L’EDITORIALE della DOMENICA di CIVICO20NEWS - di Enrico S. Laterza: Chi ci gioca?

A chi giova? Dal lotto a Corallo, vincenti e perdenti del grande azzardo nazionale

Rien ne va plus!

 

“Niente va più”, sembra, nel Belpaese; brutti-tempi, insomma… un casino, o casinò, evocato dalla tipica frase francofona dei croupier.

 

E lo scottante affaire che vede coinvolti - secondo la magistratura inquirente - Gianfranco Fini, ex Presidente della Camera - sicuramente estraneo agli addebiti (se non agli accrediti) -, sua moglie Elisabetta, il cognato Giancarlo e il suocero Sergio Tulliani (tutti teniamo famiglia, no?), insieme al “re delle slot”, Francesco “Ciccio” Corallo, arrestato ai Caraibi lo scorso dicembre, con l’accusa di riciclaggio da fondi-neri e “sottrazione fraudolenta” di imponibile, accende un faro di riflessione ampliato sull’argomento.

 

Distraendoci per un microsecondo dagli assai peggiori problemi - lo sappiamo! - di polizze “mortuarie” della sindaca capitolina, vien da domandarsi quale incredibile potenza-di-fuoco posseggano in Parlamento i gestori del gioco d’azzardo legale (ehm…), una lobby palesemente più forte degli armaioli & archibugieri bresciani, degli amarognoli superalcolici e delle fumose multinazionali tabaccaie, dato che nessuno cerca o vuole contrastarli, con l’eccezione della cilicica onorevole Binetti, dei Fratellini d’Italia e dei soliti grillini-altoparlanti del Movimento Pentastellato, duri quanto inascoltati in merito, al pari (o dispari?…) del cardinal Bagnasco.

 

Guarda caso, l’emiciclo di Montecitorio o di Palazzo Madama non ha sinora licenziato uno straccio di legge che miri a limitare (tranne che per l’obbligo di un’ultraveloce dicitura ipocrita di avvertimento ai consumatori sul pericolo di “dipendenza”) o men-che-mai vietare l’onnipresente invasiva pubblicità di tale “divertente” intrattenimento, ovvero piaga che conduce rapidamente alla rovina i soggetti “vulnerabili”, trascinando nel gorgo la professione, la vita personale e gli affetti cari (jack-rip!).

 

Al riguardo: ma che bisogno hanno i già ricchi, vincenti e fortunatissimi campioni Ronaldo (PokerStars) e Totti (Lottomatica), ad esempio, di reclamizzare un vizio così pernicioso?!

 

Inoltre, la stessa Agenzia delle Entrate, che applica la colonscopia al singolo cittadino privato, non facoltoso, preannunciandogli le pene dell’inferno fiscale, consente invece di godere di concessioni pubbliche ad opulente società anonime, di dubbia o ignota proprietà e con sede nelle paradisiache isolette d’evasione (cfr. la puntata di Report © dell’8 maggio 2011, inchiesta a cura di Sigfrido Ranucci). Dai profitti dichiarati di un giro-d’affari astronomico, di quasi 95 miliardi di euro annui (4% del pil, con una crescita esponenziale, il 7% dal 2015 al 2016), lo Stato biscazziere (espressione mutuata dal saggio di Carlotta Zavattiero, edito da Ponte alle Grazie, Firenze, 2010) incassa cospicue tasse - spesso eluse e recentemente in calo -, diventate irrinunciabili per il disastrato bilancio nazionale, tanto che la megamulta per gli apparecchi irregolari (cioè disconnessi dall’obbligatorio terminal informatico Sogei), una colossale sanzione che la Guardia di Finanza aveva calcolato in una sessantina di miliardi complessivi - miliardi, mica bruscolini! -, è stata prima ridotta a 2,5 circa (in base a sentenza della Corte dei Conti) e poi abbattuta (dalla commissione Monorchio) a 800 milioni e (dal governo Letta) a 500, quindi praticamente condonata a una misera trentina di milioncini, divisi per le dieci imprese interessate, che lorsignori neanche si degnano di pagare. È come se col carabiniere che ci commina le cinquanta cocuzze d’infrazione al codice della strada, conciliassimo per una manciata di spiccioli ramati. E non versassimo neppure quelli!

 

Il fenomeno avvinghia, negli svariati tentacoli, tra cui naturalmente il web, trenta milioni di abitanti dello Stivale, manco fosse Las Vegas, mentre i malati - è il termine esatto - di gap o phd (pathological gambling disorder, imprescindibile acronimo anglosassoide) sarebbero intorno al milione. Benché l’ipotetica riduzione di prelievo in favore dell’erario sia largamente sorpassata dagli oneri a carico della salute e della Sanità, dunque della collettività - giusto per occuparci cinicamente ed unicamente della questione di vil denaro -, di allontanare di alcuni metri le macchinette mangiasoldi dalle scuole e dai centri di aggregazione giovanile, non se ne parla; l’iniziativa ha trovato ovviamente una vigorosa protesta e “invalicabili” ostacoli dall’industriosa “industria” del settore, segno che sono i nostri figli, bambini e adolescenti, futuri adulti ludopatici, i designati bersagli-vittime da attrarre, catturare e divorare. Non sarà che li - e ci - vogliono indebitati e drogati?

 

Però questo veleno è maggiormente tossico, sottile, pervasivo nella società di quel che s’immagini: tramite gratta-e-perdi, poveri premi e cotillons, quiz e talent, s’instilla nelle vene cerebrali dei ragazzi l’idea che sia la sorte, non la fatica e il merito, ad ottenere l’agognato lavoro a coloro che difettano di sufficienti conoscenze raccomandabili, sempre che non desiderino accomodarsi da emigranti all’estero, con la valigia di cartone, a imitazione dei bisnonni (dietro consiglio del ministro Poletti) o si suicidino.

 

Una filosofia. Si pensi addirittura alla scommessa da roulette-russa del Renzuzzo referendario: “Se non votate , abbandono la politica!”. (Magari!…) Les jeux sont faits! Peccato che i quattrini sul tavolo verde erano i nostri e lui, chissà quando ce lo toglieremo dalle croste!

 

Cui prodest?

 

Non a noi.


Enrico S. Laterza


 

 

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Articolo pubblicato il 26/02/2017