Torino ‘l’essenziale’ - i profumi dell’anima.

Parole, fragranze, aromi.

 

Il Circolo dei lettori di Torino, in via Bogino n.9, ha presentato, a dicembre, tre giorni speciali riservati al profumo, dal titolo ‘L’essenziale’. Il prossimo anno, nello stesso periodo, vi consiglio di partecipare, perché è davvero una bella e… profumata manifestazione. Nell’occasione hanno chiamato Torino, ‘La città profumata’ poiché, per il terzo anno consecutivo, grazie a questo evento e con la collaborazione di istituzioni, profumerie, negozi, boutiques, cocktail-bars e ristoranti, Torino è stata, protagonista di narrazioni sensoriali e workshop dedicati al profumo.   

‘Questa è la terza edizione.  Era   iniziato  tutto come  uno scherzo e,  invece,  è diventato  una manifestazione che, in qualche  modo, ha  coinvolto  tutta la città. Questa  ultima   edizione  ha avuto, quale tema principale, ‘la purezza’ che è il percorso che il circolo ha desiderato delineare, per avvicinare Torino alla bellezza, all’estetica, la cura del proprio corpo, al misticismo. 

Avremo dei maestri che vi insegneranno a scegliere il profumo più adatto e, attraverso l’idea di purezza, vi condurranno al concetto  di  divinità in  luoghi lontani,  fino all’India.’-  Ci dice Luca FERRUA, curatore dellevento e che insieme a Maurizia Rebola, Direttrice del circolo dei lettori, ha introdotto la prima serata. 

Laura Bosetti Tonatto, naso di eccellenza, creatrice di  profumi di  fama  internazionale  che  ha conquistato persino l’interesse della Regina Elisabetta, diventando fornitrice  ufficiale di  alcune preziose fragranze, fra cui l’ambra e la rosa indiana, ha  inaugurato la  manifestazione,  lei che, come ha detto Ferrua, ha un rapporto particolare con la  purezza nel mondo della   profumeria, più stringente con i suoi profumi: essi non raccontano semplici sensazioni che stimolano il naso ma  investono l’anima. 

Laura Tonatto, ci ha condotto con il suo racconto, attraverso un meraviglioso percorso olfattivo, nei luoghi  più  intriganti  del  mondo,  dell’arte,  del  rapporto tra i profumi  e le  religioni, per giungere in quello più intimo ed esclusivo  dellanima, con la  descrizione di un  quadro,  con le parole di un libro, con il richiamo alle Chiese di Roma,   con la musica di  un film,  per farci poi sentire e comprendere, attraverso le muiette, intrise di originalissime essenze, distribuite tra il pubblico, come si possa trasformare l’emozione di queste peculiari prospettive, in profumo.  

Lei trasforma l’incenso in essenza, al  punto da   trovare  il modo di far dialogare   il cielo con la terra, perché proprio l’incenso è in grado di aprire le porte del misticismo. 

‘I nasi sono persone che hanno a disposizione una grande olfattoteca di materie prime. Queste materie si chiamano: note di testa, di cuore, di fondo e  che,   al    momento   giusto,  vanno intercettate per fare una fragranza e che sono esattamente le stesse di 100 anni fa.’- Ci dice la Tonatto, mentre il pubblico curioso che aveva   atteso   con   un certo anticipo dinanzi l’ingresso della sala,  ascolta la sua ‘lectio magistralis’,  affascinato. 

 

Lei ci spiega che l’olfatto è importantissimo, perché in esso risiede lippocampo, la zona del nostro cervello, nella quale dimorano i nostri istinti: la fame, il sonno, la sete, il sesso ed è la memoria più forte che noi abbiamo. Se noi ricordiamo qualcosa attraverso lolfatto, la ricorderemo per sempre, molto più che con la vista, ludito, il gusto.        

 

Lolfatto, nella nostra esistenza è indispensabile, dal primo allultimo giorno della nostra vita. Il primo rapporto che noi abbiamo con il mondo è olfattivo ed è quello con la madre. Il bambino riconosce la madre proprio dal suo odore e questo odore lo placa, lo fa stare bene. E’ anche l’ultima sensazione della nostra vita, perché l’odore di morte è l’ultimo odore, quello della degenerazione delle nostre cellule.  

 

Ci racconta di Caterina de Medici che, nel suo primo incontro ufficiale, andata in sposa al figlio del re di Francia, Enrico II, si portò da Firenze il suo profumiere personale, Renè le Florentin, insieme alle sue flagranze che divennero famosissime anche a Parigi. Renè, realizzò per le dame, guanti profumati e le famose palline di metallo che contenevano cera profumata e che le donne amavano sventolare, per profumare lambiente che le circondava.

 

Citando un famoso profumiere che diceva che: ’ per fare un buon profumo bastano solo due ingredienti, uno di questi deve però essere la rosa ‘- introduce il primo argomento.. la Rosa.

 

‘In Provenza, a Grasse, si coltiva la rosa centifolia, le lavande dei fiori d’ arancio che sono, ancora oggi, le materie prime più rare e preziose per creare i profumi dellalta profumeria. La rosa centifolia, in particolare, è la base del profumo Chanel n.5. Ancora oggi, la raccolta della rosa centifolia a Grasse, nel mese di maggio è uno degli eventi naturali più belli che si possano vedere e annusare. I petali che ne derivano, prima di essere trattati, sono custoditi in sacchi di iuta e poi versati in cilindri.’ 

 

La Tonatto, ci spiega, come si estraggono gli oli essenziali di rosa: ‘I petali, vengono pesati, messi in infusione, attraverso un primo passaggio di solvente che produce la concreta e un secondo passaggio che la purifica dalla cera e che origina lassoluta. Con questi passaggi di solvente, la resa è altissima, perché vengono estratte tutte quante le molecole oleose al fine di ottenere l’assoluta. 

 

Questa è la distillazione che avviene proprio per la rosa centifolia di Chanel e che, invece,’ -  ci spiega – ‘potrebbe avvenire in un modo molto più semplice (i petali di rosa vengono distillati con la bollitura e si ottiene lessenza) ma non con la stessa resa.  

 

Tra le altre rose di profumeria più famose, nella valle delle rose, in Marocco a M’Gouna, ci sono dei famosi e deliziosi boccioli, c’è, in Bulgaria, la rosa bulgara, straordinaria per la sua profumazione e poi ancora in India, l’omonima, molto intensa, con una tonalità aromatica importante.’ 

 

Un’ attenzione speciale, ha rivolto ad una tipologia di rosa, molto particolare che si chiama di Taif, e che è coltivata in Arabia Saudita, dove di giorno sopporta più di 50 gradi e di notte meno di 20. Questa grandissima escursione termica, fa si che la rosa di Taif, abbia una profumazione molto intensa, potentissima. La Tonatto ci racconta che attraversò tutto il Regno Saudita per trovare le materie prime atte a realizzate alcuni suoi profumi e durante, il suo primo viaggio, le fu regalato un quadro che lei scelse tra una serie di doni che le vennero proposti. Questo quadro, a cui è molto affezionata, è stato fonte d’ispirazione, al punto che è diventato una preziosa etichetta di profumo da lei realizzato e che rappresenta una donna che sale le scale dellIslam, al cui apice cè una rosa.  

 

La rosa di Taif, ha petali molto variegati che non sono mai uniformi.

 

Dopo la raccolta, viene portata in un salone, dove ci sono le immagini di tutti i re della dinastia saudita. Viene pesata, come fanno a Grasse e viene messa a bollire in appositi cilindri con acqua e uno speciale olio. Dopo sei ore, viene separata lacqua dall’olio che viene semplicemente estratto con una siringa. 

 

Questa sostanza costa più di 50 mila euro al KG, perché lacqua che necessita per le rose, è costosissima in Arabia, molto più del petrolio. Essendo il costo dell’acqua così elevato e cosi alto, le stesse rose sono davvero rare e se ne ottengono all’incirca 10 kg allanno.  

 

Questo olio profumato di rose che si produce, viene suddiviso in piccoli flaconcini che vengono regalati dal re, agli uomini che hanno fatto qualcosa di importante per il regno, per cui sentire questo profumo addosso ad un uomo, in Arabia Saudita, significa trovarsi di fronte a qualcuno di veramente molto importante, molto stimato presso il re.  

 

‘L’ Arabia saudita -  lei ci racconta -  ‘è il Paese di maggiori consumatori pro capite di profumi. La rosa, rappresenta per tutte le culture, per tutte le religioni, per tutti gli scritti più straordinari di poeti e scrittori, la bellezza, il simbolo femminile di delicatezza, di romanticismo, in Arabia Saudita, invece, è simbolo di potere, prestigio.’ 

 

Grazie alla Tonatto, ci siamo poi ritrovati a contemplare, nel suo speciale percorso olfattivo, l’immagine di un famoso quadro ’ La Primavera’ di Botticelli.

 

 ‘ In questo quadro ’ - lei ci dice – ‘cè un giardino di aranci che rappresenta un saluto a Lorenzo de Medici, poiché le arance, forse presenti nel suo stemma, sembrerebbero il simbolo della sua famiglia. Poi vediamo Zeus e Eolo che soffiano, producendo vento per fare arrivare la Venere sulla spiaggia e poi c è Flora che cerca di coprire con un manto di fiori la Venere, una Venere molto giovane che si pensava avesse 16 anni. Il significato di questo quadro potrebbe essere: Adesso sei cosi perfetta ma il tempo passerà anche per te. La flora ha una collana di mirto. Cè anche un mazzolino di violette.’ 

 

La Tonatto, con un tratto grafico, ha intercettato le essenze da abbinare a questo quadro. Il suo è un lavoro filologico.’ Non invento niente’ - ci dice- ‘quello che cè nel quadro è quello che ci sarà nel profumo ‘ - e con una muiette ci fa sentire: la nota marina, quella della rosa centifolia, la foglia darancio, la violetta. Ne restiamo affascinati. 

 

Anche la letteratura, è entrata nella ’lectio’ della Tonatto. Infatti, in letteratura, una grandissima importanza è stata data alle note profumate. ‘La Recherche ‘ di Proust è un libro che tutti noi conosciamo e che ha una citazione molto singolare, perché ci parla del profumo del ricordo, quello della madeleine di Proust, quando andava dalla zia che gli offriva, tè o tiglio che lui intingeva proprio nella madeleine.

 

La Tonatto, ci descrive anche qui, lodore mirabolante del ricordo.  

 

‘I profumi, hanno affascinato le persone più straordinariamente vicine allarte’- ci dice – ‘ come lo scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nel suo celeberrimo libro ‘ il Gattopardo’ e cosi anche il registra Luchino Visconti che ne ha rappresentato la storia, in forma cinematografica. Nella famosa scena del ballo, Visconti, ha inserito il profumo della zagara, nella sala degli Specchi di Palazzo Gangi, a Palermo. La zagara (fiori d’arancio) è presente in tutte le case di Sicilia. Se non ci fosse stato quel profumo, la Cardinale non sarebbe stata cosi perfetta e tutto il contesto, non sarebbe stato cosi stupendo come lo ricordiamo. Rivedere le immagini con quel profumo ci fa comprendere quanta malia, quanta ricercatezza, quanta senso della purezza ci fosse in quella rappresentazione. ’ – Osserva lei. - Ci crogioliamo qualche istante tra le note inimitabili del film e poi lei ci conduce verso un altro interessante argomento: 

 

‘Questa sera parliamo di purezza e quindi anche di misticismo, attraverso lincenso che è una resina che esce naturalmente dalla corteccia delle piante di Boswellia, alberi capaci di vivere in luoghi caratterizzati da una grande siccità, come Etiopia e Arabia. 

 

Dalla corteccia se ne raccolgono i grani che vengono poi bruciati, così come anche il sandalo indiano.

 

Attraverso le religioni, osserviamo spesso luso dellincenso e delle altre materie profumate da bruciare.  

 

L Islam che è una religione monoteista, nata nel VII secolo dopo Cristo, anche se in questo momento non ci attrae, ha una grandissima tradizione. Ho abitato due anni in Egitto, ho vissuto moltissimo in Arabia Saudita, frequento i sauditi e, vi assicuro, che ci sono i bravi e i cattivi dappertutto.  

 

Il mio viaggio professionalmente più importate è stato proprio in Arabia Saudita, dove vi è un utilizzo di materie prime, veramente straordinario, non solo di profumi ma anche delle materie da bruciare, come l’incenso e con una costante quotidianità. Se fossimo in Arabia Saudita, avremmo già bruciato, in un giorno, 50 grammi di incenso, mirra, perché non si può stare in un ambiente senza bruciare qualche cosa di profumato.  

 

Il termine Islam, deriva dalla radice ‘aslama’ una parola che vuol dire sottomissione: ce n’è poi un’altra, molto significativa, ‘salam’ che è un saluto di pace, la resa assoluta a Dio che genera l’emozione della pace, della serenità, di una resa incondizionata e questo ci fa riflettere. Maometto ci dice nel Corano: ‘Ci sono tre cose che amo di più: le donne, la preghiera e i profumi .. pensiamoci un attimo….ecco l’ Islam! 

 

Nella cultura islamica c’è l’abitudine di bruciare essenze per profumare le moschee, le tende, per dare la pace, per togliere le malignità che si possono introdurre nelle case. Maometto dice che prima della preghiera, occorre lavarsi con acqua di rose.’ -  

 

Anche nel Buddismo, Induismo, Taoismo, Confucianesimo, viene offerto incenso per le stesse ragioni, anche se con percorsi religiosi diversi e la Tonatto si sofferma a spiegarne il perché, mentre la sala piena di gente ascolta molto interessata. Poi affronta il tema delle religioni più vicine alla nostra cultura e ci dice:   

 

‘Nell’ Ebraismo, degli antichi testi (BIBBIA) viene descritta esattamente la costruzione dell’altare e così cita parte di alcuni versi interessati al profumo:  ‘Farai poi un altare sul quale bruciare l'incenso…. …...Porrai l'altare davanti al velo che nasconde l'arca della Testimonianza….. di fronte al coperchio che è sopra la Testimonianza, dove io ti darò convegno. …..Aronne brucerà su di esso l'incenso aromatico: lo brucerà ogni mattina …………… lo brucerà anche al tramonto, quando Aronne riempirà le lampade: incenso perenne davanti al Signore per le vostre generazioni………………. è cosa santissima per il Signore.

 

Questo altare, sarà considerato santissimo perché è consacrato a me.'  

 

‘Il Signore disse a Mosè: ’Non farete per vostro uso alcun profumo di composizione simile a quello che devi fare: lo riterrai una cosa santa in onore del Signore. Chi ne farà di simile per sentirne il profumo, sarà eliminato dal suo popolo.’ 

 

‘Questa è una cosa talmente sacra ‘– ci dice la Tonatto – ‘che non può essere usata per profumarsi, deve essere utilizzata solo per comunicare con il Signore. C’è anche la ricetta per l’olio destinato all’unzione sacra.’  

 

In Israele, insieme all’ulivo, alla vite, al fico, al melo, al melograno, al terebinto, alle rose, agli anemoni, ai gigli e alle palme, crescevano erbe aromatiche come henna, issopo, zafferano, e i preziosi alberi di balsamo che abbondavano nei frutteti del Mar Morto e nei giardini di Gàlaad, tanto decantati da tutti gli autori antichi. Dal Mediterraneo, veniva importato l’olio al mirto, all’aneto o al basilico. Dal Libano, giungeva il cedro, dall’India il calamo aromatico e, ai tempi della costruzione del Tempio di Salomone, il legno di sandalo. Dall’Asia minore proveniva il galbano. Da Ceylon s’importava la cannella e dall’Himalaya il nardo prezioso.  

 

‘ln quellepoca non c’era ancora l’alcol’ – ci dice –‘ ma gli oli diluenti, ossia l’olio di lino o di mandorle dolci.

 

Secondo il Talmud, nel libro della Genesi, il senso dell’odorato è il più spirituale di tutti i sensi, perché è l’unico che ci da la profondità della nostra emozione, che ci fa capire come siamo. Non a caso diciamo ‘a lume di naso ’ per dire che abbiamo capito. 

 

Con il Cristianesimo, vediamo, che secondo San Paolo, ’ tutti i cristiani con la loro testimonianza di fede spargono, nel modo, il profumo di Cristo che è offerto al Padre, in sacrificio di soave odore.’-  Di fronte alla crocifissione di Giotto ‘– ci dice la Tonatto – ‘che ho viso da poco ad Assisi, ricostruita in modo incredibile, perfetta e ai piedi di Cristo, c’è la Maddalena che è la santa protettrice dei profumieri, perché aveva l’unguentario per alleviare le pene di Cristo.  

 

Nel cristianesimo, c’è l’incensazione del Santo Sepolcro, lì dove Cristo è risorto. In questo Sepolcro, dopo tre giorni, la tomba risultò miracolosamente vuota. Non c’è più Cristo, non lo trovano più e il rito dell’incenso, il suo odore, rappresenta questo, un’essenza che fa sentire la presenza, quando c’è la mancanza. Noi quando sentiamo l’odore di una persona che non c’è più, ne percepiamo l’invisibile presenza, la sentiamo vicino a noi.

 

Questi sono i profumi dell’anima, quelli che ci regalano profondità. Come abbiamo visto, l’olfatto è il più spirituale dei sensi, perché ci tiene lontani dai vizi, dall’ira.  

 

In occasione dell’Anno Giubilare, indetto da Papa Francesco, la Tonatto ha realizzato una serie di fragranze ispirate ai profumi, le cui essenze sono citate nella BIBBIA e da queste ricette, ha estratto una trentina di formule di cui tre, fanno parte della sua nuova collezione di fragranze: ‘Incenso delle Chiese di ROMA ‘, ‘Nardo della Maddalena’, ‘Rosa Mistica’ .

 

Queste fragranze, contengono: le essenze e gli oli essenziali d’incenso che si respirano nelle chiese di Roma, il rizoma del Nardo della Maddalena, la Rosa Mistica di Sharon, detta anche il giglio delle valli nel Cantico dei Cantici, la così chiamata, Rosa senza spine della Vergine Maria.

 

‘C’è l’incenso puro che noi sentiamo e che fa parte della nostra cultura, il nardo della Maddalena, il rizoma del Nardo, una pianta rarissima, proveniente           dall’ Himalaya, la sostanza più preziosa che si potesse avere e che ha una tonalità incredibile, orientale, ricca, avvolgente, ambrata. Provate a descriverla, a immaginarla in quel tempo.’ – Ci suggerisce Laura T.-  ‘E’ una sostanza antica: ‘Maria prese 300 grammi di profumo puro, nardo, assai prezioso e cosparse i piedi di Gesù che asciugò con i suoi capelli ..’ – ‘Così ci dicono le scritture. 

 

Infine c’ è la rosa mistica, una rosa che ad Assisi non produce spine. Se questa rosa viene trapiantata altrove, invece, le produce e questa è una cosa incredibile. E’ la rosa che rappresenta la Madonna, il concetto mariano per eccellenza. Questa rosa è diversa da quella di Taif che è, invece, una rosa ricca, molto seducente. Questa rosa, invece, sa di purezza, sa di misticismo, sa di sali minerali, perché quando c’era la presenza di un santo, spesso, le persone che lo avevano incontrato, raccontavano di aver sentito l’odore di rosa. 

 

Le edizioni Paoline, hanno deciso di tenere, nel loro negozio, questa collezione e il successo e stato sorprendente, perché, effettivamente, le essenze che ho trattato, erano quelle utilizzate nei riti mistici e che ci possono fare capire che     c’ è qualcos’altro al di fuori della nostra esistenza, ognuno di noi lo ricercherà dove vuole ma qui, c’è veramente qualcos’altro, quel qualcos’altro che mi ha spinto a realizzare questi profumi e che mi ha veramente emozionato.’   

 

Laura T. ha concluso con un’ultima fragranza, realizzata in occasione del Giubileo che, a differenza delle altre tre citate, è attualmente stata creata per la profumazione d’ambiente e che si chiama Shalom, il profumo della pace.  

 

 

Nella richiesta della realizzazione di questo profumo, da parte di Edizioni San Paolo, mi sono state date alcune citazioni bibliche, sulle quali dovevo riflettere e poi realizzare il profumo di pace. Genesi, capitolo 9:’ Poi Dio disse: "Questo è il segno dell'alleanza che io pongo tra me e voi e tra ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future: io pongo il mio arco nelle nubi, ed esso sarà un segno di alleanza fra me e la terra. E quando io radunerò le nubi sulla terra e apparirà l'arco sulle nubi, allora mi ricorderò della mia alleanza, che è tra me e voi e ogni essere vivente, in qualsiasi carne: le acque non diverranno mai più un diluvio per distruggere ogni carne. L'arco apparirà nelle nubi e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna tra Dio e ogni essere vivente, in ogni carne che è sulla terra". Poi Dio disse a Noè: "Questo è il segno dell'alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra".

 

 

 

‘Nella fragranza, si riconosce un odore d’incenso più delicato, rispetto a quello delle Chiese di Roma, gli ulivi della Palestina, una nota marina. Vi chiedo di chiudere gli occhi, perché generalmente, per annusare, gli occhi si chiudono istintivamente, così da dare grandissima ampiezza all’olfatto e come se ci concentrassimo solo su questo. Questa tonalità, ci porta la sensazione di pace.

 

 

 

Spero condividiate con me questa emozione, perché allora, potremo utilizzarla proprio nell’immagine del Santo Sepolcro, cioè: un’essenza che fa sentire la presenza, quando c’è la mancanza, sembra un gioco di parole ma è cosi. 

 

Il profumo domina tutte le cose negative, che possono trovarsi in fondo a noi stessi come ad es. l’odore del sangue, oppure del peccato. I profumi vanno oltre, sfondano la dimensione umana per andare oltre. Quando vogliamo prenderci un minuto di grande profondità, il profumo ci fa vivere questa emozione. Noi oggi, abbiamo una vestale speciale’ -  precisa Laura – ‘Maurizia Rebola, direttrice del circolo che ci porta l’Oud acceso e che arriva, per questa occasione, dall’Arabia Saudita.  

 

 

 

L’Oud è in tutte le case saudite ma si può annusare anche per strada. E’ un legno che viene utilizzato per profumare gli ambienti. Credo che sia la prima volta a Torino che si vede l’Oud che, nel simbolo della Arabia Saudita è l’incensiere in cui vengono bruciate le materie prime e in questo incensiere, sono state abbinate l’ambra, la rosa, il muschio per un augurio a tutti noi di pace.

 

 

 

Ci arrivi la serenità, la contemplazione, grazie a queste sostanze straordinarie che la natura ci mette a disposizione e che noi dobbiamo rispettare per capire quanto essa è meravigliosa e quanto sono meravigliosi i profumi.

 

Shalom a tutti!!! ‘

 

I profumi della BIBBIA di Laura Bosetti Tonatto, potrete trovarli on line nel suo sito ufficiale ‘essenzialmentelaura’, insieme al campionario completo dei suo profumi ‘ESSENZIALMENTE LAURA e poi a Torino presso, il negozio - San Carlo dal 1973 - e i negozi di diffusione San Paolo. Tutti sono comunque presenti nella sua vetrina di Roma, in via dei Coronari n.57, tel.066864224, mail info@essenzialmentelaura

 

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Articolo pubblicato il 27/01/2017