Unioni gay e figli: filosofia e morale nella commedia MADAME ZAZA'

Un tema più che mai attuale trattato con sensibilità e ironia sotto la direzione artistica di Margherita Fumero, per la regia di Nicola Oliveri e Beppe Zummo, stasera al Palcoscenico Piccolo Teatro (TO)

All’alba di una nuova rappresentazione, la fortunata commedia “Madame Zazà”, non è solo una commedia brillante, ricca di allegorie e momenti di incredibile divertimento, ma un’occasione che la debuttante Direttrice Artistica Margherita Fumero, storica  presenza del teatro nazionale e del mondo della rivista, inventata da Erminio Macario (sempre più compianto, visto il livello degli spettacoli televisivi attuali), coglie, per portare nei teatri italiani, riferimenti al più che mai dibattuto tema delle coppie gay e del loro riconoscimento a livello sociale.

Dalla minuziosa regia di Nicola Oliveri e Beppe Zummo, ne esce un omaggio assolutamente delicato e mai volgare al mondo delle unioni  omosessuali  dove Renato (Nicola Oliveri) e Alben – Madame Zazà (Beppe Zummo)  si confrontano con le problematiche del bigottismo e del pregiudizio dei coniugi  De la Foi  (Aurora Marenco e Massimo Moretta), in particolare del padre, segretario del Partito per la Famiglia e la Morale (PFM, che non è la band progressive) e padre della futura sposa (Giorgia Lo Russo) del figlio Laurent (Umberto Andronico), frutto di una notte folle di mezza estate in cui Renato si lascia sedurre dalla bella Silvye (Loredana Zapparoli).

Intorno al dramma dell’incontro fra futuri consuoceri, ruotano personaggi caratteristici, come le ballerine del locale di Madame Zazà (Andrea Semestrali, Emanuela Dominici e Arianna Capriotti) e il maggiordomo di casa, Jacob (Maurizio Gambino).

Jacob è un personaggio chiave in questo senso, è una figura importante per stemperare un pò il lato impegnativo del tema della commmedia. E’ un personaggio totalmente scritto da me che ho fortemente voluto perchè aiuta ad allontanare il volgare nel quale sarebbe facile cadere. Jacob è un personaggio ruffiano, mai cattivo, pettegolo, divertente, che rende più popolare ed intima l’atmosfera di casa”, mi dice Nicola Oliveri, durante una delle nostre lunghe chiacchierate, in cui mi tolgo un pò di curiosità.

Perche il pubblico dovrebbe venire a vedere questa commedia ?

“Perchè questa commedia è attuale nei temi, è una commedia divertente, emozionante e coinvolgente. E’ piena di colpi di scena, di colori e di musica”.

Come ti è venuto in  mente di fare una commedia cosi impegnativa?

“Perchè ci piaceva l’idea di affrontare in maniera non seriosa un argomento cosi attuale. Abbinare questo nostro modo di vivere in maniera appariscente fatto di lustrini e paiette e abbinarlo ad un argomento invece cosi impegnativo. Noi abbiamo lavorato molto sulla personalità di ognuno di noi e di ogni personaggio. E’ un lavoro nato da uno studio, che è cresciuto nel tempo, nato con attori “non attori” per arrivare man mano a scegliere e dare ai personaggi il giusto tocco da parte di professionisti del teatro. Nato senza nessuna pretesa, come fosse un saggio, ma lo studio fatto con Margherita che mi ha insegnato dei tempi che sono poi quelli della commedia, attrezzature diverse dal nostro Palcoscenico Piccolo Teatro (via Rismondo 10 – Torino n.d.r.), ha fatto in modo che "Madame Zazà", potesse presentarsi in grande spolvero anche fuori dalla realtà del nostro locale”.

Si affronta quindi il tema da entrambi i punti di vista, sia quello del rifiuto all’idea di una famiglia non convenzionale, sia quello della disinvoltura nel gestire una famiglia omogenitoriale.

Ma l’attenzione di Oliveri e Zummo si concentra particolarmente nel descrivere la posizione di un figlio, combattuta tra la necessità di dare un apparenza “normale” alla propria famiglia, per ovviare al pregiudizio e l’imbarazzo,  e l’affetto che invece prova per chi lo ha cresciuto con lo stesso amore di una madre, in un Paese dove, dal punto di vista legislativo, non c’è spazio per le famiglie omogenitoriali.

 A Cherasco la platea attende l’apertura del sipario, mi siedo accanto alla Direttrice artistica che è emozionatissima e mi confida “Lele, stasera mi sento proprio una debuttante, qui a Cherasco apro la stagione teatrale con questa commedia e ne seguiranno altre due, tutte diverse tra loro”.

Seguire lo spettacolo affianco a lei è stata una grande lezione per un critico come me. Quante cose si imparano attraverso l’esperienza e la professionalità di un icona del teatro quel’è Margherita, e non posso far altro che ringraziarla per l’ennesima volta dei preziosi consigli e della sua impareggiabile amicizia.

Stay always tuned!

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Articolo pubblicato il 01/04/2017