Torino FC vs US Palermo 3-1

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: Il "Gallo" canta tre volte e stende i rosanero

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, accontentisti o "mai-cuntent", stagione fallimentare o ancora salvabile: nel dubbio, rigore per la Juve.

 

Partiamo dal fondo: una partita, quella odierna, che può, forse per l’ultima volta, dare un senso alla stagione del Toro, purchè rappresenti finalmente l’inizio di una striscia di risultati positivi, quella costanza nei risultati che probabilmente è la vera nota dolente di questo campionato.

Vera ma non unica, nota dolente.

 

Caso mai avessimo avuto bisogno di conferme, le ultime tre partite (Pescara, Roma e Firenze), hanno evidenziato una difesa semplicemente imbarazzante, dove il solo “nonno” Moretti, riesce a tenere più o meno in piedi la baracca, senza far crollare tutto il castello, per la gioia dei mai contenti e l’imbarazzo degli accontentisti, quelli che “l’importante è non fallire”o “l’importante è avere il bilancio in regola”.

 

Personalmente, vedendo giocare Ajeti e non vedendo in campo il carneade Carlao, penso alla coppia centrale Maksimovic-Glik (potenzialmente una delle migliori d’Europa) e mi sale la pressione.

Personalmente sono stufo di vivacchiare, di tirare a campare, di sentir dire che il tal giocatore “merita una grande squadra” (quindi il Toro che cos’è?): sono e resto fermamente convinto che gli introiti derivino soprattutto dal pubblico pagante, dagli abbonamenti alle pay-tv, dai diritti televisivi e ultimo, ma non ultimo, dalle partecipazioni alle coppe europee.

 

Questo si ottiene migliorando la squadra anno per anno, senza smantellarla ad ogni stagione, senza vendere i migliori per rimpiazzarli con dei bolliti e quasi ex-giocatori.

Sono un mai-cuntent? Può darsi. Sicuramente sono esausto, deluso da dodici anni di nulla.

 

Comunque, nonostante la “Domenica ecologica”, grazie Signora Sindaco per la lodevole iniziativa (chissà perchè combaciante con due partite in casa del Toro, nda), vado ugualmente allo stadio, ho una moto a quattro tempi e posso circolare, per vedere se riesco a riempire 'sto bicchiere, sperando di non rovesciarlo già Domenica prossima, in casa della Lazio.

 

Dopo il primo tempo il bicchiere è desolatamente vuoto e manca pure la bottiglia per riempirlo: Palermo in vantaggio con Rispoli che sfrutta la preateria lasciatagli dalla nostra difesa ed infila il non del tutto incolpevole Hart, con un tiro da trenta metri.

Il Toro gioca di fioretto senza pungere e come al solito gli avversari ne approfittano, con l’unico tiro in porta di tutto il match.

 

La musica cambia dal 16’ della ripresa: il Mister, dopo aver sostituito Boyè con Ljajic alla ripresa del gioco, cambia prima Gustafson con Maxi Lopez e poi Iago Falque con Iturbe, passando ad un 4-2-4 super offensivo, ma relativamente equilibrato.

Poi ci pensa il “Gallo”: tripletta da goleador di razza, di testa e di piede, poker sfiorato di un amen, che lo porta in testa alla classifica dei marcatori e, almeno per il momento, ad essere la “Scarpa d’Oro” europea.

Gli assist sono stati serviti dai subentranti (Iturbe e Ljajic) e questo non è un dettaglio.

Il Toro potrebbe dilagare, complice l'espulsione di Balogh, tanto lungo quanto scarso, o viceversa, come preferite, ma Maxi Lopez, Lukic e a ancora Belotti, sfiorano soltanto la quarta marcatura.


In buona sostanza, il Toro gioca come sa e come deve per una mezz’oretta: basta per vincere, certo, ma non è bastato nell’arco delle partite fin’ora disputate, a garantire quella continuità di risultati che, se ci fosse stata, ci vedrebbe molto più in alto in classifica.

Per non parlare dei rigori sbagliati, altra nota dolente della stagione.

Ma ad un “Gallo” così si perdona tutto.

 

F V <3 G  

 

 

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Articolo pubblicato il 05/03/2017