L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Massimo Calleri: EURO o NO EURO, questo è il problema

Un'operazione commerciale fallimentare

Eppure alcuni anni or sono ci fu chi disse che la moneta unica ci avrebbe portato alla crisi e fu regolarmente catalogato fra gli anti europeisti, fra i conservatori che non sapevano stare al passo con la crescita finanziaria ed economica  direttamente proporzionale all’adozione della moneta unica.

Mentre invece l’attenzione era concentrata solo sull’adozione di un sistema monetario che ha di fatto ulteriormente impoverito le nazioni più povere.

Ma non fu ascoltato, anzi fu tacciato di anticostituzionalità, di essere un rivoluzionario mentre in effetti la rivoluzione si stava concretizzando anche ai danni di chi l’aveva creata ma non aveva il coraggio di ammetterlo, o di fare per lo meno quel passo indietro che sa si umiltà ma mai di disfatta.

Un’impresa, quindi, impossibile specie per chi ha fatto dell’Euro il suo ronzino di battaglia divenendo suddito anziché principe nella terra promessa.

Occorre anche dire che l’ostentata rinuncia ad ammettere l’errore apparteneva a molti, anche a quegli esponenti di partito che oggi si risciacquano la bocca proclamando l’avversità alla moneta unica mentre fino a “ieri” appartenevano alla schiera dei più determinati sostenitori.

Mi viene perciò da pensare ad una operazione commerciale fallimentare che oggi sta mettendo in crisi anche nazioni ricche come la Germania, colpevole di aver intrapreso avventure finanziarie con soggetti che non sono più in stato di solvibilità per il grande disavanzo economico maturato.  

Come se tutto fosse stato studiato ad arte per mantenere quella scala medioevale dei valori che ha relegato l’Italia al ruolo di nazione valvassina, anche se mi verrebbe da pensare ai servi della gleba. Oggi mi duole dover riconoscere il fallimento delle politiche economiche nostrane.

Ma ormai non mi stupisco più di nulla anche perché non vedo soluzioni valide all’orizzonte; mi sembra di assistere ad un incontro sportivo sospeso per manifesta inferiorità di uno dei due contendenti.

Qualcosa mi suggerisce che peggio di così non potrà andare; forse questo potrebbe dare un senso alla volontà di inseguire l’inevitabile miglioramento riornando alle sovranità territoriali che dipendano, checchè se ne dica, da quella economica direttamente legata alla proprietà della moneta nazionale, giudice della crescita o del fallimento di ogni popolo.

Sarebbe troppo facile parlare dell’uscita dal sistema, e senza particolari traumi, della Gran Bretagna e di altre nazioni che stanno meditando seriamente su questa possibilità che si sta trasformando in necessità irreversibile.

Per intanto il  palcoscenico del teatrino di Bruxelles prosegue ad ospitare le repliche di un “déjà vu” cui partecipano solo più gli abbonati per non disperdere le quote già versate.

Quelle stesse che tradotte nella moneta ante – euro consentivano l'ingaggio di nuovi attori e non soltanto di vecchie comparse.

 


       Civico20 News      

Il Direttore responsabile                                     

      Massimo Calleri                                               

 

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Articolo pubblicato il 12/02/2017