TANDEM TRA FINZIONE E REALTÀ: Lovecraft al cinema

Una serie di film e saghe horror (e non) nate ed evolutesi sulla scia dei mondi e dei miti creati dal grande scrittore americano

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Howard Phillips Lovecraft

Ritorniamo oggi con un articolo in tandem con il mio collega e amico Milo Julini, dopo una breve pausa ritorniamo pedalando assieme su queste pagine per parlarvi di uno dei piu' discussi scrittori di sempre, Howard Phillips Lovecraft.

Lovecraft è sicuramente un autore "difficile" da affrontare, cinematograficamente parlando, visto che i suoi sogni e incubi su mondi ultraterreni, di solito popolati da mostri e divinità dissolute e crudeli di fronte ai quali noi poveri umani possiamo poco o nulla, hanno sempre lasciato molto spazio all'immaginazione dei suoi lettori dando ben poco sul piano "descrittivo" su cui lavorare "visivamente" per chi deve portare su schermo le sue storie.

Non da meno lo scrittore statunitense ha ispirato una incredibile pletora di fedelissimi e discepoli che hanno sempre idolatrato le sue opere, tra cui per primo il celeberrimo "Re dell'horror" Stephen King, trasfondendone lo spirito nei propri racconti come ad esempio nel cupissimo e apocalittico "The mist", a sua volta portato al cinema per la regia di Frank Darabont.


Già regista di altri successi "Kinghiani" come "Il miglio verde" o "Le ali della libertà", nonchè autore assieme a Robert Kirkman della serie di successo "The walking dead"; Darabont cattura appiena l'animo Lovecraftiano già catturato nel romanzo di Stephen King.

Non a caso i personaggi del film si ritrovano prigionieri in un comune supermarket di provincia, circondati da famelici mostri che si nascondono in una fittissima nebbia calata improvvisamente sulla loro cittadina.

Passiamo quindi da comuni (ma micidiali) ragnetti con le loro tele corrosive e grossi insetti dalle punture letali, fino ai giganteschi e sovrannaturali mostri/idoli che vediamo nel finale, talmente enormi da essere quasi impossibile vederli nella loro completezza a occhio nudo.

Ma la minaccia si trova anche tra gli stessi sopravvissuti, special modo un piccolo gruppo che si lascia sempre più trasportare dalla pazzia di una insopportabile fanatica religiosa (una grandiosa Marcia Gay Harden) convinta che la nebbia stessa non sia altro che il giudizio divino definitivo.


Altro regista che si è sicuramente ispirato a Lovecraft è poi Sam Raimi, smorzandone però il lato drammatico e portando in scena dei film horror carichi di humour grottesco e auto-ironia come nella famosa saga di "Evil Dead", ovvero "La casa" per il pubblico italiano.

Una trilogia di film irriverenti e divertentissimi, interpretata dal loro amico e attore Bruce Campbell, protagonista anche di una recente serie tv omonima sempre incentrata sul demoniaco e maledetto libro "Necronomicon".

Libro che la leggenda vuole essere rilegato in pelle umana e scritto col sangue, capace di aprire porte verso altri mondi e dimensioni da cui fuoriescono puntualmente demoni e maledizioni assortite da combattere a colpi di sangue finto a litri e irrestistibili freddure da bad-movie.


Un film con cui Sam Raimi costruisce uno degli archetipi di anti-eroi desisamente fuori linea con quelli di Lovecraft, dove nei libri dello scrittore di solito erano intellettuali o persone colte che scivolavano lentamente nella pazzia, qui invece abbiamo un buzzurro di periferia armato di fucile a canne mozze con una motosega al posto della mano mozzata.

Uno dei pochi film che sa veramente unire con successo paura e ironia, sangue a secchiate e risate a crepapelle con una regia pregna di freschezza e originalità piena di riprese funamboliche mozzafiato che faranno poi scuola nel mondo del cinema action e horror; oltre che creare una propria sotto-cultura pop interamente legata e discendente dai mondi lovecraftiani.


Passando a un'altra saga di successo sull'argomento impossibile non nominare poi il terrificante "Hellraiser" di Clive Barker, decisamente più pauroso della saga di Raimi ma che attinge altrettanto a piene mani dall'immaginifico inventario di mostri e demoni di concezione Lovecraftiana.

Mai come in altri film queste divinità sono state tanto crudeli verso l'uomo, non a caso il film vede la nascita di un'altra delle figure horror per eccellenza da affiancare a miti del cinema come Freddy Krueger o Michael Myers, ovvero "Pinhead", protagonista ormai di 8 film e un imminente nuovo capitolo ("Hellraiser: Judgment") previsto per l'uscita in questo 2017.


Iconico ormai anche visivamente il suo look con la testa rapata tempestata di spilli, il mostro cenobita leader dei "supplizianti" era in realtà una volta un essere umano, soldato la cui mente sconvolta dalle atrocità della guerra era stata poi "risucchiata" nella famosa scatola che sarà poi la causa delle pene di tutti i protagonisti della saga filmografica.

Una saga di film dove il disfacimento fisico dei personaggi va di pari passo con quello mentale e morale, sballottati in improvvisi "trip" verso altre oscure dimensioni dove vengono crudelmente torturati e fatti a brandelli da queste entità cenobite, per il mero gusto del dolore e della stessa sofferenza come sottolinea più volte lo stesso Pinhead nelle sue terrificanti apparizioni.

Un film dove la regia di Clive Barker è ridotta al minimo essenziale, lasciando giustamente la parola al make up e gli incredibili effetti speciali delle creature e delle scene più sanguinolente, non ha caso infatti trovando sempre una marea di problemi con la censura al di là e al di qua dell'oceano.


Altra saga costruita poi sulla figura di Herbert West, il "rianimatore" di Lovecraft che cercava a mo' di novello Frankestein di riportare in vita dei cadaveri, è poi cominciata nel 1985 con "Re-Animator" diretto da Stuart Gordon.

Regista di grande bravura forse un pò troppo sottovalutato nel corso degli anni dal grande pubblico, assieme anche al suo grande amico e collega Brian Yuzna che firmerà poi i due sequel di questo film, ovvero "Re-Animator 2" del 1991 e "Beyond Re-Animator" del 2003.

Horror a basso costo che però (special modo il primo) racchiudono tutta l'anima e l'essenza di quello che deve avere un buon film, ritmo e ironia e personaggi e sequenze di scene che funzionano alla perfezione come un orologio svizzero.


Ottimi anche gli effetti speciali per scene di culto come il "gatto zombie" o la rissa nell'obitorio contro il cadavare appena rianimato, cui l'amico attore Jeffrey Combs sfonda il torace con una sega per ossa.

Combs che poi diventerà un icona per film del genere, tanto che Peter Jackson lo pretenderà poi nel suo divertente "Sospesi nel tempo" nel ruolo di un agente speciale dalla mente devastata per tutti gli anni spesi come infiltrato nelle sette sataniche di tutto il mondo.


Infine concludiamo questa panoramica sul cinema di matrice Lovecraftiana consigliando 3 film "in ordine sparso" sull'argomento, differenti per anno di produzione, genere e stile di regia; ma tutti e 3 con lo stesso immaginifico bagaglio horror alla base delle loro idee.

Il primo e migliore in assoluto, secondo il sottoscritto, film mai girato a base Lovecraft è "Il seme della follia", pellicola del 1994 per la regia di un maestro indiscusso del genere come John Carpenter.

Un agente assicurativo la cui specialità è scovare gli imbroglioni, interpretato da un grande Sam Neill qui probabilmente nel ruolo della vita, è assoldato da una casa editrice per scovare la sua punta di diamante data per scomparsa, il grande scrittore horror "Sutter Cane".


Narratoci dello stesso Sam Neill, rinchiuso fin da subito in un ospedale psichiatrico e che ci racconta a ritroso il succedersi degli eventi, scopriamo la lenta discesa negli inferi della pazzia da parte del protagonista.

All'inizio pragramatico e cinico uomo disilluso che deride i fans dei racconti horror, si scoprirà egli stesso parte di quel mondo la cui leggenda aumenta il potere stesso dello scrittore che ne narra le storie, scatenando sulla terra i mostri più antichi rinchiusi nelle profondità della terra.

Un film magistrale che unisce tutta la sapienza registica di Carpenter ai racconti di Lovecraft, unendo il mito al fanatismo dei più accaniti lettori horror per scrittori come ad esempio Stephen King, di cui "Sutter Kane" è poi l'evidente storpiatura e controparte cinematografica.


Il secondo film che vi consiglio è invece una piccola chicca di genere horror fantascientifico di nome "Punto di non ritorno", film del 1997 per la regia di Paul W. S. Anderson, già regista del survival/horror "Resident evil" e altri ottimi film di genere come "Death race" o "Soldier".

Sempre con il bravissimo Sam Neill tra i protagonisti, il cast si avvale inoltre di un ottimo Laurence Fishburne, che di li a pochi anni sarebbe poi stato lanciatissimo come "Morpheus", leader della resistenza umana nella famosa trilogia di "Matrix".

I due assieme al loro equipaggio sono impegnati in una missione di soccorso, recuperare il relitto della "Event horizon" (titolo originale del film poi), un'astronave che si riteneva perduta da tempo e che potrebbe contenere una nuova tecnologia sperimentale per i salti interstellari.


Ma la tecnologia segreta funziona anche più del previsto, passando non soltanto da una galassia all'altra ma anzi aprendo squarci su un'altra dimensione popolata di demoni e altre creature assortite che cercheranno ovviamente di fare a brandelli i bravi soccorritori, non soltanto fisicamente ma anche logorandoli psicologicamente sui loro rimorsi e le loro esperienze e ricordi traumatici personali.

Un film affascinante che sa intrattenere ottimamente lo spettatore unendo con saggezza l'elemento fantascientifico a quello horror, lasciando il giusto spazio all'immaginazione dello spettatore sul "mondo oltre" il misterioso cancello multidimensionale aperto sull'astronave, ma non disdegnando neppure delle sane e sanguinolente sequenze splatter dove ancora una volta gli effetti speciali di pura violenza visiva si dimostrano gran lunga più efficaci di gran parte delle scene in CGI costruite al computer al giorno d'oggi.


Infine come ultima chicca vi consiglio un film che ha avuto un suo seguito di fans che lo hanno subito elevato a piccolo cult, ma come al solito è stato però snobbato o sminuito dalla gran parte del pubblico e della critica.

Il film in questione è "Quella casa nel bosco", horror/fantasy in salsa teeneger uscito nel 2012 per la regia di Drew Goddard.

Unico film di Goddard come regista, mentre già sceneggiatore per altri interessanti storie come "Cloverfield" o il più famoso "The Martian" diretto poi da Ridley Scott.

Quella che al principio sembra l'ennesimo film con l'allegra combriccola di amici riunita in una località fuori mano e fatta fuori uno per uno dai mostri/psicopatici di turno; in realtà si rivela una storia più complessa con diversi livelli di narrazione.


Assieme ai giovani abbiamo modo di vedere un gruppo di scienziati in un laboratorio segreto che ne segue ogni movimento, impedendone la fuga e scatenandogli contro mostri per ucciderli.

Gli scienziati infatti fanno parte di una delle molte località segrete sparse per il mondo dove si effettuano questi sacrifici umani per tenere a bada (ed ecco che arriva Lovecraft) dei mostri spaventosi che vivono nella profondità della terra, chiamati semplicemente "gli antichi" da una Sigourney Weaver che in un piccolo ma splendido cameo spiegherà infine ai pochi superstiti perchè la loro morte è necessaria alla salvezza dell'intera umanità.


Un ottimo film pieno di fantasia e dall'animo innocentemente teeneger-hardcore, con alcune scene da antologia come il vagabondare dei giovani nei laboratori degli scienziati, pieni di creature infernali in gabbia pronti a essere scatenate per i sacrifici umani; oltre che lo splatterossimo turnover della storia quando queste bestie assassine vengono finalmente liberate uccidendo indifferentemente chiunque trovino sul loro cammino.

Una storia raccontata con la giusta dose di umorismo mescolata ad un adeguato contenuto horror, che poggia le basi (come tutti i film citati in quest'articolo) su un ottima mitologia di base come la potenza innaturale degli "antichi", crudeli ed esigenti divinità al cospetto dei quali noi esseri umani non possiamo altro che inginocchiarci tremanti senza alcuna possibilità di crederci fatti "a loro immagine e somiglianza".



OGGI VI ABBIAMO CONSIGLIATO UN BEL MUCCHIO DI BEI FILM SU UN AUTORE NON FACILE DA LEGGERE E COMPRENDERE, SPERO IN QUESTO IL MIO COLLEGA MILO JULINI VI SIA STATO PIU' D'AIUTO E PERSONALMENTE SPERO DI ESSERE RIUSCITO A FARMI CAPIRE PARLANDO DELLA SUA "FILOSOFIA E MITOLOGIA", PER QUELLO CHE ERA UN RE DEI MONDI IDOLATRATO ANCORA OGGI DA TUTTI I FANATICI HORROR E FANTASY DI QUESTO MONDO.

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Articolo pubblicato il 29/01/2017