Il dramma sugli Appennini. Opinioni di Guido Bertolaso

Mentre la tragedia non conosce fine, una opinione lucida sulla quale ragionare.

Continui sciami di terremoto devastano il territorio da mesi. Metri di neve annunciata su città e paesi già in ginocchio. Genti disperate, borgate isolate, strade inaccessibili, distruzione di un'economia basata sugli allevamenti.

La slavina ha spazzato l’albergo pieno di persone, la situazione è drammatica, l'angoscia si diffonde sui canali della tv, i cronisti descrivono, insistono, documentando, intervistano persone con le parole che inciampano tra i denti, le immagini si susseguono, la speranza resta accesa, la commozione sale mentre i primi soccorsi sono arrivati in 6 ore salendo con gli sci.

Si prevedono nuove precipitazioni, la situazione è confusa. Tutto questo assieme non s'era mai visto. Troppe calamità concentrate in un unico comprensorio appenninico dimenticato da Dio. Eppure, le situazioni estreme vanno affrontate senza tentennamenti.

Un pensiero personale che combacia con una descrizione estremamente lucida, pacata e tristemente reale oggi raccolta tra tante sui canali tv. Il relatore è Guido Bertolaso, ex direttore del Dipartimento della Protezione Civile, che già due giorni fa, e in questo contesto risultano tantissimi, in un'intervista a "Il giornale", nel denunciare troppi ritardi negli interventi dichiarava: un terremoto non si può prevenire, ma su certi eventi atmosferici ci si muove in anticipo.

Guido Bertolaso ha spiegato le complicazioni dell'ente di protezione che ne hanno rallentato il funzionamento. Oggi Fabrizio Curcio è il nuovo responsabile della Protezione civile, affiancato dal Commissario alla ricostruzione Vasco Errani, partorito da Renzi in campagna referendaria (è un controsenso far propaganda di ricostruzione, mentre la terra ancora trema occorre proteggere ciò che ancora esiste).

Due cariche che si accavallano, manca il comandante "della nave", un coordinatore responsabile in ogni emergenza, ma non è un caso unico di smembramento di un sistema organizzato

Prima c'era il Corpo Forestale dello Stato, ora accorpato ai Carabinieri... chi comanda? Guido Bertolaso faceva presente che gli elicotteri del Corpo Forestale, gli unici mezzi in grado di raggiungere velocemente le aree isolate e gettare cibo e soccorsi dall'alto necessari ad animali e genti isolate, sono fermi a Rieti in attesa di ordini, mentre l'emergenza si fa sempre più pressante.

Occorre una Protezione civile capace di coordinare rapidamente tutti gli interventi assumendosi la responsabilità anche degli errori, faceva presente l'ex responsabile che fu criticato per i prefabbricati agli sfollati dell'Aquila dopo il terremoto del 2009 (villaggi e casette messi su alla svelta e che servono bene ancora adesso).

Le previsioni avevano annunciato precipitazioni eccezionali. Guido Bertolaso, senza far polemica, sottolinea che c'era tempo per fare arrivare gatti delle nevi e spazzaneve a turbina da località turistiche montane dove non nevica da mesi e sono inutilizzati.

I vigili del fuoco non sono attrezzati con mezzi di questo tipo e i trattori con la pala non servono a molto in questo stato di emergenza. Se non vi fosse stato il problema del sisma, mai dato per concluso e che aveva già reso il tessuto urbano insicuro, la situazione sarebbe stata differente; le nuove scosse invece hanno esasperato la paura e lo smarrimento della popolazione in un'area molto vasta e morfologicamente difficile da raggiungere anche nelle piccole località (il dramma dell'hotel ne è un esempio).

C'era tempo per concentrare mezzi più idonei alla pulizia delle strade e al raggiungimento dei borghi?

Occorreva anticipare le precipitazioni e decidere in fretta. Le nuove scosse hanno solo aggravato il problema. La popolazione ora si sente abbandonata dallo Stato, i sindaci protestano e hanno ragione.

Sono intrighi italiani ai quali siamo quasi abituati. Quando si manipola qualcosa che funziona, quando si sono smembrate organizzazioni con acquisita competenza senza riallineare forze e sinergie, quando non esiste più un unico comandante della ''nave'', i soccorsi arrivano a piedi, scavano con le mani... questa è la realtà e chi ha "aggiustato" le cose (per motivi politici) dovrebbe rendersi responsabile: la complicazione esiste e molte promesse, soprattutto di moduli abitativi che sarebbero molto utili con queste condizioni atmosferiche, sono rimaste disattese.

Mentre il dramma si delineava, a Bruxelles si discuteva sullo sviluppo che c'era, che non c'è, ma che ritornerà, e su come salvare le banche... il neo presidente del consiglio avrebbe fatto un figurone nel dire: scusate, ne riparleremo, adesso non ho tempo, devo andare! Il mio paese ha bisogno di me!

L'Italia avrebbe fatto un'ovazione a un vero leader che aspetta da tempo! E l'Europa avrebbe dovuto tributargli un inchino......

 

 

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Articolo pubblicato il 19/01/2017