L'Ucraina è Europa

C'era anche la comunità ucraina all'interno del corteo di Roma del 25 marzo. Un successo di simpatia e solidarietà quasi inaspettato, una ventata di gioia e speranza contro i seminatori di odio

Sabato a Roma c'era tutto e il contrario di tutto, c'erano i capi di Stato dei ventisette Paesi firmatari e c'erano sei cortei di diversa natura. C'erano gli antieuropei di sinistra con manici di piccone, caschi e bigie di ferro e c'erano gli antieuropei di destra di Forza Nuova e CasaPound con le bandiere russe e della DNR (un corteo di 0 persone forse non si può neanche chiamare corteo)


C'era anche il corteo dei Federalisti Europei, colorato, pacifico e festoso, una bella contrapposizione ai cosiddetti cortei “anti” in cui si vedevano visi corrucciati e poca allegria. Tanti giovani, studenti e famiglie intere, slogan goliardici come “Draghi uno di Noi” e “Poteri forti”, ma anche più volte è riecheggiato “Putin vaffa....”


In questo corteo c'era anche una rappresentanza della comunità ucraina in Italia e a differenza di quanto si possa pensare questi non ha mai dato il via a slogan anti russi. Una partecipazione gioiosa con le bandiere gialloblu ed i vestiti tipici ucraini le vyshyvanke, le ragazze che indossavano le tipiche ghirlande di fiori sul capo e la compostezza di un popolo che ha sempre dimostrato anche durante la rivoluzione di Maidan) la propria educazione civica.


Nel breve breve intervento dal palco si è ricordato di come l'Ucraina sia un testimonial perfetto per l'Unione europea, un Paese che ha già pagato il caro prezzo di dodicimila morti e due milioni di sfollati interni solo per il suo desiderio di aderire ai valori fondanti dell'Europa. Gli Ucraini residenti in Italia sono anche il miglior antidoto alla propaganda degli anti europeisti che vedono in Mosca il modello di riferimento con il quale sostituire l'attuale Europa, basterebbe infatti chiedere a loro che hanno vissuto settantanni nel “magico mondo russo” cosa ne pensano confrontandolo con l'attuale modello di società europea.


Coloro che hanno partecipato alla marcia sono rimasti colpiti di come proprio la presenza ucraina abbia particolarmente catalizzato l'attenzione dei presenti. Infatti sono state decine le persone che si avvicinavano alle bandiere con il trisub per esternare la loro solidarietà ed ammirazione di come l'Ucraina stia tenendo testa all'orso russo. Anche alcuni turisti russi,provenienti da San PietroBurgo di passaggio a Roma, hanno voluto fornire la loro solidarietà alla comunità Ucraina, chiedendo scusa per quanto sta facendo il loro Presidente Vladimir Putin.


Riporto le parole di Elena Nazarenko, attivista ucraina della Puglia, Quando una bandiera, una vyshyvanka, un sorriso e un discorso diventano un soft power che rompe i muri del silenzio” Questa frase riassume un po' la giornata di sabato, gli ucraini sono usciti dai loro luoghi un po' autoreferenziali e si sono mischiati con altre migliaia di persone scoprendo di avere molti più amici di quanti pensassero. I colori dei vestiti tradizionali, la gentilezza e i modi garbati che sempre gli ucraini hanno in pubblico hanno conquistato i cuori di tanti, una bella alternativa a chi va alle manifestazioni con caschi e bastoni.

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 27/03/2017