L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Massimo Calleri: "E' tutta colpa di ... Biscardi!"

Le “risse televisive” ci riportano al Processo del Lunedì

Chi non ricorda la trasmissione televisiva condotta da Aldo Biscardi che in Rai, dal 1983 fino al ’93, introdusse il commento “animato” agli eventi calcistici della domenica di serie A appena conclusa? 

Una rubrica che, a mio parere, trovò nel continuo confronto litigioso fra gli “opinionisti” il suo pieno successo con un invidiabile riscontro in fatto di odience.

Biscardi, lasciando l’emittente nazionale, trasferì la sua “creatura” in diverse televisioni private continuando ad ottenere i favori del pubblico, ansioso di confrontare le proprie convinzioni con quelle degli “esperti” che spesso si rivelavano più che altro tifosi ora dell’una, ora dell’altra squadra.

Ed è quello che si sta ripetendo in Italia, in altra forma, ad ogni tornata elettorale; non ricordo un confronto fra i vari rappresentanti dei partiti che non inneschi la storica espressione “già, ma quando c’eravate voi …..”.

Un continuo rimbalzo di responsabilità che al termine favorisce il discredito nei confronti della classe politica peraltro confermato dalla sempre meno frequente affluenza alle urne.

Ma quello che mi indispone, e penso che sia così anche per la maggior parte dei cittadini che assistono alle trasmissioni informative (?), è la continua e ineducata sovrapposizione fra gli ospiti che pensano più alla “casacca di partito” piuttosto che al senso delle campagne sostenute, per altro da tutti, a favore del popolo.

Ma la lotta che da tempo si sta combattendo, in tal senso, è l’annientamento dell’avversario piuttosto che il leale ed educato confronto di opinioni che possa scaturire la migliore soluzione possibile.

Ma si sa che la poltrona fa comodo a tutti; mi rincresce tuttavia dire che la cultura politica media non è di altissimo livello e scaturisce perciò emozioni storiche, anche obsolete, oppure contrapposizioni preconcette abilmente indotte nel paludoso agorà della contesa.

Ed è ciò che stiamo vivendo ormai da parecchi, anzi troppi giorni, quelli stessi che avrebbero dovuto illustrare anziché complicare sempre più le idee di chi dovrà esprimere il proprio consenso oppure un netto rifiuto con il voto del referendum.

Ma a preoccuparsi in maniera concreta del risultato sono i fautori delle due correnti a confronto; non essendo  richiesto il quorum di partecipazione al voto,  si stanno accapigliando nei vari talk show radiofonici e televisivi “parlandosi addosso” nel vero senso della parola, cioè intervenendo negli altrui interventi creando difficoltà nell’uditorio ed anche un certo quale fastidio nel non poter, a propria volta, intervenire  per dirimere la diatriba facendosi giustizia per affermare il diritto all’informazione comprensibile.

Ed un po’ di colpa va anche attribuita a chi dovrebbe, già, dovrebbe fermare ogni forma di aggressione verbale a chi sta semplicemente esponendo il proprio convincimento.

Ma questo, come accadeva per il Processo di Biscardi, potrebbe abbassare l’indice di ascolto di certe trasmissioni che purtroppo, lo dimostrano le statistiche, perdono lo share se si interviene sulla “temperatura dei soggetti”.  

Ora non resta che attendere “il verdetto del campo”; al termine delle verifiche e delle polemiche di rito, tutto tornerà alla normalità con le paure e le contraddizioni di oggi di cui nessuno vorrà attribuirsi la colpa.

I perdenti, guarda caso, saranno ancora una volta i cittadini che fanno fatica a capire che la cultura politica deve far parte del proprio bagaglio conoscitivo per poter avere una propria idea e non vivere di processi induttivi.

Per non tornare cioè, e lo dico nel senso buono, al “Processo di Biscardi”, antesignano della prevaricazione dialettica indice, soprattutto, di immaturità.

 

                                                                                    Massimo Calleri

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 04/12/2016