I Black bloc di Napoli per chi lavorano ?

In questi anni c'è sempre stato il silenzio più totale attorno a questi personaggi, ma è impensabile che le nostre forze di sicurezza non li conoscano uno per uno. Allora la domanda è "perchè li lasciano agire ?", "Quid prodest ?"

Quanto accaduto sabato per le strade di Napoli ci impone una seria riflessione, non perchè vi sia stato un fatto straordinario e non prevedibile ma al contrario perchè è diventata oramai una consuetudine. Sono infatti anni che assistiamo a devastazioni ed assalti alle forze dell’ordine nelle occasioni più svariate tanto che non si riesce neanche dare una matrice politica ai cosiddetti Black Bloc.

Lo scenario è sempre lo stesso, un’evento che possa avere un certo eco mediatico, quasi sempre politico, nessuna rivendicazione, nessuna sigla, insomma dei fantasmi vestiti di nero che compaiono nelle piazze e devastano ciò che trovano a tiro. Solo ad uno sciocco non è venuto in mente che i fatti di sabato hanno avvantaggiato solamente Matteo Salvini, in una convention che altrimenti avrebbe richiamato solo i parenti stretti e si sarebbe potuta svolgere benissimo in un ristorante. Salvini aveva bisogno di un nemico per dare eco al suo evento e regolarmente lo ha trovato.

Senza entrare in teorie complottistiche che riprendano i “gruppi ombra” degli anni 70, viene da chiedersi come mai di queste tute nere non si sappia nulla.

Questi professionisti dell’eversione hanno bisogno di soldi per finanziarsi, gli spostamenti nei vari raduni costano, necessitano di attrezzature quali maschere, mazze da baseball, maschere antigas, caschi, vestiti di cui disfarsi poche ore dopo, bombe carta etc. Etc. Il “completo” da Black block comprensivo di viaggio può costare sino a 500 euro. Poi necessitano di buoni avvocati per tutte le volte in cui vengono denunciati e così via. Necessitano di avere una rete logistica e di luoghi ove incontrarsi per decidere a tavolino quale tattica utilizzare durante gli scontri, analizzare i punti deboli dell’apparato di sicurezza, prevedere vie di fuga.

Partendo da quanto appena affermato risulta difficile pensare che i servizi italiani e il nostro apparato di sicurezza non li conosca uno per uno e non sappia quante volte si lavano i denti ogni giorno, ed ancor di più non conoscano organizzazioni o associazioni che li finanziano.

Quindi perchè sono lasciati liberi di agire ?

Questa è una domanda che bisognerebbe rivolgere al leghista Stucchi che presiede il Copasir, ovvero chiedere perchè nella giornata di ieri ben sapendo che ci sarebbero stati incidenti e anche chi li avrebbe provocati, nessuno è intervenuto prima ? Quid Prodest ?

E torniamo all’assunto iniziale che l’unico beneficiario della giornata di ieri in termini politici è statto Matteo Salvini, ma forse è solo un caso.

Altra domanda che ci si deve porre è il perchè nessun giornale si è mai interessato a queste figure in maniera approfondita. Se arrestano o denunciano un vigile in breve tempo sui giornali trovate tutta la sua vita personale spiattellata ai quattro venti, gli dedicano una rubrica settimanale in cui si racconta della storia delle sue ultime tre generazioni. Ogni volta invece che denunciano o arrestano una tuta nera sui giornali non appaiono neanche le iniziali del fermato, nulla sulle sue abitudini di vita, sulle sue frequentazioni, sulla sua pagina facebook e così discorrendo. Sono appunto dei Fantasmi. Sfido chiunque a trovare materiale in rete relativo a questi personaggi che non siano vaghi articoli (come il mio) senza precise referenze o relazioni che possano mettere in contatto questo o quel personaggio con realtà più conosciute.

Le Forze di Polizia usano un software che si chiama Analist, praticamente un’applicazione dove viene inserita una mole esagerata di dati che una volta elaborata fornisce come risultato un grafico con tutte le relazioni su chi contatta chi e quale è la sua rete amicale.

Dunque è da escludere che i nostri sistemi di intelligence non conoscano esattamente chi sono queste persone e per conto di chi agiscano, semplicemente non vogliono dircelo e probabilmente esiste un tacito accordo con i grandi media i quali non devono approfondire troppo la questione.

La “Provocatsia” è una delle tecniche più studiata ed utilizzata nei paesi dell’est, viene quasi sempre abbinata alla “Maskirovka”. Si tratta di creare azioni di provocazione travestendosi da nemico. In Ucraina sono famose le povocazioni dell’NKVD russo quando nel primo dopoguerra mandava suoi agenti travestiti con le divise dell’UPA (gli uomini di Stepan Bandera) ad incendiare i villaggi ucraini per creare odio verso i partigiani ucraini.

Ora, c’è da chiedersi se parlare di cellule dormienti in italia ed in altri paesi europei sia semplice complottismo o ci sia qualcosa in più. E’ un argomento già trattato di cui però non si è trovato mai alcuna risposta. La domanda è che fine hanno fatto tutte quelle decine di italiani che si sono arruolati nelle milizie para militari del Donbas ? Se ne conoscono nomi e cognomi, dove abitano e che taglia di jeans portano, ma ad oggi non si è mai avuta alcuna notizia di alcun provvedimento preso nei loro confronti nonostante la norma italiana sui foreign fighter parli chiaro. Secondo la legge italiana andrebbero arrestati in quanto hanno combattuto per organizzazioni paramilitari non riconosciute a livello internazionale (diverso ad esempio dal caso di chi si arruola nella Legione Straniera), organizzazioni anche accusate di atti di terrorismo, ed invece sono liberi di continuare a postare le loro gesta sui social media e di andare in giro per il mondo laddove c’è guerra per affinare la loro preparazione e acquisire nuovi contatti e legami.

Più di un anno fa, i servizi di intelligence tedeschi lanciarono un alert nel quale sostenevano che in Europa la Russia stava creando una grande rete di cellule dormienti formata da agenti FSB, ex spetnats e persone che avevano ricevuto addestramento in Donbas. I servizi avevano notato un’aumento esponenziale in Germania di aperture di palestre di boxe e di circoli da combattimento, quasi tutte con istruttori provenienti dal mondo militare russo. Va da se che persone che hanno ricevuto in Donbas un addestramento adeguato sul maneggio di armi ed esplosivi siano l’ideale per chi mette in atto una strategia della tensione volta a destabilizzare l’ordine democratico.

Nelle manifestazioni tipo quella di sabato non servono migliaia di persone, ma poche e ben addestrate alle quali poi si aggiungono alcune decine (o poche centinaia) di ragazzotti senza ideali che hanno il solo intento di fare casino e menare un pò le mani, la stessa dinamica degli ultras allo stadio, dove pochi riconosciuti capi sono quelli che hanno il compito di accendere la miccia, decidere quando è il momento di scontrarsi e quando di lasciare il campo.

Alla luce di quanto esposto è fantapolitica pensare che dietro questi scontri ci sia una regia organizzata che ha tutto l’interesse affinchè le piazze italiane si infiammino ? E se è così, perchè ci sono pezzi dello Stato che sono conniventi con tutto ciò ?

Forse è fantapolitica, ma certo la nebbia che persiste intorno a questi personaggi non aiuta certo a dissipare i nostri timori

Di sicuro non avremo risposta a breve a questi quesiti, ma il fatto stesso di interrogarci e di essere coscienti del fatto che sabato a Napoli a quelli vestiti di nero non importava nulla se Salvini parlava o meno, ci aiuta ad inquadrare meglio il problema ed ad essere un pò più immuni alle balle che ci propongono ogni giorno.

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Articolo pubblicato il 13/03/2017