Svizzera - Striscione contro Erdogan infiamma le relazioni turco-svizzere.

BERNA - Continua a essere tesa la situazione fra Turchia e Svizzera dopo la manifestazione di ieri a Berna di oppositori a Recep Tayyip Erdogan.  in relazione a uno striscione esposto contro il presidente turco. Ankara ha da parte sua convocato oggi l'ambasciatore svizzero per esprimere il suo disappunto e chiedere sanzioni.

L'inchiesta penale riguarda un'eventuale pubblica istigazione a un crimine o alla violenza. Ora è necessario chiarire se e in che misura sia stato commesso un reato, ha indicato all'ats il portavoce della polizia cantonale bernese, Dominik Jäggi. Le forze dell'ordine hanno constatato la presenza del cartellone durante la manifestazione e avviato immediatamente un'inchiesta, ha aggiunto, precisando che finora nessuno è stato arrestato.

Il direttore del dicastero della sicurezza della città di Berna, Reto Nause (PPD), ha parallelamente comunicato all'ats l'intenzione di sporgere denuncia in seguito agli eventi di sabato, dato che le condizioni poste per la tenuta della manifestazione non sarebbero state rispettate.

Il ministero degli affari esteri di Ankara ha nel frattempo convocato l'ambasciatore svizzero, Walter Haffner per trasmettergli la sua contrarietà per la dimostrazione di Berna, definita da fonti diplomatiche citate dall'agenzia di stampa afp, un "raduno terrorista". I colpevoli devono essere portati davanti alla giustizia, è stato fatto presente a Haffner, secondo l'afp. L'ambasciatore elvetico ha spiegato che le competenti autorità bernesi stanno esaminando la questione ed è stato aperto un procedimento penale, riferisce il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Critiche già ieri

Ieri, in assenza di Haffner, le autorità di Ankara hanno ascoltato la sua vice, Nathalie Marti, console generale di Svizzera a Istanbul. Nel pomeriggio lo stesso ministro degli affari esteri di Ankara ha telefonato al suo omologo elvetico, hanno confermato sia le autorità turche che il DFAE. Lo stesso Erdogan ha protestato.

La Svizzera deve smetterla di sostenere organizzazioni terroristiche, ha riferito ieri il suo portavoce, Ibrahim Kalin, all'agenzia di stampa Anadolu. Non è accettabile che vengano mostrati simboli del PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan) e si chiami ad uccidere Erdogan, ha proseguito Kalin.

Lo striscione incriminato raffigurava Erdogan e una pistola con la scritta "Kill Erdogan with his own weapons" ("Uccidete Erdogan con le sue stesse armi"). In serata gli autori sono usciti allo scoperto: si tratta di un movimento denominato Gruppo di giovani rivoluzionari di Berna (Revolutionäre Jugendgruppe Bern).

Il PKK è fuorilegge in Turchia e nell'Unione Europea in quanto viene considerato un'organizzazione terroristica. In Svizzera no.

Organizzatori si distanziano

Intanto gli organizzatori della manifestazione prendono le distanze dallo striscione. Intervenendo sulle colonne del St. Galler Tagblatt, Urs Sekinger, dell'organizzazione Solifonds, lo definisce insostenibile e politicamente goffo. "Volevamo portare in piazza pacificamente delle persone, rileva, e questo obiettivo lo abbiamo raggiunto". Sottolinea infine che non si può essere responsabili di qualsiasi striscione esposto per le vie della città.

cdt.ch

 

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Articolo pubblicato il 26/03/2017