Torino - Terapie personalizzate per chi è colpito da sarcoma
Foto di repertorio (La Repubblica)

Liliana Carbone per Civico20News

Ridare speranza a chi è colpito da un sarcoma attraverso la genomica e la medicina di precisione: è lo scopo del Progetto nazionale Sar-Gen, studio multicentrico per la cura dei tumori rari e complessi, come i sarcomi dei tessuti molli e delle ossa.

Partito a Torino, dove è stato presentato, il progetto è nato da Aieop (Associazione italiana ematologia oncologica pediatrica), Isg (Italian Sarcoma Group), HuGeF (Human Genetic Foundation), fondazioni e Irccs oncologici di tutta Italia, ed è sostenuto dalla Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Veronesi. 

Lo studio prevede di analizzare il profilo genomico tumorale, comparando il Dna delle cellule sane con quello delle cellule tumorali dello stesso paziente per confezionare terapie mirate, più efficaci e insieme con ridotta tossicità, nell’evitate in tal modo terapie poco efficaci. Il progetto è finanziato dalla Compagnia di San Paolo con 900.000 euro per tre anni, con 60 pazienti, che in futuro potrebbero essere incrementati.

«Ad oggi - ha spiegato Franca Fagioli, direttore di oncoematologia pediatrica del Regina Margherita - i pazienti che si ammalano di sarcoma, in maggioranza pediatrici, in Piemonte sono 120 all’anno e sono stimati in 2.000-2.500 in Italia, con guarigione intorno al 50% negli adulti e al 30% in età pediatrica, nella quale i sarcomi sono il 7% del totale dei tumori dei bambini”. 

«Si tratta di un progetto visionario - ha commentato Pier Giuseppe Pelicci, direttore della ricerca dell’Istituto europeo di oncologia e responsabile del Progetto di genomica e medicina personalizzata di Alleanza contro il cancro e membro del Comitato scientifico della Fondazione Umberto Veronesi - dove l’attività di ricerca inizia e finisce con ogni nuovo paziente, con l’obbiettivo di identificare la migliore terapia possibile per il suo tumore. Costruiremo un internet dei genomi, dove incroceremo le informazioni cliniche e genomiche disponibili nel mondo con quelle dei nostri pazienti. Il progetto parte da Torino, e si allargherà rapidamente a comprendere decine di centri in tutto il Paese». 

«La nostra partecipazione - ha spiegato. Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo - non vuole essere solo finanziaria, ma anche nel mettere in gioco le nostre competenze interne, come per Hu-GeF. È un tema di cultura di base molto importante. Sostenere la ricerca aiuta a cercare l’eccellenza e la possibilità di cambiare i modelli gestionali ».

«L’obiettivo primario - ha confermato Ruggero de Maria, presidente HuGeF e di Alleanza contro il cancro - è il trasferimento delle tecnologie genomiche più innovative nella pratica clinica».

A sottolineare l’importanza di finanziate la ricerca per le cure e per i farmaci è stato l’assessore piemontese alla Sanità, Antonino Saitta:

«Più basso è il costo - ha evidenziato - più gente si può curare».

Mentre il direttore generale dell ’ Azienda sanitaria della Città della salute di Torino, Gian Paolo Zanetta, ha parlato dell’importanza della “collaborazione” tra enti diversi, insieme

«all’orgoglio di vedere due strutture dell’Azienda ospedaliera coinvolte nello studio».

 

 

Liliana Carbone 

 

 

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Articolo pubblicato il 01/04/2017