Le terapie del futuro si svolgeranno presso il proprio domicilio

Intervista alla dottoressa Renata Marinello del servizio di Geriatria delle Molinette

Esiste un servizio per la cittadinanza relativamente poco conosciuto, di cui è opportuno parlare perchè rappresenta un valore aggiunto ai servii della Sanità di notevole importanza per il benessere dei cittadini. Si tratta del Servizio di Ospedalizzazione a Domicilio (OAD), organizzato dall'ospedale Molinette di Torino, dove incontro la dottoressa Renata Marinello, responsabile  e una fra le prime ideatrici del servizio. Mi riceve nel suo studio all'interno del servizio di Geriatria del più importante ospedale cittadino, presentandomi quella che potrà essere una fra le più decisive realtà della nostra sanità, essendo una notevole forma di risparmio della spesa sanitaria, oltre che una notevole agevolazione per il cittadino che potrà ricevere a casa propria le cure necessarie al suo benessere, senza dover essere sottoposto a gravosi e plurimi spostamenti verso la struttura ospedaliera.  

 

"Dottoressa Marinello, in cosa consiste il servizio da lei diretto?"

 

raddom3"Si tratta di una forma di assistenza sanitaria di carattere ospedaliero, che prevede l'organizzazione delle cure presso il domicilio dei pazienti affetti da patologie che non necessitano di attrezzature ad alta complessità tecnologica, ma che debbono essere  sottoposti ad un  monitoraggio intensivo e, in una certa misura, anche invasivo, in alternativa al ricovero ospedaliero. Il paziente viene totalmente preso in carico da parte di una struttura ospedaliera ad opera di personale sanitario espressamente formato, dotato di documentata esperienza nella gestione del paziente, al di fuori dello stretto ambito ospedaliero".

"Il servizio è attivo dalle 8 alle 20 tutti i giorni, festivi compresi,  ed è costituita da un team multidisciplinare che comprende 4 medici geriatri, 14 infermieri professionali (tra cui un coordinatore ed un case manager), una contrattista.  Sono presenti inoltre  1 counsellor,1 assistente sociale e 2 fisioterapisti dell'SC Geriatria, che collaborano con il servizio. Questo è operativo tutti i giorni, compresi i festivi, dalle 8 alle 20. Inoltre è stato stipulato un protocollo di intesa con il Servizio di Emergenza Regionale “118”, per la gestione delle eventuali emergenze notturne. Si seguono in media 25 pazienti al giorno e i pazienti sono considerati come ricoverati in un reparto di degenza tradizionale;  l’ospedale detiene la responsabilità legale e finanziaria, fornisce i farmaci, materiale sanitario e non, tecnologie".

"Come funziona il servizio?"

"I casi vengono valutati da una commissione di risk management, poi dalla direzione sanitaria; entrambe rappresentano per noi la possibilità di garantire la bontà dei nostri interventi e di lavorare in sicurezza. Riceviamo i pazienti direttamente dall'ospedale;  quando abbiamo iniziato a lavorare c'era assolutamente nulla, nel senso che l'ADI non esisteva e  non si parlava ancora di ospedalizzazione domiciliare. Abbiamo iniziato nell'85; a quell'epoca i nostri pazienti erano forse più "leggeri", ovvero più simili a quelli attualmente in ADI oggi, ovvero non avevano patologie gravi particolarmente importanti".

ass"Per spiegarle come funziona, le farò un esempio illustrando il protocollo per la leucemia mieloide nella fase di preparazione al trapianto di midollo. Dopo la terapia di consolidamento, il paziente trascorre la fase di neutropenia a domicilio, anziché in ospedale. In questa fase c'è anche una reperibilità notturna seguita dagli ematologi e questo è un  passaggio importante e delicato, un'esperienza nella quale è indispensaile una buona cooperazione, lavoriamo a  quattro mani. Ci si reca a casa del paziente insieme all'ematologo e i nostri infermieri. Il malato viene visto dall'equipe e, una volta a casa del paziente, applichiamo tutte le barriere di protezione indispensabili  per garantire ai pazienti immunodepressi una zona filtro. Gli operatori sanitari lasciano scarpe, cappotti e tutto quanto può rappresentare fonte di trasporto di infezioni  all'interno del domicilio.  Si adottano quindi le opportune protezioni,indossando mascherina, cappellino, si disinfettano le mani con l'antisettico, frizionandole a lungo, adottando un protocollo rigido di valutazione, verificando quali siano tutte le necessità che permettono di mantenere a casa un paziente in piena sicurezza,  ricercando le eventuali caratteristiche che non permettono una simile eventualità,ma obbligano al  ricovero  il paziente, eventualità quest'ultima che, nella maggior parte dei casi, avviene raramente poiché,  per fortuna, la leucemia mieloide è una malattia relativamente rara. I pazienti che vengono avviati al trapianto sono pazienti molto selezionati e uno dei  limiti per l'applicazione di questo protocollo è anche rappresentato dal fatto che il paziente deve abitare nella nostra zona.

"Quali sono le zone coperte dal servizio di cura domiciliare?"

" La zona di pertinenza dell'ospedale comprende in pratica da corso Vittorio, a su di questo, ovvero: tutta l'area della Torino 1,  ovvero da corso Vittorio a sud di corso Vittorio, la Crocetta, la maggior parte parte della zona Centro, Mirafiori Nord, Mirafiori sud, Mille fonti, Cavoretto, fino a Piazza Gran Madre, per arrivare a a piazza Bengasi.

 

"E se un paziente abita al di fuori di queste zone, cosa capita?"

 

 "Ogni tanto sconfiniamo su Nichelino o Moncalieri Borgo San Pietro.  per quelli che stanno dalla dall'altra parte di piazza Bengasi non vi son problemi,  ma possiamo accogliere malati anche dall'altra parte di corso Vittorio. Il problema è sempre la limitazione imposta dalla carenza di personale. Non si riesce, anche volendo, a fare tutto. E' auspicabile che il servizio venga valorizzato sempre più ed esteso a tutte le ASL cittadine."

 

"Per i casi più impegnativi, quelli che richiedono esami specialistici come l'esecuzione di un'ecografia o una radiografia, come riuscite a superare il problema?"

 

"Ci siamo procurati  tutte le attrezzature necessarie, compreso l'ecografo. Oggi, per fortunaaut, disponiamo di ecografi portatili che pesano veramente poco esono  facilmente trasportabili  pesano poco e consentono l'esecuzione di procedure invasive, come ad esempio,  paracentesi e toracentesi ecoguidate, oppure il posizionamento di cateteri venosi periferici e centrali, potendo seguire senza alcuna difficoltà le procedure previste dalle linee guida internazionali. Ricordo, quando abbiamo iniziato, gli ecografi che utilizzavamo erano pesantissimi, e le immagini visualizzate non fornivano tutte le informazioni fornite dagli attuali. Per fortuna ora disponiamo di strumenti sofisticati per realizzare protocolli di telemedicina e  praticare la radiologia a domicilio".

 

" Possiamo utilizzare procedure di diagnostica radiologica a domicilio (tele-radiologia), grazie ad attrezzature dedicate,molto efficenti e  facilmente trasportabili.  Operiamo  in

collaborazione con i servizi di radiologia del nostro ospedale e, in tale modo siamo in grado di monitorare i pazienti anche a distanza, un caso frequentissimo. Abbiamo un veicolo attrezzato, una piccola sala radiologica viaggiante con una equipe di tecnici   che trasferisce al domicilio del paziente l'apparecchiatura radiologica e, una volta scattata la radiografia, è in grado di trasmettere le

immagini ottenute, al Picture Archive and Communication System (PACS) dell'ospedale tramite internet e la tecnica UMTS, dove i radiogrammi vengono visualizzati e refertate in tempo reale. La metodica utilizzata, ormai collaudata e facilmente realizzabile, permette di trasferire non solo l'immagine radiografica, ma anche le  fotografie dell'esame ecografico, consentendo in tale modo, di coinvogere gli specialisti ospedalieri che avranno modo di formulare diagnosi, e rendersi conto in tempo reale se il paziente sia in condizioni tali da dovere essere trasferito in reparto, o se può proseguire le cure tranquillamente in casa propria". 

 

mol"La metodica ha potenzialità incredibili, continuiamo ad evolvere, ad accrescere  l'entusiasmo, la passione ed abbiamo ormai una notevole quantità di pazienti che, in qualche modo, hanno sottolineato la bontà di questo modello. La nostra equipe ha pubblicato numerosi lavori scientifici; forse siamo addirittura più conosciuti all'estero che  in patria. Il nostro modello, all' Hopkins hospital di Baltimora, è diventato un brevetto… Gli americani sono venuti a vedere il nostro modo di lavorare, abbiamo ricevuto numerosi complimenti, hanno copiato il nostro modello, lo hanno brevettato ed oggi lo vendono, E noi nonostante questo siamo ancora al palo, continuiamo ad essere il servizio del Piemonte continuiamo ad essere con l'acqua alla gola, ci dicono siete bravissimi andate avanti così, riceviamo complimenti da tutti, a tutti i livelli, abbiamo molto entusiasmo facciamo tanta fatica per progredire ed accrescerci ulteriormente.

 

Il modello di ospedalizzazione a domicilio porterà dunque ad un profondo cambiamento della modalità di affrontare determinate malattie in quanto non sarà più il malato costretto a recarsi presso strutture sanitarie, occupando spazi che potranno essere utilizzati diversamente, ma e l'ospedale tutte le sue potenzialità, che farà l'ingresso della casa del paziente portando con sé tutta la tecnologia necessaria oggi sempre più fruibile in modalità molto più comoda ed assai meno costosa rispetto al costo del ricovero ospedaliero, consentendo un notevole risparmio sulla spesa sanitaria rispetto a quanto avviene e permettendo al malato di vivere in condizioni migliori ed assai più comode rispetto al disagio che innegabilmente prova nell'allontanarsi da casa, vivere in un ambiente estraneo, lontano dai parenti che saranno anche loro agevolati per restare più vicino ad una persona sofferente.

Un modello da potenziare, estendere senz'altro a tutte le ASL del territorio, un obiettivo che l'équipe coordinata dalla dottoressa Marinello persegue con costanza, impegno fisico e mentale per aiutare tutti i pazienti che possono trarre vantaggio dalle cure a domicilio e permettere l'utilizzo migliore delle risorse ospedaliere nell'ottica del massimo risparmio a fronte della migliore efficienza terapeutica.

 

 

Foto: TITOLO:https://www.google.it/search0q=hospital+at+home&rlz=1C1NHXL_itIT705IT705&espv=2&biw=1422&bih=1037&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwi7kIzYsObQAhVqDcAKHY2IAWoQ_AUIBygC&dpr=0.9#imgrc=fZuMqb3lAsdPEM%3A

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RADIOLOGIA DOMICILIO http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/09/27/news/_radiografie_a_domicilio_il_modello_torino_esportato_in_piemonte-148599435/

 

 

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Articolo pubblicato il 12/12/2016