SSC Napoli vs Torino FC 5-3

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: stadio San Paolo maledetto per il Toro che rimedia l'ennesima sconfitta e l'ennesima figuraccia

“Nei primi tempi saremmo primi in classifica e questo vuol dire che l’approccio è sempre ottimo. Nei secondi tempi di solito serve cambiare, per infortuni, stanchezza o altro, e sicuramente i nostri cambi non sono stati all’altezza. Tutti i giocatori del Toro hanno avuto le loro possibilità: alcuni le hanno sfruttate, altri no. Per questo servono rinforzi: sappiamo bene cosa serve e faremo il possibile”.

Parole e musica di Sinisa Mihajlovic.

 

Mi permetto di aggiungere che almeno in tre casi (Milan, Lazio e derby) la tempistica dei cambi, non è stata all’altezza, ma è un dettaglio.

Mi permetto di aggiungere che mancano almeno due giocatori, centrale difensivo e centrocampista, da inserire immediatamente nell’undici titolare, ma è un dettaglio anche questo.

Il mercato di “riparazione” è alle porte e mi aspetto fuoco e fiamme, possibilmente non l’ultimo giorno utile: i soldi ci sono, ci sono, basta saperli investire nel modo giusto.

 

Mancano comunque tre giornate alla fine del girone di andata e oggi il Toro affronta una squadra in piena forma in uno stadio che per i granata è terra di conquista.

Si affrontano al San Paolo due team speculari, molto offensivi, in una partita che promette spettacolo e reti, dove le difese saranno chiamate ad un super lavoro.

Che Dio ci aiuti.


Sorprendente la formazione scelta dal tecnico serbo, che si schiera con (4-3-3): Hart; De Silvestri, Rossettini, Moretti, Barreca; Baselli, Valdifiori, Benassi; Zappacosta, Belotti, Ljajic.

Fuori dunque Iago Falque e Castan che probabilmente pagano il dazio di un brutto derby; sorprende lo schieramento di Zappacosta esterno d’attacco, posizione dove avrei visto, e non solo io, Bruno Peres titolare fisso.

Out per il Napoli, Maksimovic, e non dico altro.

 

Il Toro è ancora in campo nel derby, di testa e di fisico, e si vede: dopo un quarto d’ora il Napoli è già in vantaggio di due reti.

Protagonisti assoluti Ljajic e Barreca: il primo regala la palla agli avversari sui cui sviluppi verrà fuori il corner del vantaggio partenopeo; il secondo riesce a farsi anticipare da Mertens in occasione del primo goal e stende in area l’attaccante belga che raddoppia su rigore, sacrosanto.

Il ragazzo è da togliere subito, altrimenti si rischia di bruciarlo. Già, ma manca un sostituto.

 

Partita da incubo per un Toro che ha perso completamente la bussola: tripletta di Mertens su insistita azione in area al 20’.

Buio totale: se si giocassea basket, sarebbe necessario un time-out e se fosse un match di boxe, bisognerebbe gettare la spugna.

 

Al rientro dagli spogliatoi Mihajlovic manda in campo Lukic per Valdifiori.

La partita non ha nulla da dire, il Napoli gioca al “torello”, brutto gioco di parole, ma è così, gioca forse fin troppo, perchè Belotti accorcia le distanze grazie a una dormita della difesa partenopea.

La rete del "Gallo" provoca un effetto devastante: l’allenatore tenta il 4-2-4 inserendo Iago Falque e Maxi Lopez al posto di Baselli e De Silvestri e il risultato è il poker del Napoli, grazie a Chiriches che infila, dopo un triangolo a cento all'ora, una difesa  allo sbando.

 

Non c’è più partita, se mai c’è stata, non c’è più il Toro, se mai è entrato in campo, e neanche una rete regalataci da Reyna, serve a evitare lo sfacelo totale: Mertens, ancora lui, inventa un pallonetto che Hart riesce solo a gurdare entrare in rete.

Umiliazione assoluta.

Serve a poco il rigore, sacrosanto pure questo, realizzato da Iago Falque a cinque minuti dalla fine.

Anzi fa solo aumentare l’incazzatura.


Una partita, durata per il Toro circa un quarto d'ora, che sicuramente ha fatto la felicità degli scommettitori e degli orfani del vate genovese, ma che mette in evidenza un concetto semplice ed intuitivo, che gira da parecchio sui social e sui forum: le plusvalenze non vanno in campo.

Maksimovic, Glik e Bruno Peres non possono e non devono essere sostituiti da De Silvestri, Rossettini e Castan (Ajeti? Peggio di questi non può fare. Moretti? E’ alla fine di una lunga e onorata carriera).


Questo è quanto emerge dal “trittico” del derby: difesa da rifare, centrocampo da puntellare e attacco da rimpinguare.

Non bastano la grinta, la corsa, il furore agonistico e la mentalità.

Già detto e scritto la settimana scorsa, oggi ribadito più che mai.

E i soldi ci sono, anche questo già detto, scritto e ribadito.

 

In ogni caso...

 

F V <3 G 

 

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Articolo pubblicato il 18/12/2016