Torino - Alla ricerca dei cibi genuini e dei vini sinceri sulle orme di Mario Soldati

Ne parlerà sabato 11 febbraio al Centro Pannunzio la Dottoressa Monica Mercedes Costa che ci fornisce preziose anticipazioni.

E’ un piacevole ritorno nel tempo, parlare a Torino di Mario Soldati. Torinesissimo e contestualmente cosmopolita, quest’intellettuale, regista, scrittore e cantore delle tradizioni e delle genuinità in tutti i suoi aspetti e manifestazioni, continua ad affascinare anche i giovani che non hanno potuto seguirlo nella fasi della sua lunga e proficua esistenza.

Sabato 11 febbraio alle ore 17 nella sede del Centro Pannunzio, di cui Soldati fu autorevole presidente dal 1980 per molti anni, Sala “Sergio Pininfarina” (via Maria Vittoria 35 H, Torino), Monica Mercedes COSTA, premio “Mario Soldati” 2016, autrice di un importante saggio su “Letteratura e cibo nel ‘900: Mario Soldati”, terra' una conferenza, integrata con proiezioni, sul tema “ALLA RICERCA DEI CIBI GENUINI E DEI VINI SINCERI SULLE ORME DI MARIO SOLDATI”, con l’introduzione di Pier Franco Quaglieni e alla presenza del figlio Giorgio Soldati.

Scrittore e gastronomo nello stesso tempo, Soldati ebbe l’ardire di promuovere il cibo e il vino al ruolo di protagonisti. I prodotti tipici e la cultura del territorio non sono semplici argomenti comparsa, ma oggetto dell’attenzione primaria dello scrittore.

Altrettanto audace e innovativa fu la sua attività di documentarista televisivo dove Soldati vestiva i panni del giornalista-intervistatore e, con il pretesto della ricerca dei prodotti perduti, dettava i fondamenti di quella cultura del territorio che tutti gli dobbiamo. Petrini ed altre comparse televisive, non hanno inventato nulla.

Abbiamo rivolto qualche domanda alla protagonista della conferenza.

Dottoressa Monica Mercedes Costa, lei è autrice di “Letteratura e cibo nel ‘900: Mario Soldati”, ed ha conseguito il “Premio Mario Soldati 2016. Da dove nasce il suo interesse per quest’affascinate figura  d’intellettuale un po’ atipico del ‘900?

Una figura così affascinante non poteva non attirare la mia attenzione: nella sua affermazione è già incluso il motivo dell’interesse. Mario Soldati fuoriesce dagli schemi. Una figura poliedrica che ha saputo interpretare al meglio i più profondi legami della cultura gastronomica della nostra Penisola è stato, invece, ingiustamente incolpato d’esser un Autore «già vecchio negli anni Sessanta», come riportano alcuni degli studi critici più recenti. La passione e gli studi che ho dedicati, da quasi un ventennio, alla storia delle tradizioni enogastronomiche hanno fatto il resto.

Uno dei meriti di Soldati, con la promozione di vino e cibo genuino di nicchia e poco conosciuto, ha aperto un filone di ricerca e divulgazione. Non ritiene che i tanti intrattenitori di oggi, che dominano programmi televisivi e radiofonici, abbiano abbandonato le motivazioni ideali del percorso da lui tracciato?

Tocca un tasto per me dolentissimo ed è uno dei motivi che tanto mi fa appassionare al lavoro di Soldati gourmet. La caratura intellettuale di Soldati lo portava a indagare un territorio, a portare alla luce prodotti, umanità, storia. Insomma Cultura. Poter rileggere le sue parole e riascoltare la sua voce ha significato, per me, comprendere cosa davvero significhi far conoscere un’intera civiltà attraverso il cibo. Difficile, oggigiorno, trovare una competenza simile (e mi includo tranquillamente nel novero!), ma un argomento di moda spinge chiunque a trattarlo, non importa come. Impoverendolo inevitabilmente.

Soldati non solo ha rappresentato la novità, ma conserva l’originalità nella ricerca creativa e nell’esposizione coinvolgente. Ne conviene?

Non vale, sta anticipando tutto quello che mi riservavo di svelare su Mario Soldati!. Battute a parte, l’esposizione soldatiana è accattivante ed istrionica così come la scrittura: il vantaggio di essere un cineasta, come si autodefiniva, ha sicuramente giocato un ruolo importante nelle puntate televisive della trasmissione Viaggio lungo la Valle del Po, alla ricerca di cibi genuini (1957). Ma a mio avviso, il dettaglio che ha reso così coinvolgente la sua opera è proprio la sua consapevolezza: tangibile, avvertibile. Stava promuovendo la Cultura, le nostre radici, quelle più profonde. Perché nell’atto di nutrirsi è nascosto tutto il nostro legame con la terra, le origini, la civiltà, il tessuto sociale. Un atto culturale di cui aveva grande coscienza.

Quali anticipazioni può fornirci degli aspetti che porrà in maggior risalto l’11 febbraio al Pannunzio?

Vi posso anticipare che parleremo di un percorso. Straordinario, unico. Che ha portato Soldati a essere il primo grande divulgatore gourmet.
Daremo a Soldati ciò che è di Soldati.

Ha riacceso il mio interesse. Grazie dottoressa Monica Mercedes Costa.

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Articolo pubblicato il 09/02/2017