“L’Araldo del Piemonte e della Valle d’Aosta”, periodico di lingua, storia, cultura, identità, tradizioni e ambiente del Piemonte e Valle d’Aosta

Il numero 13 della rivista trimestrale dell’associazione culturale Centro Studi “Nuovo Millennio” di Collegno (Torino)

È stato pubblicato il numero 13 de “L’Araldo del Piemonte e della Valle d’Aosta”, periodico di lingua, storia, cultura, identità, tradizioni e ambiente del Piemonte e Valle d’Aosta, rivista trimestrale realizzata, senza l’utilizzo di denaro pubblico, dall’associazione culturale Centro Studi “Nuovo Millennio” di Collegno (Torino), che entra così nel suo quarto anno di vita.


Questo primo numero dell’anno 2017, mantiene la formula dei precedenti: presenta 96 pagine dense di argomenti eterogenei, ma sempre interessanti, e con un buon apparato iconografico.


È aperto da un editoriale di Antonio Socci, apparso su “Libero”, il 3 agosto 2014, con il titolo “Il cattolicesimo produce evasori? Nient’affatto. Ed è anzitutto lo stato che viola il patto sociale”. L’articolo di Socci prendeva origine da una infelice dichiarazione di Rossella Orlandi, dal giugno 2014 nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate, per rivendicare la presenza sociale dei cattolici ed evidenziare come talvolta sia lo stesso Stato a violare il “patto sociale” con tasse troppo elevate e con sprechi.     


Il Direttore Roberto Chiaramonte propone lo scritto di Socci ai lettori con la consueta verve polemica: «… vogliamo tediarvi con il solito problema della tassazione da parte degli amministratori di uno stato iniquo, che sta uccidendo la classica “gallina dalle uova d’oro”…».


A corollario delle considerazioni di Socci, Chiaramonte scrive: «… viene da pensare che: - l’evasione e il sommerso sono una ricchezza per la Nazione; - sottraggono soldi alla corruzione; permettono una circolazione di denaro e l’esistenza di posti di lavoro che in difetto di essi non potrebbero esistere».


Non è questo l’unico spunto polemico, visto che in copertina e in terza di copertina spicca la foto delle bandiere esposte al Tribunale di Torino, quella europea, il tricolore italiano e il drapeau della Regione Piemonte, dove quest’ultima è stata inserita capovolta.


Chiaramonte commenta polemicamente: «E mi chiedo: chi ha inastato la bandiera, l’ha inastata in questo modo “per ignoranza” o “per malizia”? in ogni caso, il problema è che in un edificio pubblico che ha la pretesa di gestire la “legge” e la “giustizia”, non si sappia da che parte è il “diritto” della bandiera simbolo del Piemonte. Ciò la dice lunga sul comportamento sia della classe politica che della magistratura sulla difesa degli interessi dei Piemontesi». Questo commento è seguito da una ammonizione biblica “Contro gli schernitori” (Isaia, 28, 1) che, sempre a giudizio di Chiaramonte, «calza alla perfezione con gli amministratori e la situazione politico-economica italiana».


Troviamo poi una serie di contributi (elencati a fine articolo) che considerano aspetti storici, tradizioni, lavori e arte della nostra regione.


È da sottolineare, in primo luogo, il documentato saggio storico di Roberto GremmoLe stragi di Piscina e di Carmagnola del 1799” con il suo imponente apparato di note. Gremmo si sofferma sulla strage compiuta a Carmagnola nel 1799 dagli occupanti francesi e dai “collaborazionisti” valdesi, che definisce «uno dei delitti più efferati della storia piemontese». Gremmo considera in esordio gli aspetti generali dell’occupazione francese in Piemonte, il ruolo della “Massa Cristiana” e di Branda de’ Lucioni, per poi soffermarsi sulla strage di Piscina, che precede quella di Carmagnola, attuata per ritorsione dai francesi che inviarono in questa borgata non lontana da Pinerolo, una colonna di un migliaio di armati, al comando del ‘collaborazionista’ Rossignoli: «Fra loro si distinsero per ferocia duecento valdesi, intrisi d’un atavico odio anticattolico e capeggiati da un fanatico tagliagole, tale Marauda che si faceva chiamare “Maranda” avendo il suo vero nome una sinistra assonanza col termine francese “maraude”, saccheggio».


Viene poi descritta la strage di Carmagnola del 13 maggio, in borgo Salsasio, la presa di distanza dei cittadini del centro di Carmagnola dai contadini e borghigiani di Salsasio, per concludere con la descrizione degli atti sacrileghi dei valdesi, i saccheggi dei “collaborazionisti” e la fucilazione di un povero ostaggio, il 21 maggio. Il 26 maggio, la “Massa Cristiana” entrava in Torino.


Oltre alla ricostruzione non “addomesticata” dei fatti storici, appare molto importante la rassegna che Gremmo conduce del ricordo di queste stragi tramandato dagli scrittori Goffredo Casalis (nel suo “Dizionario degli stati di S. M. il Re di Sardegna”, vol. III, 1836) ed Edoardo Calandra (nel suo romanzo storico “La Bufera”, apparso nel 1899, centenario dell’occupazione francese), che dimostrano entrambi una certa sudditanza nei confronti francesi e “collaborazionisti” valdesi dei quali giustificano, almeno parzialmente, gli eccessi.


Gremmo ricorda invece come la ricostruzione della “Voce dell’operaio”, periodico cattolico piemontese che pubblicò alcuni articoli, poi raccolti in un opuscolo, negli anni ’30 del ‘900, fece registrare «una significativa e in qualche modo anche simbolica rivendicazione dell’epopea contadina e popolana del 1799». Particolarmente apprezzabile appare il corposo studio di Giuseppe Banchio, “Materiali sull’insurrezione di Carmagnola contro i francesi”, pubblicato dall’Assessorato alla Cultura di Carmagnola e dall’editore Gribaudo per la commemorazione della strage nel bicentenario. Gremmo conclude con alcune considerazione su Branda de’ Lucioni, ingiustamente svillaneggiato dalla storiografia ufficiale.


Renato Romagnoli parla de “Le Società di mutuo soccorso”, nel suo articolo tratto dal volume “Dalla carità al credito”, edito a cura della Cassa di Risparmio di Asti, nel 2005 e Milo Julini prosegue la sua rassegna dei briganti popolari del Piemonte con Pietro Bangher, detto il “Bangher”, fuorilegge attivo in Valsesia e nel Biellese tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, dove oggi rappresenta un protagonista evergreen, consolidato nella tradizione folclorica scritta, musicale e teatrale e testimonial di manifestazioni ludico sportive di massa che ne hanno sanzionato il definitivo ricordo popolare condiviso. 


I charivari (ciäbre in piemontese) è il titolo di un lungo articolo di Guido Araldo di cui compare la prima parte. Araldo compie un suo personale percorso tra ciäbre (chiassata eseguita con corni, pentole, coperchi nata con funzione apotropaica ma poi degenerata in una forma di irrisione sociale), masche (streghe) e sabba, spaziando da annotazioni bibliografiche – forse un po’ prolisse e caotiche – ad alcuni coinvolgenti racconti della propria tradizione familiare.


Una puntuale ricostruzione di una attività del passato ancor oggi praticata emerge dal saggio “Il marmo artificiale di Rima”, curato dal Laboratorio del marmo artificiale di Rima, in Valsesia. Il Laboratorio, istituito nel 2004, si propone di recuperare e di rivitalizzare l’antica tecnica del marmo artificiale, il cui procedimento di lavorazione impiega scagliola, acqua, colla animale, pigmenti in polvere, e che ha dato in passato magnifici esempi di opere storiche presenti in chiese, alberghi e palazzi pubblici e privati, in Italia e nel mondo (Austria, Ungheria, Russia, Romania…). A Torino, marmi di Rima sono presenti nella chiesa di San Giovanni Evangelista.


I paesaggi della memoria”, di Mario Amato, descrive il percorso artistico della pittrice e scultrice Maria Troglia, nata a Livorno Ferraris (Vercelli) e residente a Val della Torre (Torino).


Buona lettura!

 

Indice del N. 13 – 1° trimestre 2017

Editoriale – I cattolici e le tasse di uno Stato sanguisuga

Roberto Gremmo – Le stragi di Piscina e di Carmagnola del 1799

Renato Romagnoli – Le società di mutuo soccorso

Milo Julini – Pietro Bangher detto il “Bangher”

Guido Araldo – I charivari (ciäbre in piemontese) - prima parte

Associazione Laboratorio del marmo artificiale di Rima – Il marmo artificiale di Rima

Mario D’Amato – I paesaggi della memoria

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Articolo pubblicato il 11/03/2017