L’EDITORIALE della DOMENICA di CIVICO20NEWS - di Enrico S. Laterza : Europa anno (sotto)zero

Il gigante bifronte Trumputin schiaccerà il “dissoluto” Vecchio Continente in rovina?

“Non vorrei mai far parte di un club che accetti me tra i suoi soci…”: alla celebre battuta grouchomarxista, paradossalmente autoesclusiva, dovremmo aggiungere “… né la Germania”.

 

Avendo i cugini transalpini abdicato allo storico ruolo di contenimento delle usuali mire espansionistiche teutoniche, con l’inchino di monsieur Sarkozy-Bruni-Tedeschi (guarda caso, sponsalis cognomen omen!…) e dell’illusorio Hollande (o l’Olanda?), suo insignificante successore, alle politiche d’austerità di Frau Merkel, ”Pallida Madre”, e del “dottor Stranamore” Schäuble, applicate brutalmente nel Belpaese mediante l’eminente emissario Rigor Montis, la camicia-di-forza dei vincoli di bilancio si è stretta sino a soffocare precipuamente le nazioni mediterranee, a specifico vantaggio dei summenzionati interessi prussiani post Anschluss Ovest-Est, sfociando poi nel recente “trauma” della Brexit, il cui esito, appunto, potrebbe rivelarsi meno drammatico di quanto paventato per i sudditi di Sua Maestà (lei pure, al pari del consorte, d’origine crucca, rispettivamente di famiglia Windsor/Sassonia-Coburgo-Gotha e Mountbatten/Battenberg) e dunque invogliare i rimanenti a lasciare il triste sodalizio, dando inizio alla graduale dissoluzione del sogno di De Gasperi, Spinelli, Schuman e Adenauer, trasformatosi nell’incubo buro-plutocratico che conosciamo. Dis-u-nio-ne.

 

A proposito, da Francoforte, il Governatore Supermario Dragone ha finalmente acconsentito - bontà sua - all’ipotesi teorica d’un’eventuale uscita “concordata” dall’euro (non più “irreversibile”) e ne ha conteggiato il costo, un po’ salatuccio, per la verità: ad esempio, noi dello Stivale sborseremmo subito, per il disturbo, circa trecento miliardi nell’attuale divisa pregiata, per ripagare le pendenze con la BCE, prima che ritorni un’ultrasvalutata liretta, con conseguente lievitazione del colossale debito sovrano, e s’abbiano quindi a fronteggiare fosche profezie per l’infausto destino della Penisola e per l’intero baraccone virtuale del sistema monetario-finanziario mondiale. Insomma, se - magari per tua “libera” scelta - ti trovi incaprettato, col cappio alla gola, appeso al lampadario, in piedi in precario equilibrio su una seggiola traballante, meglio se non ti agiti troppo!

 

Non bastasse, l’inaspettato, catastrofico arrivo dell’uragano Donald, l’iperplatinato multimilionario dei poveri, neoeletto Presidente USA, che, insieme al tirannosauro Rex Tillerson, già numero-uno della Exxon e oggi Segretario di Stato, prospetta una strategia estera trumputiana di sant’alleanza tra America e Russia - con annesso vassallaggio della simil-Thatcher maggiolina, ossia la May, scodinzolante alla corte dell’ex colonia -, rischiando così di schiacciare in mezzo il Vecchio (in)Continente, gigante economico dai piedi politici d’argilla, quale manzoniano “vaso di coccio tra vasi di ferro” (da non recare inutilmente a Samo…), e mette addirittura in discussione la stessa NATO (no, non sono i soliti anarchico-insurrezionalisti dei centri-sociali, stavolta), oltre ad assumere un atteggiamento protezionistico, a danno degli esportatori (ivi compresa l’Italietta nostra, mica la Cina), ed anti-globalizzazione (ma allora i no-glob, tanto scornati e mazziati a Seattle, Napoli e Bolzaneto, avevano ragione?!?), addensa nubi sempre più scure nel cielo sopra Berlino, Bruxelles e Strasburgo. E, se Atene piange, Roma non riderà. (Molto bene: esaurite le malcitazioni compulsive da remote memorie ginnasiali, di cui il redattore del presente editoriale ipocritamente non manca di chieder venia).

 

Metafora della confusione mentale che s’aggira fantasmatica, asmatica in Ue, all’ombra della bandiera cerchiostellata, il rimbrotto del deutscher Bundesminister für Verkehr Dobrindt all’omologo Delrio, con l’accusa di omissione (di controlli) sulle emissioni, in merito al recente dieselgate FCA, affermazioni cui Carlo Calenda, dal Ministero allo Sviluppo, invece di ribadire l’intenzione di vigilare a tutela dei cittadini-consumatori, ha replicato con un “si occupi di Volkswagen!”, quasi si trattasse di questione d’orgoglio patriottico. “Che c’azzécca?”, domanderebbe Di Pietro, parlandone da vivo. I soggetti interloquenti sembrano ignorare che la citata Fiat-Chrysler è un’azienda con sede legale ad Amsterdam, domicilio fiscale a Londra e quartier-generale operativo a Detroit, mentre l’amministratore-delegato Marchionne (o Marpionne, secondo certi infamanti detrattori, da deplorare), è una persona canadese che abita - ed è tassata - in Isvizzera (un paradiso, beato lui!).

 

Il 2017, meteotemporalmente, rossellinianamente o trilussianamente intitolato: Europa annata sottozero.


Enrico S. Laterza


 

 

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Articolo pubblicato il 05/02/2017