Toni aggredito ad Avellino, vittima della disinformazione

'Accerchiati, i vigili si sono girati dall'altra parte' ha dichiarato l'ex calciatore, ma forse non sa che i "Vigili" non sono forze di polizia

L'increscioso episodio capitato all'ex calciatore Luca Toni fa emergere una volta di più la poca informazione e la molta disinformazione che circola in Italia su moltissimi argomenti. Uno di questi esempi è proprio il caso dei "Vigili Urbani" che già in passato abbiamo trattato su queste pagine.

Partiamo dalla definizione di Vigili Urbani, definizione scomparsa da decenni e non più rilevabile su nessun Codice o legge. Nonostante questo i media ed anche i politici continuano ad usarla proprio per rimarcare la differenza che esiste tra i Vigili Urbani e le Forze di Polizia. I Vigili Urbani sono quindi percepiti dalla società come impiegati comunali che indossano una divisa e che hanno compiti di viabilità e di controllo dei regolamenti comunali.

I "Vigili Urbani" sono una forza di quasi 60.000 unità in tutta Italia, normalmente tirati in ballo prima delle elezioni comunali dove ogni candidato Sindaco ne promette l'utilizzo  per i più disparati servizi, finanche l'antiterrorismo. Trascorsa la campagna elettorale i vigili urbani vengono nuovamente messi in naftalina e tornano ad essere uno strumento utile agli amministratori locali per fare cassa.

E' ovvio che il capitale umano e professionale di tale categoria potrebbe essere utilizzato anche per problematiche di sicurezza urbana (come peraltro già avviene), ma il tutto è vincolato da un piccolo e non insignificante dettaglio, i Vigili Urbani (che da questo momento chiamiamo con il vero loro nome Polizia Locale) non appartengono alle forze di Polizia, ovvero non rientrano nella famosa legge 121.

La Polizia Locale se interviene in situazioni di ordine pubblico lo fa a proprio rischio e pericolo, un addetto della Polizia Locale non gode infatti delle tutele di un appartenente alle Forze di Polizia, tutele che vanno dagli aspetti economici a quelli previdenziali.

Un operatore di Polizia Locale in questo preciso caso capitato allo sfortunato ex calciatore, ha il dovere di avvisare la propria Centrale Operativa di quanto sta succedendo e richiedere l'intervento delle Forze di Polizia. In tutti i casi di problematiche di ordine pubblico è inimmaginabile che una pattuglia formata da due operatori, non equipaggiata e magari anche non addestrata per affrontare tali eventi, intervenga.

La categoria della Polizia Locale da anni richiede che si metta mano alla nuova legge quadro, riforma che da oltre dieci anni è impantanata in Parlamento. Il signor Luca Toni in questo caso dovrebbe prendersela con i politici che hanno sempre contrastato l'approvazione della riforma, riforma che va detto viene contrastata  anche dai vertici delle altre Forze di Polizia, quelle che si considerano veri poliziotti.

Il signor Luca Toni è però sicuramente vittima della disinformazione che ormai impera in Italia e come tutti i comuni cittadini si aspetterebbe, quando è in difficioltà, di vedersi aiutare da persone che vestono una divisa. Dobbiamo però dire che la Polizia Locale non è l'unca organizzazione a vestire una divisa, anche gli operatori dell'AMIAT hanno una divisa, così come i conduttori degli autobus o gli uscieri degli Hotel, ma a nessuno verrebbe mai in mente di indignarsi se qualcuno di queste categorie citate non intervenisse durante scontri di piazza. Non basta indossare una divisa per essere tutori dell'ordine, servono leggi e un appropriato inquadramento che tuteli gli operatori de settore.

Un piccolo inciso ma che fa comprendere come le Polizie Locali siano spesso solo considerate in contesti negativi, anche Carlo Conti a Sanremo si è dimenticato delle centinaia di vigili (o poliziotti locali) che in questi mesi hanno prestato servizio nelle zone terremotate, su base volontaria e senza alcun incentivo economico, ma questa è un'altra storia.

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Articolo pubblicato il 13/02/2017