Obbedienza cieca pronta assoluta

Gli eventi storici che si ripetono

Qualche sconcerto è stato prodotto nel popolo di centro destra dal comportamento in Senato dei politici di F.I. detti anche “azzurri”.

Tutti i senatori del partito di Berlusconi, compatti, senza alcuna eccezione, si sono alzati e sono uscitidall’aula pur di non votare la mozione di sfiducia proposta dai cinquestelle al ministro Luca Lotti. Quasi una riedizione dell’Aventino.

Eppure la sfiducia al ministro Lotti, un amico intimo di Matteo Renzi,  poteva determinare la caduta del governo che Paolo Gentiloni amministra per conto del suo padrone di Rignano.

L’atto di sottomissione all’ordine impartito dal cav. ai parlamentari di F.I., è stato cosi pronto, cieco assoluto, da richiamare alla memoria il comportamento di quegli iscritti al PCI che il Guareschi non aveva esitato a definire trinariciuti.

Non era la prima volta che Berlusconi e Gianni Letta, imponevano al partito un percorso di questo genere.

Prima del ragazzo  di Renzi, i due avevano salvato dalla sfiducia, si era nel 2015, un’altra amichetta di Renzi, la Maria Elena Boschi, il cui padre è ancor oggi sotto accusa della magistratura.

Anche in questo caso, l’obbedienza degli uomini  di Berlusconi era stata pronta, cieca assoluta, senza discussioni.

Avevano poi favorito l’insediamento del governo gestito dall’ascaro Gentiloni, considerato una fotocopia di quello precedente. Al contrario degli altri partiti di centro destra.

Non è sfuggito poi l’endorsement di Berlusconi, e naturalmente del Letta, di approvare il provvedimento di salvataggio della banca di Siena, MPS, prima rosicchiato e poi distrutto dagli amministratori del PCI e di tutti quei partiti di sinistra che avevano cambiato denominazione ma che erano sempre dello stesso colore.

Viaggiando a ritroso nel tempo è necessario ricordare due fatti. Uno più importante, quale l’approvazione da parte del partito di Berlusconi della famigerata legge Fornero.

Il secondo più recente ma significativo, è quello di far trapelare l’idea di affidare la leadership del centro destra, ad un improvvisato ministro  di Renzi (proposito subito rientrato per fortuna) , certo Calenda Carlo. Solo perché costui, da ministro dello Sviluppo Economico si era schierato con Mediaset contro Vivendi.

Ora Berlusconi ed il Letta hanno in programma di riunire sotto le insegne del centro destra, tutti i politicanti che, a parole, si dicono popolari, moderati e liberali. Anche coloro che da anni appoggiano e sostengono governi di sinistra.

Lo scopo sarebbe quello di raggiungere ed anche di superare almeno il quaranta per cento dei suffragi alle prossime elezioni.

Resta da capire ora se gli attuali dirigenti ed i parlamentari di Forza Italia saranno disposti, in virtù dell’obbedienza finora dimostrata, ad accogliere tra loro, ed eventualmente a condividere poi con loro cariche, seggi e poltrone.

Si parla di uomini, o meglio di individui infidi, che hanno nel loro DNA l’abitudine di tradire sia la parola data, che il voto di chi li eletti.

Rispondono ai nomi di Casini, Alfano, Quagliariello, Verdini, Costa, Cicchitto, Lupi ed alcuni altri.

Una vera armata Brancaleone con la quale sarebbe impossibile governare il paese e che avrebbe come unico obbiettivo quello di proteggere MEDIASET.

C’è infine la domanda più importante e sarebbe bene che Berlusconi e Letta se la ponessero. Quanti saranno gli elettori di centro destra, non vincolati, come i gerarchi di F.I., al patto di obbedienza cieca pronta ed assoluta, che abboccheranno come pesci ed approveranno un simile progetto?

E quanti elettori di centro destra voterebbero per Forza Italia, qualora Silvio Berlusconi optasse per un progetto che è alternativo a quello descritto e rappresentato da un vergognoso triste connubio con le sinistre di Renzi e del suo servo sciocco Gentiloni?

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 25/03/2017