FC Torino vs FC Internazionale Milano 2-2

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: bella partita al Comunale di Torino, fra granata e nerazzurri, e pareggio che non serve a nessuno

Nulla da perdere o tutto da guadagnare?

Partita nella quale i nostri “eroi” tireranno fuori gli attributi, per salvare il salvabile (ben poco purtroppo), oppure stenderanno l’ennesimo tappeto rosso agli avversari, diventando la peggior difesa del campionato?

Riusciranno i granata a centrare il risultato pieno, che manca dal 1994, o anche stasera dovremo sognare una vittoria per l’anno prossimo, o chissà quando?

Nel dubbio rigore per la Juve.

A parte i dubbi amletici, la partita odierna, è ricca di “se” tanto quanto quella precedente con la Lazio, con la differenza però che i “se” valgono anche per gli avversari nerazzurri.

Un match che anni or sono era il fiore all’occhiello della giornata di campionato, ma che da qualche tempo a questa parte risulta una fiera delle occasioni perdute (per entrambe le squadre), degli acquisti sbagliati (Inter) e di quelli sbandierati e mai realizzati (Toro).


L’importante, a quanto pare per entrambe, è non fallire. Tristezza.


Tristezza infinita nel leggere le parole di Petrachi, prima del match: “...Andrea (Belotti, ndr), penso sia un nostro patrimonio ma anche di tutta l’Italia. Secondo me deve restare ancora un anno al Toro e poi potrebbe fare altre esperienze. Adesso però il mercato è ‘doppato’ e quindi quando un giocatore fa bene si buttano subito tutte le squadre. Io comunque credo che un attaccante di questo genere possa far bene a tutte le squadre d’Europa...”.

Cioè, fammi capire, tenerlo e fare una grande squadra, no? Vergogna.


Nel leggere certe dichiarazioni, mi passa la voglia anche di guardare la partita, ma il dovere mi impone di andare avanti e quindi ecco la formazione scelta da Mihajlovic, contro una “Inda” che arriva a Torino col vento in poppa e giudata da un allenatore che è la nostra bestia nera: (4-3-3) Hart; Zappacosta, Rossettini, Moretti, Molinaro; Baselli, Lukic, Acquah; Iturbe, Belotti, Ljajic.

Quindi fiducia all’inguardabile (almeno a Roma) Iturbe, Barreca, in posizione di rifiato, e Acquah, al posto di Benassi. Mah.


Primo tempo giocato da entrambe le squadre con tanta buona volontà, tanti lanci in verticale, tante palle perse e tanta confusione.

Banti lascia giocare, fin troppo e nessuno si scansa.

Joe Hart dimostra di non essere in giornata, con due uscite di pugno alquanto naif, preludio al pateracchio che è il goal dell’Inter: al 27’, Kondogbia, che segna solo contro di noi e sempre sotto la Maratona, supera 3-4 difensori granata in versione “belle statuine” e “telefona” al portiere inglese, che risponde “hello!” facendosi piegare le mani.

Insomma, la nostra difesa perforata da nove partite consecutive, conferma il trend. Sic.

Pareggia Baselli cinque minuti dopo, ribadendo in rete, solo in area (anche i nerazzurri hanno una difesa imbarazzante), un calcio d’angolo di Ljajic “spizzato” da Molinaro.


Intensa e, tutto sommato, divertente la ripresa.

Primo quarto d’ora con solo il Toro in campo, che preme e passa in vantaggio al 14’ con una bella azione corale in profondità, rifinita da Iturbe per Acquah, che fulmina Handanovic con un bel diagonale dal limite dell’area.

Dura poco il vantaggio: dopo solo tre minuti pareggia Candreva a porta vuota, grazie ad un’uscita a farfalle di Hart su cross dal fondo.

Errori e miracoli oggi per il portiere inglese: paratona al 35’ su tiro di Eder.

Il Toro barcolla ma non molla, passa al 4-2-4 con il terzo cambio (Maxi Lopez per Baselli) ma il risultato non cambia.


Pareggio giusto, tutto sommato.


Pareggio amaro per l’Inter, che dice forse definitivamente addio alle velleità di Champions League.

Pareggio amaro per il Toro, che se avesse giocato tutte le partite con questa intensità, per tutti i novanta minuti, sarebbe molto più in alto in classifica, nonostante le plusvalenze.

Pareggio che, per il Toro, significa 40 punti e salvezza praticamente matematica, col decimo posto in bilico, aspettando i risultati delle altre partite.

Sarà felice il Presidente.

Belotti, anche oggi, un leone: poche occasioni, ma impegno, corsa, sportellate a tutto campo.

Sarà felice il Presidente, anche e soprattutto di questo. 


F V <3 G 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 18/03/2017