Leone Sinigaglia un grande musicista e la pietra d'inciampo voluta fortemente dal nipote Giorgio

gn,.lioTorino si è arricchita  di una nuova pietra d'inciampo, il monumento diffuso ideato dall'artista tedesco Gunter Demnig, costituito dalle targhe di ottone che vengono poste su cubetti delle dimensioni del porfido della pavimentazione urbana, per ricordare le vittime della deportazione nazista.  Queste  vengono poi posizionate nel selciato di fronte all'ultima abitazione liberamente utilizzata dalla vittima. Sulle  targhette viene inciso il nome di colui che ebbe la sventura di venire deportato, la sua data di nascita, il luogo di deportazione e la data della sua morte, affinché una simile barbarie non venga mai più dimenticata.

Questa volta la pietra d'inciampo è stata posizionata non di fronte all'abitazione della vittima, ma in piazza Bodoni a Torino, di fronte al conservatorio perché vuole essere il ricordo di un grande musicista, studioso e compositore:il Maestro  Leone Sinigaglia. L'artista è noto per le composizioni di musica sinfonica ed anche per gli arrangiamenti delle musiche popolari, che era solito ascoltare direttamente dalla viva voce delle popolane, prendendo appunti, e trascrivendo la musica che queste cantavano, per arrangiarle in un secondo tempo e riproporre i  canti popolari, di cui in questo modo non è andata persa la memoria.

Il musicista torinese era nato nel 1868 in una famiglia dell'alta borghesia ebraica torinese; fuHFJK allievo di Brahms e di Dvorak, ebbe contatti con gli artisti più importanti di quell'epoca, ebbe frequentazioni importanti, fra queste  Antonio Fogazzaro, Cesare Lombroso, Galileo Ferraris e lo scultore Leonardo Bistolfi. Aveva studiato composizione con Giovanni Bolzoni, direttore del liceo musicale di Torino e, nel 1891, iniziò una serie di viaggi d'istruzione nelle maggiori capitali europee, esperienza questa che lo portò alla decisione di stabilirsi a Vienna. Nel periodo di perfezionamento nella capitale ungarica, trovò un'offerta musicale ricchissima e stimolante sotto molti profili: innanzitutto la presenza di Brahms, che ebbe modo di conoscere e di ascoltare in concerto, e poi di intraprendere un'intensa attività concertistica da camera con i maggiori musicisti del tempo, che Leone ebbe modo di seguire ogni giorno.

Grande viaggiatore, ebbe modo di restare a lungo non solo a Vienna, ma anche nelle principali città europee. Aveva iniziato la sua formazione musicale a Torino intorno al 1880 studiando pianoforte, violino e composizione;si perfezionò nel contrappunto e venne introdotto nella Tonkünstlerverband, l'associazione che rappresenta a livello regionale o nazionale, gli interessi di tutte le carriere dei musicisti , composta da insegnanti di musica, compositori e musicologi. Questa fu per lui una esperienza indimenticabile e, da allora,  potè iniziare la sua brillante carriera.

eytjrgtgNella sola stagione 1909-1910, le sue opere ebbero 254 esecuzioni nelle maggiori sedi concertistiche del mondo. Fu proprio in quegli anni che intensificò la ricerca sul canto popolare, riuscendo a catalogare ben 497 canzoni raccolte sulla collina di Cavoretto, ristampate successivamente da Zedde editore, con il contributo della Regione Piemonte, che conobbero una notorietà mai interrotta sino ad oggi. Mi racconta tutto questo suo nipote Giorgio Sinigaglia, che ha curato la manifestazione in ricordo dell'illustre antenato, suo nonno era il cugino del compositore, ed ha suggerito lui stesso la posa della pietra davanti all'importante istituto musicale cittadino.

" Ho Vissuto una gran parte della mia vita in Germania - mi dice Giorgio - ed ho avuto modo di riscontrare quanto fosse conosciuto Leone Sinigaglia. Mi è capitato in numerose occasioni di dovermi presentare e di sentirmi chiedere se fossi parente dell'illustre compositore; ricordo ad esempio, in Germania, un taxista che, sentendo pronunciare il mio cognome, riuscì a stupirmi  poiché mi chiese se ero parente del compositore. In effetti il Maestro è molto più conosciuto all'estero che non in Italia e, per quanto è stato nelle mie possibilità, ho cercato di organizzare, con successo, serate dedicate a lui compreso un concerto a Monaco di Baviera che ha riscosso un notevole successo".

Quest'anno sono stati  celebrati i 60 anni dalla nascita ed i 150 dalla morte di Arturo Toscaninityii e tale doppia ricorrenza è stata  ricordata con un concerto all'Auditorium di Torino, che porta il nome del grande Maestro. Quel che più mi onora è che  nella serata, dedicata a illustri compositori famosi in tutto il mondo, quali Rossini, Verdi, Puccini e Wagner, siano state eseguite anche le "Danze Piemontesi, op. 31" del Maestro Sinigaglia. L'essere accostato   ai grandi della musica, ne ha sancito la sua autorità come grande compositore di levatura internazionale".

Il Maestro non sfuggì alla barbarie nazista per via delle sue origini ebraiche e venne ricercato per essere deportato. Braccato dalla polizia nazi-fascista, un primario suo amico lo ricoverò all'ospedale Mauriziano sotto falso nome in un finto reparto infettivi, creato ad hoc per nascondervi gli ebrei e tentare di salvare loro la vita. Ma, probabilmente, in seguito ad una "soffiata" venne scoperto e, quando vide le guardie venirgli incontro per catturarlo, non resse al dispiacere e morì d'infarto. Era il 16 maggio del 1944. In tanta disgrazia ebbe la fortuna di non vedere la barbarie cui furono sottoposti milioni di cittadini ebrei.

Il Maestro è morto da tempo, ma di lui  a monito futuro, restano la sua musica eterna ed una pietra d'inciampo in più, voluta caparbiamente dal suo parente Giorgio. Rimane un piccolo oggetto incastrato nel terreno di fronte al conservatorio, da cui emana però una immensa forza: quella di poter far ricordare alle future generazioni un tragico errore che, ci auguriamo tutti, non si abbia a ripetere mai più.

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Articolo pubblicato il 28/03/2017