Torino. Ieri il consiglio regionale ha impedito ai piemontesi di pronunciarsi contro i tagli di oltre 2000 posti letto e 130 strutture sanitarie

Respinta l’istanza referendaria del Comitato “Salviamo gli ospedali e la Sanità in Piemonte”

Non sarà sottoposta a referendum la delibera sulla riorganizzazione degli ospedali piemontesi approvata dalla Giunta Chiamparino nel 2014. Il Consiglio regionale ieri ha votato, per l’inammissibilità dell'istanza presentata dal Comitato “Salviamo gli ospedali e la Sanità in Piemonte”, primo firmatario il consigliere regionale Gianluca Vignale, che mirava a sottoporre al voto dei cittadini la razionalizzazione in ambito sanitario ospedaliero.

La votazione si è chiusa con 30 sì (cioè a favore dell’inammissibilità) e 15 no. Contro il referendum hanno votato Pd, Sel, Scelta Civica, Moderati e Chiamparino per il Piemonte, a favore Fi, M5s, Ln, Mns.

Sull’ammissibilità del quesito, peraltro, si era già espressa la Commissione di garanzia, organo consultivo indipendente della Regione, che, interpellata dall’Ufficio di presidenza, competente nel giudizio di ammissibilità, ha definito la delibera di riorganizzazione “un atto amministrativo di esecuzione di norme legislative” e pertanto non sottoponibile a referendum ai sensi dello Statuto regionale.

Di fatto, quindi, per la Commissione, si tratta di mera applicazione di norme nazionali

Ciò significa che i Piemontesi non avranno la possibilità di esprimersi sul referendum negato. La procedura referendaria sarebbe stata ancora complessa. Il Comitato proponente avrebbe dovuto raccogliere oltre 60000 firme di cittadini elettori in Piemonte, provvedere all’autenticazione e presentarle al consiglio regionale per la verifica.

Solo allora, se non fossero insorti  intoppi procedurali, sarebbe stato indetto il Referendum abrogativo, il cui esito poteva dipendere innanzitutto dal numero dei votanti( oltre il 50% degli  elettori votanti) e dall’espressione favorevole del voto.

Quindi il via libera del Consiglio non comportava  un capovolgimento della situazione, ma avrebbe solamente consentito l’esercizio democratico del voto su una materia di vitale importanza che nei mesi scorsi aveva unito trasversalmente i piemontesi di ampie zone del Piemonte, (da Torino a Casale Monferrato, Acqui Terme, Tortona e la Valle di Lanzo).

A titolo emblematico si cita la mobilitazione contro la chiusura dell’Ospedale Oftalmico di Torino, il cui comitato a difesa del nosocomio, capeggiato da  Pier Carlo Perruquet, presente in consiglio nel corso del dibattito, ha raccolto oltre 90000 firma a sostegno.

In apertura del dibattito, per il Presidente del Comitato “Salviamo gli ospedali e la Sanità in Piemonte” Gian Luca Vignale “ Il referendum abrogativo sarebbe stata una grande opportunità non solo per questa maggioranza ma anche per tutti gli amministratori locali ed i cittadini di affrontare i pro ed i contro di una riforma sanitaria molto discussa. Purtroppo  questa maggioranza  ha, nuovamente, preferito nascondere la testa sotto la sabbia, negandosi al confronto con i cittadini e chiudendosi in motivazioni tecniche, frutto della paura o della certezza di perdere il referendum”.

Vignale nel suo intervento ha ricordato che la dgr n. 1-600 di cui si chiede l’abrogazione con quesito referendario  “è meramente attuativa di norme nazionali sulle quali peraltro si lascia alle Regioni un margine di discrezionalità. Inoltre la legge nazionale a cui fa appello questa giunta, ovvero il cosiddetto Patto per la Salute, ha come unico vincolo lo standard dei posti letto per mille abitanti, che per legge è di 3 ogni mille abitanti e che invece Saitta e Chiamparino hanno ridotto, a 2.6 ogni mille abitanti”.

“Se davvero questa amministrazione fosse sicura delle scelte fatte non vi sarebbero dubbi, ha concluso, da domani il Comitato avrebbe potuto raccogliere le firme per l’indizione del referendum. Ma è evidente che alla maggioranza di centro sinistra più del parere dei cittadini interessa il mantenimento delle proprie posizioni.

Purtroppo, conclude Vignale, oggi la paura del confronto del centro sinistra, guidato da Chiamparino e Saitta ha vinto sulla democrazia, negando ancora una volta un diritto inviolabile dei cittadini piemontesi ”.

“ Rispetto il parere tecnico della Commissione di garanzia, ha rilevato Gilberto Pichetto, capogruppo di Forza Italia, ma noi oggi siamo chiamati a una valutazione politica, cioè dobbiamo decidere se gli elettori possono o meno esprimersi su un tema, quello della riduzione dei servizi sanitari, molto delicato, e su un settore, quello della sanità, che assorbe più dell’80 per cento del bilancio della Regione. Credo, prosegue Pichetto, sia un diritto dei piemontesi potersi esprimere con un referendum perché una delibera come quella della revisione della rete ospedaliera qualifica una Giunta e la sua maggioranza, e quindi deve essere valutata e giudicata dai cittadini”.

Conclude l'azzurro: " Oggi il centrosinistra ha sottratto un pezzo di sovranità agli elettori con un chiaro obiettivo: evitare un confronto nel merito su una riforma che non convince né gli operatori né i malati. Ormai il PD, dopo la batosta del 4 dicembre, é mosso solo dalla paura del confronto con il corpo elettorale: é accaduto per il referendum sui voucher a livello nazionale, si ripete oggi purtroppo a livello locale sulla richiesta di raccogliere le firme contro la riforma Saitta".

Per Davide Gariglio, capogruppo del PD “ La delibera rientra chiaramente tra gli atti amministrativi che eseguono disposizioni di legge nazionale, che sono ancora più stringenti per le regioni, come la nostra, in piano di rientro. La nostra Giunta, prosegue Gariglio, è fortemente impegnata nel ridurre le liste di attesa e nel razionalizzare la sanità senza penalizzare i servizi”

In seguito agli interventi di tutti i suoi consiglieri, il M5S ha diffuso un comunicato in cui  sostiene che “Ancora una volta la Regione rifiuta di dare la parola ai cittadini, per di più su un tema importante come la riforma sanitaria.  Evidentemente il PD ha paura di veder bocciata la propria riforma, un'operazione nata nelle segrete stanze della Giunta regionale senza alcun confronto nemmeno in Consiglio regionale e nella Commissione competente”.

“A ciò  vanno aggiunti, prosegue la nota, i molti dubbi sull'imparzialità della Commissione di garanzia regionale che ha espresso un parere negativo sulla consultazione popolare. I componenti della Commissione, legittimamente nominati dal Consiglio Regionale, non presentano a nostro giudizio profili di terzietà”.

Per poi concludere “Abbiamo votato a favore della consultazione popolare perché abbiamo sempre ritenuto necessario restituire la parola ai cittadini su scelte importanti che li riguardano da vicino. Il Partito Democratico, al contrario, si è dimostrato ancora una volta ben poco propenso alla democrazia diretta, in Piemonte come a Roma dove ha affossato il referendum sui voucher lavoro per paura di perderlo”.

Particolarmente incisivo l’intervento di Claudia Porchietto, consigliere regionale di Forza Italia. “Da oggi il PD non ha più scuse per andare sul territorio a dire alle centinaia di amministratori e cittadini contrari alla riforma sanitaria, che anche loro suono d’accordo....oggi avete votato NO alla rivisitazione della riforma, a dare ai cittadini la possibilità di scegliere.....questo è uccidere la DEMOCRAZIA!!

E adesso, conclude la consigliera,  assumetevi le vostre responsabilità! Non volete dar loro voce? Peccato ci penseranno loro nel 2019 a mandarvi a casa!”

Mentre Stefania Batzella, del M5S, dopo essersi soffermata sulla realtà dell’Ospedale Oftalmico, ha ricordato al consiglio come la delibera che riordina il sistema ospedaliero regionale, non sia mai stata approvata dal Consiglio Regionale.

Nel proseguo del dibattito odierno, il Consigliere Regionale Alfredo Monaco (Rete Civica), così si esprime: “La delibera è molto complessa dal punto di vista tecnico, non si può chiedere alla cittadinanza di esprimersi su un tema così complicato. Sarebbe anche come abdicare al nostro ruolo politico, per questo voterò no.”.

Continua l’esponente della maggioranza: “La chiusura dell’Oftalmico fa parte della strategia che è servita ad uscire dal piano di rientro permettendoci di ricominciare a fare programmazione sanitaria. Se alle minoranze non piacciono alcuni aspetti, trovino altri modi per farli presente all’Assessore”.

Il capogruppo del Sel, Marco Grimaldi, pur criticando molti punti del Piano sanitario ad iniziare dalle liste d’attesa e le difficoltà che incontrano i meno abbienti, decide di votare contro l’ammissibilità del referendum

Il dibattito si è concluso con l’intervento dell’assessore alla Sanità Antonio Saitta  “ Noi ci siamo assunti la responsabilità di guardare al futuro rimodulando l’offerta sanitaria in funzione del cambiamento della domanda e siamo così usciti dal piano di rientro. Se possiamo ultimare l’ospedale di Verduno, se possiamo dire che completeremo Valle Belbo, se possiamo avere una maggiore autonomia è perché siamo usciti dal piano di rientro, anche grazie alla delibera che si vuole sottoporre a referendum, ed è un merito che noi ci assumiamo. Inizia ora una nuova fase, che richiederà altrettanto impegno e per la quale sarà fondamentale il confronto con il Consiglio regionale, che completerà il nostro lavoro e restituirà ai piemontesi un nuovo sistema sanitario, che garantirà ai cittadini servizi sanitari e sicurezza”.

Stiamo raccogliendo i commenti provenienti dalle zone del Piemonte ove le aspettative del referendum erano maggiormente sentite. Informeremo i nostri lettori, quanto prima.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 29/03/2017