web? E quanto possono influire sulla nostra capacità di recepire, scegliere, decidere in questa ed altre cose?

Di certo però, questa storia del referendum ha assunto toni esasperanti, la denuncia di quanto accaduto è un triste esempio di quanto ci si muova all'interno di un'informazione che è sempre più simile a un campo minato. Esplosiva sequenza di verità falsate suddivise tra ciò che viene declamato da un'informazione isterica, e ciò che striscia occulto, che non viene captato.

È legittimo il sospetto che questo trabocchetto mediatico sia diffuso un po' dappertutto e che molti di noi ne siano già inconsapevole preda.

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Articolo pubblicato il 29/11/2016