Torino - I lunedì della prevenzione e della salute: come prevenire e riconoscere l'infarto

Relatrice la dottoressa Patrizia Presbitero

Prosegue con successo il programma di appuntamenti organizzato da Giovanni Bresciani in collaborazione con l'Associazione "Più Vita in Salute".

Nell'ultimo rendez vous la dottoressa Lorenza Garrino ha trattato l'argomento del raccontare e raccontarsi al prossimo per evitare l'emarginazione ed allargare le amicizie e ha coinvolto i presenti seppur con un po' di scetticismo in quanto probabilmente non abituati ed estoririzzare i propri pensieri.

Domani, lunedì 27 marzo alle ore 16,30 presso l'Aula Aristotele dell'Università di Biotecnologie in Via Nizza 52, il cuore sarà il tema di questa puntata della rassegna che prosegue con intensità ed ottimo riscontro.

Le malattie cardiovascolari rappresentano la causa principale di morte nelle società occidentali (38% nelle donne , 42% negli uomini) e la lotta per una loro riduzione è considerata una priorià sia dalle organizzazioni cardiologiche statunitensi , sia da quelle Europee.

La loro presenza è correlata allo stile di vita e a fattori di rischio biologici quali l'inattività fisica, il fumo, l'obesità, il colesterolo elevato, l'ipertensione e il diabete. Le società scientifiche in particolare l'Europea hanno elaborato delle tabelle di rischio basate proprio sulla presenza di questi fattori che sono in grado di predire la mortalità cardiovascolare a 10 anni di distanza di un determinato soggetto. Quando il rischio di mortalità a 10 anni è superiore al 5% si parla di rischio elevato.

E' dimostrato che la modificazione dei fattori di rischio modifica la prognosi di questi soggetti, ma in questi casi se non si riesce con la sola dieta ed esercizio fisico a controllare ipertensione e ipercolesterolemia é indicato ricorrere ai farmaci. L'infarto é nel 50% dei casi preceduto da segni premonitori che vengono sottovoalutati tipo la mancanza di fiato o dolori al petto sotto sforzo. Inoltre il 30% degli infarti esordisce senza il caratteristico dolore di stringimento intorno alllo sterno, ma solo con senso di spossatezza o nausea o dispnea.

E' importante invece una diagnosi precoce perché é noto che la limitazione o adduruttyra ka scomparsa dell'area infartuale dipendono dal tempo intercorso tra la chiusura e la riapertura del vaso coronarico responsabile dell'infarto.

La rete di Ospedali in grado di fare questa disostruzione é ormai consolidata nel nostro paese e quindi oggi per accorciare ulteriormente questi tempi é necessaria la consapevolezza della malattia tra la popolazione. In particolare sono le donne anziane che arrivano tardivamente al trattamento perché loro stesse o i famigliari o anche i curanti ne sottovalutano i sintomi che, specialmente nella popolazione diabetica possono essere molto sfumati.

Vi sono poi infarti non dovuti alle classiche placche ateromasiche che si rompono provocando il trombo, ma a lacerazioni della parte del vaso coronarico indebolite da condizioni particolari (tipo gli ormoni in gravidanza) o terapie croniche (per esempio il cortisone): bisogna quindi, anche se in soggetti senza particolari fattori di rischio, ma con queste caratteristiche, non sottovalutare dei sintomi suggestivi per l'infarto.

Infine vi é una malattia caratteristica delle donne (la sindrome di Tako-Zubo) che simula in tutto e per tutto un infarto, ma nella quale le coronarie sono perfettamente sane, dovuta a una scarica di catecolamine scatenata da stress importanti improvvisi o psichici che paralizza temporaneamente una parte di cuore e che per fortuna nel 90% dei casi regredisce completamente.

La buona notizia é che superato l'infarto con una buona angioplastica coronarica precoce e modificando i fattori di rischio con una importante modifica degli stili di vita, si guarisce pressoché completamente e la possibilità di un successivo episodio infartuale é rarissima.

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 26/03/2017